lunedì 28 novembre 2011

DONNA

* “Per voce di donna” (San Paolo, 2011) di Marina Marcolini – Presentazione libro Venerdì 25.11.201.
" Dodici personaggi del Vangelo, dodici donne di Dio, che cantano  l’incontro col divino come sorpresa di gioia, scoperta di amore e libertà, tesoro trovato nel cuore, nel folto della vita, con varietà di toni ed esperienze ma nello stesso linguaggio del desiderio e della poesia".

** Rito di ammissione al Catecumenato, A.M. chiede dinanzi alla Comunità di diventare cristiana e comincia il cammino di formazione che la porterà a ricevere i sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia.

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Giorni di emozioni e passione del cuore,
preveniente misterioso amore ha benedetto
la storia, le lacrime, la sete vera 
di chi scesa nel pozzo
ha percorso la via dolce, aspra, sincera;

di chi, sorpresa di Dio per vie del mondo,
chiede oggi l’amore supremo e la vita eterna Sua.

Gratitudine, sorriso, abbraccio, illumina,
e d’invidia accende l’amicizia,
la confidenza di aprire al segreto colmato il vuoto;
oramai tutti d’azzurro toccati e bagnati,
viver scopriamo di essere amati;

e la mano, la mano timida, di tenerezza s’allunga
afferra chi è accanto;
forse il passo nuovo teme? No, il cuore freme! 
Credito di fiducia, domanda di comunità
che accoglie, sorregge,
con-vive.

Due sì di donna, piena di grazia.
Dio l’ama!
Rivelatrice di grazia
e Dio ama noi!
Via femminile la sua,
che sempre ha amato
quanto di più caro e bello ha creato.


domenica 27 novembre 2011

OMELIA

Prima domenica di Avvento B 27.11.2011

Isaia 63,16b-17.19b;64,2-7
1Corinzi 1,3-9
Marco 13,33-37

E’ il tempo dell’Avvento, notoriamente il tempo che ci conduce al Natale del Signore; in realtà è  Dio che si avvicina a noi. Avvento: il cammino di Dio, la via di Dio che lascia, come l’uomo di cui parla l’immagine del vangelo, la sua casa, la sua dimora nei cieli, e nel Figlio compie questo viaggio per abitare in mezzo all’umanità, per essere il Dio con noi, per comunicarci il dono del suo amore. Dio in cammino verso di me, verso di noi, sempre, ogni giorno. E non può essere che così poiché, ripete più volte il profeta Isaia, quasi aprendo i passi di Dio : “Tu, Signore, tu sei nostro Padre, da sempre ti chiami nostro redentore”. Dio è venuto, viene, e verrà, e sarà il liberatore.

“Fate attenzione”: non è minaccia, ma invito amorevole e pur serio a cogliere l’occasione di grazia che viene dalla via di Dio lungo la quale ogni giorno Egli ci visita. E’ incoraggiamento perché desidera che nulla abbiamo a perdere di Lui, della sua e nostra singolare ricchezza che è la vita, dal momento che ci è dato il potere, lo chiama così il vangelo, cioè quella possibilità della stessa, che in realtà rivela ai servi che non sono tali, ma già figli ed eredi di tanto bene. Attenzione non è vivere tesi come potrebbe far pensare questo avviso di Gesù, ma riporre il cuore, la mente, ogni fibra del nostro essere nell’amato che viene a noi.

“Vegliate, dunque: non sapete quando ritornerà”: la venuta di Dio è una sorpresa, una bella sorpresa : …alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, al mattino”.
Ogni indicazione cronologica data dall’immagine usata da Gesù, quasi rimandando a passi evangelici che la descrivono, è portatrice di una sorpresa: una abbraccio!  Un abbraccio di amicizia (la sera), un abbraccio nuziale (mezzanotte), un abbraccio di misericordia (al canto del gallo), un abbraccio di vittoria sulla morte (mattino). Così sono scanditi i passi di Dio, e le nostre giornate! Da un abbraccio che viene a sorprenderci! Davvero il nostro Dio, non è un amore a distanza; anzi, annulla ogni distanza. E ogni ora è buona!

“Non vi trovi addormentati”: Non prende sonno e non dorme il custode d’Israele, recita il salmo. Può forse farlo chi dall’amore è cercato, avvicinato e custodito? Si può perdere il sonno per tante cose, alle quali vorremmo poter porre rimedio: preoccupazioni, salute, difficoltà, ansie, paura…ma l’unica vera, valida ragione per rimanere svegli è l’amore che arriva, anzi che è già qui, ci tiene tra le sue braccia. Non è di là da venire o da inventare, ma nei gesti che ci doniamo, nella realtà che ci circondano. Rimanere svegli è non chiudere gli occhi sulla vita, ma guardarla con stupore, gratitudine, fiducia. E’ vigilare per discernere il silenzio dei suoi passi.

Avvento : è aperta la via di Dio.
Avvento: è sveglio il cuore mio.

martedì 22 novembre 2011

IL BACIO

E’ stato bellissimo, commovente, una “benedizione” davvero. Ospite  a cena da amici, c’erano i nonni, i genitori, c’era lui il piccolo G. , poco più di due anni. Non ci conoscevamo, ma subito mi fa offerto il suo sorriso, la sua simpatia, la sua gioiosa vivacità.  A tavola prendeva il cibo con inusitata confidenza con il piatto, ora lo assumeva da sé con il cucchiaio che scivolava, e anche con le sue manine, ora la mamma lo imboccava. Mi guardava e biascicava il mio nome. “E’ un amico, gli  aveva detto la mamma, un amico nostro e di Gesù”. Ero affascinato da lui. Dal suo visino vivo e sereno, dagli occhi luminosi, dalla sua bocca “ornata” dai resti di cibo. Non stava fermo. Scivolava giù dalla sedia su cui era accovacciato. Faceva la spola tra il suo posto e me, mi girava intorno, chiamava la mia attenzione se ce n’era bisogno. Soprattutto la sua attenzione era attirata dal piccolo crocifisso che porto appeso al collo. E con le sue manine,  lo prendeva, lo accarezzava, lo portava alle sue labbra e lo baciava! Abbozzava più volte il segno della croce e ripeteva il suo bel “…santo. Amen”. Il suo cibo, oltre a quello a cui la mamma lo richiamava, e per cui anche papà interveniva con dolcezza e fierezza,  era quello, quotidiano, Gesù. Con gridolini di gioia ritornava al suo posto, ma per poco. Ricominciava! E ricominciavano i suoi baci! La mamma è in dolce attesa del fratellino o della sorellina che arriverà a Pasqua, nella prossima primavera, quando sbocciano i fiori e il giardino della risurrezione si arricchirà di colori, di profumi, di bellezza, di festa, di amore, di vita. Il pancione è ben visibile, e anche G. lo ammirava e lo abbracciava, con le sue piccole braccia. Vi appoggiava la guancia dopo aver offerto un sorriso alla mamma e dopo aver rivolto a noi un sguardo che sembrava dirci “io le voglio bene più di tutti, alla mamma e alla mia sorellina”. Sul quel pancione pieno vita ristampava tanti baci. Gesù e quel grembo gravido d’amore e di vita, entrambi incarnazione di Dio! Una preghiera e una benedizione a tutti nel salutarci, mentre G. era in braccio alla mamma. Ma anch’io ho voluto riceverla la benedizione: mi sono chinato e G. mi ha dato il suo bacio!

lunedì 21 novembre 2011

TRIPLICE SOLE


Densa, fredda, muro la nebbia
tre volte fitta
pretesa notte bagnata prolunga

tre volte bello
viene l’amore

calore di Padre
chiarore di Figlio
colore di Spirito

unico sole del cielo fedele
ora alto e coraggioso
per corso di carità
passi che fendono la terra.

domenica 20 novembre 2011


 “Festa del ringraziamento”


 GRAZIE   (20.11.2011)


Fiori, semi, frutti, vita
mai sorpresa è più gradita,
fatica dell’uomo e suo sudore,
soprattutto dono di provvidente amore.

I Padre ama i figli, conosce loro bisogno.
felicità e gioia di tutti è pure il suo sogno.
Nulla manca all’impegno umano
nell’amore fa largo il cuore e generosa la mano.

I frutti della terra e del lavoro sono sì bellezza
quando portan a tutti, vicini e lontani, speranza in pienezza.
Campi, orti, giardini, ogni cosa fiorisce,
ogni cuore s’illumina, ogni fame sazia, e ciascun gioisce.

Il frutto maturo, bello e buono di sorriso
ha il gusto e il sapore del paradiso,
è il fraterno vivere insieme il vangelo di Gesù:
“amatevi l’un l’altr fin che siete quaggiù”.

Grazie, lode, al cielo amen e gloria
per ogni dono che sorregge la mia storia,
e quando il respiro, il sogno, crederà essere tolto,
che bello!, Signore, ci sazieremo contemplando il tuo volto.

OMELIA

34° Domenica A – 20/11/2011 – Cristo Re e Signore dell’universo


Dal libro del profeta Ezechiele 34,11-12.15-17
1Corinzi 15,20-26.28
Matteo 25,31-46

 Celebriamo oggi l’ Eucaristia alla fine dell’anno liturgico, il percorso che abbiamo fatto dentro il mistero di Cristo. Che cosa resterà di quello che abbiamo celebrato, delle preghiere innalzate? Giungeremo un giorno alla fine della nostra esistenza: che cosa resterà di tutto quello che avremo fatto? Quando io me ne andròche cosa resterà di quello che avrò vissuto?
La pagina di Matteo ci annuncia che resterà il bene! L’amore che avremo vissuto, fatto, donato, celebrato nella vita. Tutto passa, ciò che resta è l’amore, la carità, direbbe l’apostolo Paolo, che è l’amore con le connotazioni proprie di Dio rivelateci e insegnateci da Gesù.
Questo amore è lo Spirito riversato nel cuore degli uomini che lo accolgono. Alcuni lo riconosceranno  e lo vivranno, altri lo vivranno e forse lo riconosceranno. Ma per tutti quelli che si sono lasciati da lui condurre nella propria esistenza, nelle relazioni con gli altri, soprattutto verso i più poveri, sarà salvezza.
L’amore che non è possesso esclusivo di nessuna religione o chiesa. E’ la cifra che riassume tutto il mistero cristiano, non solo, anche tutto il mistero e il bisogno di salvezza di quanto è creato.

Quello che appare come “giudizio universale” e definitivo è il vangelo dei non credenti: una bella notizia per loro. Nessuno è escluso dalla vita se è vissuto nell’amore, quindi: “venite, benedetti, del Padre mio”. Sono del Padre, sono figli, anche se non lo sanno.
La stessa pagina è la verifica dei credenti: un bella responsabilità, perché l’inadempienza, l’omissione, il tralasciare di amare può condurre a rimanere fuori dalla vita : “Via da me, infelici voi”.
Determinante è l’amore!

Noi andiamo incontro al Signore, ci diceva la parabola di Gesù quindici giorni fa, e l’olio della lampada che illumina e ci permette di sopravvivere quando il sonno ci coglie, umanissima e comprensibile fragilità, è l’amore; l’amore ci consente di vivere non spenti ma accesi, accesi di desiderio, è la voce che ci grida dentro, la voce dell’amato che chiama e che viene a noi.
Quell’investimento, inoltre,  che ha portato i servi-signori ad ingrandire i talenti ricevuti, la vita, come insegnava la parabola di domenica scorsa, quell’investimento che il servo poveraccio ha avuto paura di fare, preferendo seppellire l’opportunità datagli, quell’investimento che apre alla vita, è sempre l’amore.

L’amore non è un buon sentimento, e nulla più. Non è fare niente di male o avere le mani pulite e tenerle in tasca. E’ invece fare gesti concreti di servizio, di aiuto, di soccorso in favore dei più poveri  bisognosi, soli o malandati, gesti che tutti gli uomini sono chiamati a compiere. Sono i passi concreti del nostro percorso dentro e dietro il mistero di Gesù.
E ricorda pure: il bene tu lo fai verso qualcuno non perché lì c’è Gesù, ma perché Gesù prima di tutto è in te anche se non lo sai, e lo lasci esprimersi anche senza saperlo. Solo alla fine ti si rivelerà anche nell’altro! Che intanto va amato ed aiutato per la persona povera e bisognosa che è! Non si fa il bene per avere il paradiso. L’amore non ha altro motivo che dare vita e felicità! Gratuito per sé, ma interessato al bene degli altri.

Sì, questo amore è ciò che resta! Di questo amore continueremo a vivere e sarà la nostra comune felicità, il nostro cielo senza fine!



venerdì 18 novembre 2011

 INCENDIO

Prime risposte
alla veglia d'amore,
scintille che rischiano
l'esplosione da non fuggire,
abbatte i muri,
scoperchia i cuori,
e libera vita.

Tante lingue di fuoco
s’innalzano stasera,
in ogni casa,
in ogni cuore.

E’ preghiera che illumina,
Figlio luce del mondo.
E’ preghiera che brucia d’amore,
Padre corsa e abbraccio di tenerezza.
E’ preghiera che riscalda,
accende,
chi è freddo e spento,
Spirito vita nuova.

Al cielo rosa/rosso,
preludio di incendio
che brucia ogni notte,
s’alza ammirato e grato
lo sguardo mio
e quanti custodiscono il fuoco
affido a Dio.

Là dove il calore è tepido
soffia, o Spirito, sulle braci
tra la cenere,
torni vivo l’amore
e le lingue
del divino umano fuoco
come movenze di danza
al silenzioso crepitar del cuore.



RISVEGLIO


Era ancora buio quando mi ha lasciato il sonno!
Non ansie, preoccupazioni, affanni
di chi, nella crisi, ha sudato per tanti anni
e in questi tempi di paura e difficoltà
vede minacciata la sua serenità;
né pensieri, liti o malattia
che tengono oscura e triste  la quotidiana via.
Padre di tenerezza!

Anche la notte non è notte davanti a Lui.
Cuore e membra nel sereno pieno riposo
hanno conosciuto e goduto l’abbraccio dello sposo,
il  bacio suo delicato e furtivo del mattino
ha aperto gli occhi miei e un giorno ancor divino.
Sono sveglio e più non dormo, distratto appesantito,
dall’amore accarezzato e dolcemente ferito.
Figlio di bellezza!

Sorge il sole, illumina pure la vita
di chi conosce prova e croce,
sonno e risveglio poco dolce.
Levato ormai, il cuore in mano,
sia il passo lieto del viver umano,
in Gesù il mio sorriso, la sua e nostra preghiera
per volti amati a notte, mattino e sera.
Spirito di pienezza!






giovedì 17 novembre 2011

AMORE...

E' FAR SORRIDERE


Una patina bianca gela la terra,
tu luce calda sciogli la crosta che la rinserra.

Tu, sole vieni dolce, pieno, sovrano,
ridai colore e vita al genere umano.

Pianto e lamento la parola di Gesù stamane
sulla città e il cuore degli uomini che chiuso rimane.

Come il sole sale alto, esposto e luminoso sarà,
così l’amore suo, ora sconosciuto, ancora attirerà

Io qual raggio e riflesso di luce, piccola scintilla,
in questo giorno annunci che ogni cosa di vita brilla,

ogni cuore conosca la sua visita, via di pace,
gli uomini e le donne sollevino a Lui il viso,
anche Gesù asciughi il pianto 
e ritrovi il sorriso!




martedì 15 novembre 2011

Per ELISA


Oggi Elisa Barbuiani compie i suoi anni!
Sono dodici “alti” e brillanti. Sono pochi? Sono tanti?
Mamma, papà, Enrico, amici in festa,
ma ciò che c’è di più caro è il cuore e… la testa.
Il primo musicale e generoso,
la testa un tappeto meraviglioso!
Dentro al cuore cresce amore
e tra i ricci ci sta bene ogni bel fiore.
Dodici anni e s’impara ad amare,
dodici anni per non far dormire e pensare.
E se toglie la parola e il respiro,
non resta che un bacio con un gran sospiro.
SII  SOLE !

Veloce viene la luce,
il calore scioglie con pazienza il gelo,
qui siamo in terra quasi in cielo.

Così la via rischiara la parola
e l’amore penetra lento al cuore,
qui siamo in terra, vivo il mio Signore.

Il sole sulla pelle
e il calore fanno le cose belle,
all’ormai svezzato giorno
offro abbracci tutt’intorno.

Che sian raggi d’amore gioioso
e riflesso di bellezza luminoso,
mai invasivi violenti legami,
tu con pazienza mio Sole, ami!

Chi è cieco il tuo calore illumina,
chi è freddo la luce tua riscalda:
nessuno è cieco, nessuno conosce gelo,
tu, in me Signore, qui è terra ormai cielo!







domenica 13 novembre 2011

OMELIA


33° Domenica A – 13/11/2011

- Proverbi 31,10-13.19-20.30-31
- 1Tessalonicesi 5,1-6
- Matteo 25,14-30

Cinque talenti, o due talenti, o un solo talento: la vita è comunque un ingente capitale, un favoloso patrimonio, un enorme tesoro. Ecco il senso dell’immagine usata da Gesù nella parabola ascoltata, dove annuncia che Dio ama trasferire a noi tutta la sua ricchezza, i suoi doni. In forza di questo trasferimento di capitali, e non semplicemente un prestito momentaneo, noi siamo dei signori, dei padroni nostra volta. Questo è il desiderio di Dio. Lo comprendono bene i primi due servi che si prodigano ad investire la ricchezza ricevuta. Il terzo invece rimane povero servo perché non crede né alla generosità del padrone e neanche ha fiducia  in se stesso.

Volontà di Dio non è che facciamo i suoi interessi. O meglio, i suoi interessi sono il nostro bene, l’allargamento della nostra vita e delle sue belle possibilità., sono la nostra fortuna, la nostra felicità.
Quel “regolare i conti” alla fine della parabola non significa che Dio vuole indietro quello che ci ha dato, tant’è vero che a quelli che sono stati intraprendenti moltiplica la loro fortuna facendoli amministratori della sua casa e partecipi della sua gioia. Dio è contento, è soddisfatto che noi realizziamo pienamente la vita avuta in consegna. Abbiamo di lui un’idea sbagliata, irriguardosa, crudele, se lo pensiamo come il terzo servo. Gesù non vuole che consideriamo così nostro Padre.

I talenti messi nella nostre mani, la vita stessa, è per guadagnarne di più, per investirla, per moltiplicarla, non per seppellirla. E’ la vita concreta, l’esistenza con i suoi tesori di umanità, con la bellezza di cose da gustare, realtà che Dio ci ha dato perché capissimo che ai suoi occhi noi siamo signori e non servi, la vita con tutte le sue potenziale per essere felici, dare amore e creare felicità. Noi seppelliamo la vita quando rifiutiamo di viverla, ce ne vergogniamo, ci pesa e non vogliamo saperne ed essere responsabili, o abbiamo paura  che ce la portino via.

“Ho avuto paura”. Si scusa il poveraccio davanti al padrone. “Ho avuto paura”: è questo che dispiace a Dio, ed è fargli un dispetto. La paura di Dio, paura di sbagliare, paura di non essere capaci, di correre rischi, paura di combinare chissà quale guaio verso il Signore, impedisce alla persona di realizzare se stessa, di realizzare il dono di vita ricevuto.

La paura ci paralizza e di conseguenza ci vediamo privati anche delle capacità che non sono affatto minime che ci sono date. “Toglietegli anche quello che ha e datelo agli altri”, è la sentenza del padrone. Non è ingiustizia questa decisione; ci ricorda invece la legge della vita: se non produci amore perdi anche quello che hai. Diventi sterile. Se seppellisci la tua vita, tu stesso ti sei già seppellito.

Merita un cenno l’icona del servo-signore che capisce come volontà di Dio è la sua felicità. Questa icona è nella donna descritta nella prima lettura (Proverbi 31, 10-13.19-20.30-31). Perché la donna? Non è forse la donna a sua volta colei che accoglie, custodisce, porta, genera, moltiplica la vita? Colei che non la seppellisce in sé, ma la nutre, la fa crescere, la dona; colei che, vissuto e trasmesso con passione il dono ricevuto, prima di tutti merita di sentire le parole che valgono un’eternità: “prendi parte alla gioia del tuo Signore”.


TALENTI


Che giornata bella e stupenda,
per il dono di Dio non è necessario fare ammenda,
con il sole, luce, e gratuito calore,
tutto abbraccia, corpo, mente, e cuore!

Ti ringrazio, mio Signore,
vicino stanotte in tutte le tue ore,
con me hai dormito, vegliato, hai amato,
per me hai pregato e giorno splendido ora donato.

Sempre posso dire : “io dormo, e il mio cuore veglia” sereno!
Tu sei il cuore mio, tu sei amico divino e ancor terreno,
nel cammino del viver quotidiano
mi coccola e già mi chiama la tua mano.

Una carezza, un bacio mi ha svegliato,
sono sceso, svelto, e gliel’ho ridato!

Così inizia il pasquale giorno che non conosce sera
quando in Dio la mia gioia, nostra festa, sarà intensa, sarà vera.
Sì, il tuo amore, il tuo volto, io vedrò,
aiutami, è troppo bello!, lo raggiungerò?

Vita moltiplicata, talenti  preziosi, tesori belli
oggi, Valentino, Edoardo/Beatrice gemelli,
Irene, Steve Antonio, Alice,
si aggiunge Anna Grazia, che si dice?

E’ davvero giorno di fortuna, di gran pienezza,
Dio ama trasferire in noi la sua ricchezza.
Mai alla fine il suo conto la richiederà,
l’interesse dell’amore l’ aumenterà.

Speranze, sogni, e pur dolori, donati figli son talenti,
tutti noi stamane commossi e contenti,
bambini grandi piccini in festa,
genitori, nonni, parenti, incapaci di tenere loro testa.
Ma forse proprio non volevano farlo
perché la gioia dei piccoli è di ogni tristezza il tarlo.

Augurio caro della comunità li accoglie e sorride certo
che ognun rimanga bambino forte e aperto
a rischiare, non seppellire vita, amare oltre le frontiere,
per grazia, senza macchia e senza paura, vero cavaliere.

Amore e letizia al mondo intero
sono questi tesori dal cuor sincero,
discepoli miti e amici umili di Gesù
di lui bel segno tra noi quaggiù,
motivo di festa tanto attesa odierna
e sorgente di frutti in abbondanza eterna.

Quando, poi, la crescita matura degli eventi tenterà,
e degli uomini l’arrogante svalutazione peserà,
tu, piccolo e grande, non temere prova e dolore, 
ricorda: “sei sempre nella gioia del tuo Signore”.


venerdì 11 novembre 2011

SAN MARTINO


Temperatura del cuore
fugge dell’inverno il rigore,
estate bella e rinnovata
quando la persona viene amata.

Spezza l’egoismo che tiene geloso e stretto
persino l’affetto più bello e benedetto,
dividi la ricchezza, la bontà che va oltre,
chi ha freddo, solo e triste, trovi la sua coltre

Vinci la paura di rimanere privo e senza
della gioia, della festa, della vita vera essenza.
Condividi ciò che sei, ciò che hai, tu immeritato dono,
e il perdurare del grigio giorno non abbia in te trono.

“Olio di letizia e non abito da lutto”,
il tuo amore rinnova tutto,
e sorride, salta, canta in allegria
chi per grazia ti ha scorto sulla via.

Giorno diventa annuncio di bontà,
di più, nessun gelo e freddo vince carità.
Ogni ora attende il passo fin dal mattino
del cuore grande e del mantello di Martino.


RIFLESSIONE

La responsabilità, l’impegno, il dovere, vissuti con rigore, limitano, mortificano, tolgono spazio all’amore; intristiscono l’esistenza nostra e altrui. Le cose buone, anche le relazioni più belle diventano gabbie, diventano celle, tarpano ali, impediscono il volo, la libertà che dell’amore è necessità! Così non si va oltre le nostre cose spesso pesanti e pur noiose. Gestire l’amore come un affare o degli affari corona alla felicità di casa proprio non dona. La paura, l’interesse, anche buono, troppo spesso speriamo che alla giornata diano tono, e la parola “dai, facciamo corri qui, non andare…” smorza il sorriso, porta un cupo suono. No! L’amore è consegna serena di chi stringe, e anche di chi lavora di buona lena, ma non dimentica che più importante e più bello non è fare il proprio dovere, quanto piuttosto essere per gli altri motivo di godere. Né lamento, né silenzio, né rancore o rabbia, quando ami non è necessario che il mondo sappia, ma se concedi uno spiraglio, un  pertugio al tuo cuore, vince e brilla per tutti, in casa e fuori, l’amore.

Mio Dio, cosa mi succede? Il parlare, lo scrivere, conversare e predicare, il riflettere in rime incede. Sono preoccupato: posso essere ammalato? E’ pretesa poesia, per quanto povera, lo riconosco, essa sia. Sento invece dentro di me incontrollabile musicalità, quasi movenze di danza che da tempo stanno strette nella segreta stanza. Anche questo mantello, coltre, ricchezza o povertà da spartire, lasciando a chi legge libertà di ringraziare o compatire.

giovedì 10 novembre 2011

LODI

Il mare di nubi riflette 
acceccante
la luce più bella 
già trasformante
la piccola alba 
nel grande giorno
a rivelare all'uomo 
la bellezza attorno.

Apro il balcone e...
non aspetto tanto,
il cuore mio 
intona il canto.
Apro la bocca,
mi apro alla vita
splendido stupore.

Fresca l'aria ,
ancora soffici i rumori,
voci di bimbi 
anticipan lodi,
dell'amore di Dio
Francesco va'
e ancora godi. 

Modesta poesia
in prima preghiera,
forza dolce,
incontenibile,
della parola armonia,
anch'essa apre
la quotidiana via. 

Comprensione,
benevolenza s'attende, 
ascolto silente
in lode comune 
benedicente.

Sulla pelle e nel cuore
è adesso il suo tepore,
prego al sole la Parola
mi accarezza, 
grazie!,
anche oggi è giorno
di pietà, forza e tenerezza.




Dalla Parola del giorno: " Il Regno di Dio è in mezzo a voi" (Luca 17,21)
Apro la porta e...



mercoledì 9 novembre 2011

IL PRANZO

Nutrito di sole e d'azzurro nel luminoso spazio
tutto di me è già bell' e pieno e sazio.

Altro cibo non voglio gustare
delizie di colore e di natura posson oggi bastare

Foglie gialle di rosso bordate
marrone verdi ancora macchiate,
sì, la vita alla luce cambia colore
rimangono intensi bellezza e stupore.

Il sole caldo, il passo pacificato lento, indosso la lana,
tutto di te mi si svela in filigrana,
tentazione di spogliarmi alla fresca brezza,
e nel cuore sentire la tua amata carezza.

Già mi tocca, mi coccola dello Spirto il bacio,
io cammino, vivo, amo, sorrido nel tuo abbraccio.

Il volti cari visti e incontrati con i loro pensieri,
di corsa, distratti, oggi come ieri,
a questa tavola di calore e luce imbandita
possano pure loro trovare gioia e vita.

E' mezzodì : rintoccano le campane del sole grande,
tovaglia di castagno e ricci, foglie secche e pure ghiande,
la terra degli uomini, solco profondo e mensa fraterna,
accoglie, sposa, dona l'amore, assaggio di festa eterna.
Luce del mattino, dei bambini che ritornano a scuola, del Signore che mi parla. 
Dalla Parola del giorno: “Uno di loro vedendosi guarito, tornò indietro…Va’, la tua fede ti ha salvato!” (Luca 17,15.19)

 RITORNO DI LUCE

Lo spazio e il tempo,
l’orizzonte limpido e il mattino sereno
chiaman gli uomini al travaglio terreno.

Scivolare nella pace in ogni mia opra,
il corpo, la mente, il cuore non finiscan sotto sopra.
La via del Padre ad amare conduce,
che bello! ora ogni cosa vive di intensa luce.

E’ tutto un altro mondo già a quest’ora,
eppure lo stesso lieto viso,
saltellano i piccoli in garrulo e festante sorriso,
al cuore, alla mano della mamma stretti,
al gioco, alla scuola, all’amicizia dei compagni diretti.

Annuncio bello per me vangelo feriale quotidiano,
incontro passo passo cuore a cuore chi è fermo e chi va piano.

Pietà umana offre ad alcuni guarigione,
pace, conforto, solidale consolazione.

E’ questa bella grazia, o buon Dio,
di più non meritano la fatica e il cuore mio.

Ma tu superi la misura in pienezza
quando il nome dolce di Gesù è salvezza!


RIFLESSIONE

Se io percorro la via di Gesù, accolgo il bisogno di vita di quanti incontro sul cammino. Essi vengono a me con le loro necessità e povertà, non cercano molto se non la guarigione, il conforto, la consolazione. Non sempre cercano la “luce”! Che devo fare? Respingerli, non ascoltarli perché la loro richiesta è bassa? No. Gesù dà loro quello che chiedono: “pietà”. La gratitudine, la scoperta di Lui, non è di tutti. Dispiace, meraviglia, ma non per questo egli nega il suo aiuto. Li accoglie e li aiuta  gratuitamente, perché abbiano salute e felicità. Accogliere e aiutare le persone anche se la loro domanda è piuttosto interessata o poco profonda, di tradizione …e continuare per la via dell’amore perché non è giunto ancora per me il suo massimo segno, che sarà quello di Gesù, dare la vita! Al suo seguito che io impari questa bella novità! Amerò tutti: chi è superficiale e chi è profondo, chi cerca soluzioni di comodo e chi prende l’esistenza sul serio, chi viene per ricevere e chi si accorge di poter dare, chi domanda il pane e la salute, chi cerca amore e salvezza, quanti vogliono felicità, quanti ne scorgono la fonte e la verità! Tutti questi sono la mia comunità!

martedì 8 novembre 2011

Dalla Parola del giorno:
“Quando avrete fatto  tutto quello che vi è stato ordinato, dite : siamo servi inutili. Abbiamo fato quanto dovevamo fare” (Luca 7,10)

DONO INFINITO

Figlio donato, figlio conteso, figlio ingrato, figlio s’è sfatto,
in giorni di nubi carichi e di dono
nell’incontro di sorrisi gioie,
e necessità di perdono.

Piove sul bagnato, verrebbe a dire,
vedendo degli uomini le infelici mire,
difficile, tremenda sorpresa
davanti alla quale la vita non conosce resa.

Avidità, ingratitudine, rancori,
nella famiglia laceranti dolori,
eppure ha amato e lavorato il cuore
lacrime e sangue è il suo sudore.

Anche il cielo piange a dirotto
i figli suoi a capo chino sotto
disperazione, rabbia, impotenza amara,
quasi sepolcro, tomba e bara.

Cessi il pianto di genitori e figli
pria che il male, la morte, l’infelicità lì pigli.

Vince la luce ogni tenebra dolente e fonda
anche l’acqua venuta giù della sua grazia si fa onda.

Lacrime di mamma, lacrime di cielo, lacrime di cuore,
gocce feconde di vita e d’amore,
gemme non rare e preziosi diamanti,
rifletton ancora vita, timide, fragili, brillanti.

Coraggio, domani il sole il volto a riscaldare
e il cuore ancora forte continuerà ad amare
anche il povero infelice figlio
che della gioia ha perso l’ appiglio.

Son la carne, il sangue, maternità ferita,
dono infinito di partorire vita.

lunedì 7 novembre 2011

Il posto !

Nè vecchio nè nuovo
Nè destra nè sinistra
Nè conservatore nè progressista
Nè pompiere nè incendiario
Nè fondamentalista nè relativista
Nè rigido nè comodo…

“Bravo. La verità sta in mezzo!”

“No, la verità sta…in croce : è Gesù!
E l' equilibrio non è sempre...vangelo, o meglio, 
il vangelo non è affatto...equilibrio"

“Né a destra né a sinistra, né al centro, ma in alto” (Giorgio La Pira)

domenica 6 novembre 2011

PERCHE' SCRIVERE ?

Da qualche settimana mi ha preso la “voglia” di scrivere, scrivere di tutto, di più…
Scrivere pensieri, riflessioni, preghiere, prediche… soprattutto scrivere della vita, fatti della vita, anche in… poesia, senza pretesa alcuna!
Perché scrivere? Se è una malattia prima o poi guarirò, se no pazienza…
per coloro che mi leggeranno!

SCRIVERE…

E’ offrire senza trattenere!
E’ dare senza riprendere!
E’ donare senza difendere!
E’ chiarire senza imporre!
E’ spiegare senza l’obbligo che gli altri comprendano!
E’ imparare a narrare il cuore senza dilungarsi!
E’ conoscere le parole essenziali per dirlo!
E’ apprendere a essere brevi!
E’ fissare senza imprigionare!
E’ lasciare libertà a chiunque di accogliere o rifiutare!
E’ rispettare l’interpretazione di ognuno!
E’ consegnarsi all’umore di chi legge!
E’ accettare che ne facciano l’uso che vogliono!
E’ gettare un sasso nell’acqua perché l’onda vada dove deve andare!
E’ obbedire a chi me lo chiede!
E’ creare occasione di dialogo!
E’ incoraggiare altri a farlo!
E’….           continua tu!

Io non ho ancora imparato questa litania e tante altre che potrai aggiungere…
Quando arriverà il momento… anche lo scrivere cesserà.

Non più parole, non più scritti, solo sguardi, solo silenzio…di paradiso?
 Ma no! Canti di gioia, grida di festa, parole che sono solo un gran sorriso!


...Continua tu ! Ecco che arriva...
E'  riempire il cuore di chi legge  (07.11.2011)
Battiti del cuore...


"Incontro allo sposo" ... ci sta bene un abbraccio!

Sono stato chiamato ad accogliere alcuni fratelli e sorelle che chiedevano di celebrare il “sacramento” (segno efficace che dice e dà) del perdono, della riconciliazione , o “confessione”.

Mentre attendevo a questo servizio che fa parte del mio ministero alcuni pensieri andavano occupando la mia mente e il mio cuore. Diventa sempre più difficile, poco comprensibile, stimare  la bellezza di questo incontro che in tanti è causa di disagio, di paura, se non di violenza che vuole quasi forzare la coscienza delle persone.

“Confessare” ad altri è termine ingiusto, crudele, coercitivo, se riferito alla commiserazione di se stessi, quasi ritenendoci incapaci di riconoscere da noi la nostra condizione, propensi  ad assolverci a volte, a giudicarci con benevolenza o con durezza,  o ancora  a rassegnarci con amarezza, magari comodamente, quando vediamo che le cose non cambiano mai.
Perché mai lo devo fare? Non c’è niente o comunque mi arrangio, o resto quello che sono…
Così sono proseguiti i miei pensieri nella consapevolezza che “confessarmi”, o meglio celebrare questo incontro, è molto di più, è tutto quello che può dirmi e darmi l’ abbraccio di Chi mi ama.

Mi sono detto: io non vado a “confessarmi” per cambiare ( o almeno per questo tentativo!) ma perché credo e so che il Signore non cambia mai nei miei confronti! E ho bisogno di averne conferma come l’amata o l’amato vive e ne ha bisogno ricevendo l’abbraccio, gratuito, fedele, preveniente, di chi l’ama. Penso che la gioia del Signore sia più grande della mia perché Egli sì può finalmente “confessare a me” che mi vuole bene.

Nell’incontro del sacramento del perdono, della riconciliazione o “confessione”, non sono io che mi confesso o confesso i miei peccati. Ma è Lui che confessa a me di continuare ad amarmi e vuole per me una vita bella, buona, felice, una festa continua (cfr. Luca 15).

Chi non ha bisogno di abbracci, chi non li avverte, chi li sfugge, chi li respinge, chi li reputa debolezza, chi considera quello che riceve una “paga”, un conto da saldare… è servo, non figlio. Ma il Padre ha solo figli!

No, non è necessario dire tante cose…ma lasciare spazio a tanto amore!
Ci si abbraccia in silenzio.
La parola è già stata detta : è Gesù! Il dialogo è già avvenuto: è Gesù!
L’abbraccio è fatto di silenzio, di tenerezza, di fortezza, di lacrime, di gioia…