BRICIOLE di VITA...
IERI. Una famiglia allo stremo. Una sofferenza lancinante. Una situazione che toglie il fiato. Una disperazione profonda. Una carità tutta su quelle spalle. Un peso che schiaccia. Una bestemmia che diventa grido di preghiera: “Ma Dio ce l’ha con noi! Non ce la facciamo più”. La descrizione della prova è impressionante. Davvero ci sono fratelli che non conoscono misura e peso dei passi che sono loro chiesti. Perché? Un pianto che è rabbia e supplica. La supplica almeno di non sentirsi in colpa per tanta rabbia… La rassicurazione: Dio è in pena con voi, con voi corre, piange, soffre, stringe i denti… Dio è con voi in questi avvenimenti, in questi sentimenti, in questo strazio, in questa intensa prova. La benedizione, la comprensione, il perdono assicurato: “Sì, Dio non ci abbandona. Ma tu, aiutaci!”. “Continueremo a correre, ma queste lacrime che non vadano perdute che non ci siano contestate, non ci siano motivo di condanna”. “No, sono la vostra preghiera!”
OGGI. Confidenze incontenibili, occhi luccicanti di gioia dicevano ancor più delle parole che non trovavano di meglio che ripetersi, tanto era indescrivibile l’emozione che mi veniva narrata. Un volto radioso, un sorriso pieno di serenità di meraviglia di stupore, di bellezza. E poi un gesto bello di delicatezza e cortesia, di grande semplicità ma ricco di amore per chi si trova muovere i primi massi, un gesto voluto per dire gratitudine per comunicare quello che il cuore non poteva tenere per sé. Così il Signore s’è aperto lui una via, un percorso di grazia che Egli ha inventato per chi non lo conosceva, e lo cercava non sapendo di cercarlo fino a qualche tempo fa. O meglio non sapeva che era il Signore che cercava quel cuore, quella vita per farla sua e darle la propria. Il Signore non rispetta e sfora i nostri programmi, e si prende come crede chi ama. Benedetto sia il Signore e grande la nostra gioia per il suo “libero amore”. L’abbraccio, la commozione, la gioia condivisa: “E’ il Signore che ti fa la strada". "Sì, la mamma celeste mi guida”.
Nei solchi della vita, profondi, dolorosi e meravigliosi, lì dove l’esistenza è rovesciata nei suoi piani e sconvolta nei suoi progetti, sorpresa nelle sue prospettive o passi, la risurrezione è data. Essa è per qualcuno un travaglio che chiama e apre alla vita (nella famiglia allo stremo!) ed per altri è un dono che la offre e la fa nuova (nell'incontro di oggi, come nella telefonata cara di lunedì). A volte è una promessa, a volte è una realtà già data; la seconda è in un abbraccio commosso, la prima è in una benedizione che non lascia soli. E poiché, come è stato scritto, “Dio non esaudisce tutti i nostri desideri ma realizza tutte le sue promesse”, anche la promessa che fa vivere chi è nella prova è già germe di risurrezione. E chi invece la sperimenta in passi non programmati ma ricevuti in dono non può che estenderla e contagiare anche gli altri. Coraggio e gratitudine: nessun solco è privato del seme, del “chicco di grano” che è l’amore di Dio!