...nell'omelia
Solennità
di TUTTI I SANTI – 01.11.2018
1
e 2 Novembre. I Santi e i nostri defunti ricordati quasi in un'unica
celebrazione.
Che
siano gli stessi?
Io,
conoscendo il bene che mi hanno voluto e compiuto i miei cari, la fede che mi
hanno trasmesso, le prove portate con forza e speranza nel corso delle loro
esistenza, non faccio fatica a pensarlo: che, sì, sono gli stessi! O tutt’al
più, i miei, i nostri cari, possono stare tra i Santi, quelli titolati che
onoriamo sui nostri altari (a volte anche portando via il posto a Dio!), sono “i santi della porta accanto” (GE 7),
come li chiama Papa Francesco. Sono coloro della cui bontà ci siamo magari
accorti quando non c’erano più.
Santi,
quelli titolati, e i nostri morti, un’unica grande comunione di affetti,
gratitudine e ammirazione che ci portano a lodare Dio per il bene che hanno
fatto, sono un’unica bella testimonianza che incoraggia anche il nostro
cammino, “ognuno per la sua via” (GE
10) precisa Papa Francesco; i Santi “ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci
stimolano a continuare a camminare verso la meta”. (GE 3)poiché
tutti siamo chiamati alla santità.
E’
la prima bella notizia, molto più che un augurio, da accogliere in questa, che
possiamo considerare, “festa della famiglia dei figli di Dio”. Poiché tali siamo,
come ce lo ricorda Giovanni nella sua lettera (1,Gv3,1-3). Fin dal nostro
battesimo, anche se Dio ci ha amato, pensato e voluto dall’eternità, lungo la
via propria di ognuno, eppure insieme, siamo chiamati alla santità. Insieme ci
sosteniamo, ci incoraggiamo, ci aiutiamo, ci portiamo. Papa Francesco ha una
bella espressione: “il santo è la persona,
il vicino, il parente, l’amico, colui che ti porta in spalla”. In questa
chiamata ci è offerta la vera vita, la felicità, per la quale siamo stati
creati, (GE 1), la beatitudine.
Cos’è
santità? E’ Cristo che ama in me… «è Cristo che ama in noi, perché «la santità non è altro che la carità pienamente
vissuta» e «la misura della santità è
data dalla statura che Cristo raggiunge in noi…» (GE 21). La carità di Gesù
vissuta “mediante piccoli gesti” (GE
16) come di fronte “sfide più grandi”(GE
17) dell’esistenza.
Santità non
è perfezione, poiché rimaniamo con i nostri liti, commettiamo errori, persino esperienze
di peccato dalle quali ci salva la misericordia di Dio, nella Chiesa santa composta
da peccatori (cfr GE 15). Santità è un volto, è un cuore, è la carne di Gesù in
noi! Santità è Gesù! Ci fa più vivi, più umani, e tale rende pure il mondo (cfr
GE 32-34) immettendovi il Regno di Dio, poiché ogni santo è missione (cfr GE
19) e diffonde la vita che Dio vuole per i suoi figli, vita che ci fa “beati”. “Beati”,
cioè amati in ogni situazione e amanti in ogni situazione!
“Beato” è
Gesù, e nella misura propria di ognuno in cui ci identifichiamo con Lui (cfr GE
25) anche a noi appartiene la beatitudine, la gioia, la felicità che Dio Padre
offre a tutti i suoi figli (cfr GE 1).
NB.
Cfr “Gaudete et exultate” – Esortazione apostolica di Papa Francesco sulla
santità nel mondo contemporaneo (19.03.2018).