domenica 16 aprile 2023

BRICIOLE di PAROLA...nell'omelia

 

Seconda Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia - 16.04.2023

Giovanni 20,19-31

Ottava di Pasqua. E la Pasqua continua. Siamo sempre nella luce e nella grazia della Pasqua. Siamo risorti. Il Battesimo ci ha recato in dono la vita stessa di Gesù che ha vinto la morte e il peccato, morte spirituale. E questa è Misericordia!

Oggi è la festa della Divina Misericordia, che Papa Giovanni Paolo II ha voluto che fosse celebrata appunto nell’Ottava di Pasqua, seguendo un’ispirazione di Santa Faustina, religiosa polacca, a cui Gesù aveva svelato e raccomandato il Suo desiderio che fosse riconosciuta, accolta, adorata, vissuta, la Misericordia di Dio che si era manifestata, donata all’umanità proprio attraverso il Suo Figlio.

Ed ecco che Gesù Risorto, nell’apparizione ai suoi di cui narra il vangelo, mostra e dona questa grande Misericordia di Dio. Misericordia è avere a cuore la miseria, che è causa della nostra morte, non tanto fisica ma morale, spirituale; miseria che sono le debolezze umane, motivo di sofferenza, quali la paura, la vergogna, il timore, lo scoraggiamento, la sfiducia, la disperazione; miseria ancora più grande è il peccato cioè il tradimento e il rifiuto, la derisione di Dio e del Suo amore.

Primo gesto della Misericordia di Dio che Gesù manifesta è il Suo entrare, “a porte chiuse”, dice il vangelo, nei nostri cuori chiusi e spaventati, vergognosi di sé e del loro agire, entrare e “stare in mezzo” a questa paura che ci seppellisce, ci tiene morti, ci priva della bellezza della vita. Quante paure sono la nostra tomba! Gesù risorto viene, e la Misericordia che lo muove ci fa liberi da tutte queste.

“Pace a voi”, dice Gesù, e lo ripete ai suoi amici “Pace a voi”. Non una parola di rimprovero, né uno sguardo severo. Piuttosto il non nascondere le proprie ferite, mani, piedi, costato, segno dell’amore con cui ha donato la propria vita. Sì, Misericordia è anche condividere quello che passiamo, perché è giusto che gli altri conoscano la misura del nostro amore, non per dirci che siamo bravi, ma che sempre deve rivelare quello di Dio. Guardate come e quanto vi ho amato! Misericordia è smuovere così i cuori induriti a pentimento, non per rinfacciare il male, non per rivendicare vendette, o una giustizia che avrebbe amaro sapore. No! Per poter dare il segno più grande della stessa: il perdono! Quel “pace a voi” è come dire: “non angustiatevi, non perdetevi d’animo per quello che avete fatto; io vi perdono, io vi amo e vi perdono”. Io vi regalo un “super dono”: “Ricevete lo Spirito santo!”

 “Vi dono la mia stessa Misericordia perché anche voi possiate riversarla sugli altri, sul  mondo intero, dove io vi mando, come sono stato mandato io dal Padre mio.” Ancora: “riversate la mia Misericordia sui peccatori affinché siano affrancati, liberati dal peccato”. “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati”, il male sarà vinto; ma se voi non perdonate, il male, e i peccati ne sono manifestazione, resterà”. Misericordia è assicurare e dare il perdono ai peccatori, ma anche togliere di mezzo il peccato. E’ questa è giustizia, che non significa far pagare il fio delle malefatte, pur rimanendo il dovere di una riparazione, comunque sempre ai fini di una liberazione dal male. Giustizia è fare una cosa giusta, una cosa da Dio. Appunto la Misericordia!

Carissimi, la Pasqua continua, Gesù Risorto e vivo rimane presente. Ma la Sua presenza che libera e dà risurrezione è affidata a noi, risorti con Lui e custodi che donano con generosità la Sua Misericordia. Ad essa attingiamo affinché possiamo davvero recare al mondo la vita di Suo Figlio che il Padre misericordioso vuole per tutti noi.

 

domenica 9 aprile 2023

BRICIOLE di PAROLA... nell'omelia

Giorno di Pasqua – 09.04.2023  

Carissimi, “Cristo, mia speranza, è risorto”. No, non l’hanno portato via il mio Signore, non me l’hanno nascosto o rubato, come temeva Maria, che si era lanciata nel buio del mattino e del cuore per andare dall’amato Signore, per onorare di attenzioni Colui che era morto.  “L’hanno portato via dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. E’ la donna del desiderio, come dovremmo essere tutti.

Questo è il primo augurio per tutti, il primo augurio che ci facciamo. E la prima benedizione che invoco su voi, carissimi: donne e uomini che desiderano e cercano Gesù dal quale sono amati e che amano, o dicono di amare. Sono comprensibili il timore e lo smarrimento delle donne per aver nuovamente perduto Gesù dopo averlo visto spirare sulla croce. Anche noi li conosciamo quando qualcuno che ci è caro ci viene a mancare.

Ma Gesù è risorto! Nessun male, nessuna malattia, disgrazia, nessuna cattiveria o violenza, menzogna, avidità, odio, nessun peccato dal quale non riesco a venir fuori, nessuna malvagità che chiude cuore e uccide, niente può e ci deve portare via la speranza che è il Cristo Risorto, il vivente; speranza perché con Gesù sono libero dalla prigionia della morte che vorrebbe porre fine e seppellire affetti, salute, ideali, sogni, la bella umanità di figli amati da Dio; libero in ogni realtà che attende pace, giustizia e liberazione.

 

Ce ne dà conferma la parola di Pietro, corso quella mattina al sepolcro per rendersi conto di quello che era successo: “Dio consacrò in Spirito santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò facendo del bene e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con Lui…Dio l’ha risuscitato al terzo giorno… e noi ne siamo testimoni”.

E con Gesù risorto anche noi siamo risorti! E da risorti, cioè “in piedi”, vogliamo vivere. Uscito da quella tomba, ora Egli è vivo, dimora in noi, e il Battesimo che abbiamo ricevuto è la nostra risurrezione; ritorniamo a viverlo. Gesù vivente dimora nel nostro cuore. Non facciamone una nuova tomba, ma un solco dove la Sua vita con la nostra continua a fiorire; vita di figli amati dal Padre e di fratelli che si vogliono bene. Quindi “risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”, che non significa disinteressatevi delle cose della terra, ma cercate Colui che è disceso dal cielo, che è venuto da Dio e ha vinto la morte.

Vivete ogni realtà creata, ogni realtà di cui siete fatti, dalla salute alla malattia, dall’amore alla fatica di esservi fedeli, dalla famiglia al lavoro, dalle urgenze quotidiane verso i vicini alle responsabilità verso chi viene da lontano, vivete tutto con Lui. La vostra vita è con Lui, pietra fondamentale, non tombale che seppellisce la libertà e la voglia di vita; pietra che dà solidità all’ esistenza e sulla quale è possibile costruire una vita nella luce e nell’amore che tutto vince.

Ecco il secondo augurio, carissimi. Dopo quello di essere donne e uomini che desiderano e cercano Gesù, essere finalmente donne e uomini che lo trovano, trovano la vita vera. E la seconda benedizione che su voi invoco è che si realizzi quanto Pietro ha testimoniato: godiate del bene che vi vuole e vi fa, rinati e risanati da ogni schiavitù e male dell’anima, da ogni morte spirituale.

Ogni angolo di mondo, ogni angolo della vostra esistenza, sia giardino fiorito di vita nuova, profumato di gioia. Alleluia!

venerdì 7 aprile 2023

 PREGHIERA

Venerdì Santo - 07.04.2023

Ai piedi della croce

Gesù, ti vedo crocifisso e ti adoro. Ti vedo crocifisso, e non da lontano, come i discepoli fuggiti, ma solamente perché la tua amicizia, di cui sono indegno, mi concede questa grazia. Tante volte mi allontano da te anch’io, ma stasera sono qui, voglio rimanerti vicino, poiché tu, abbandonato da tutti, hai bisogno di amore. Desidero che il mio piccolo amore renda meno atroci i tuoi dolori e ti consoli nelle amarezze che provi, ti sia di conforto accanto alla Madre tua Maria e al discepolo amato, Giovanni.

Gesù, ti vedo crocifisso e ti adoro. “Tutto è compiuto”, hai detto, davanti all’odio, al rifiuto di chi ti ha voluto morto, all’indifferenza di molti, e alla paura dei tuoi. Non è però finito il tuo amore.  A dire il vero neanche il dolore, visto il persistere, stavolta, della nostra indifferenza, del nostro negarci alla tua Parola, delle divisioni nelle nostre famiglie, nella stessa comunità cristiana, odio e invidie, egoismi di vario genere che disprezzano il tuo comandamento lasciatoci in eredità: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.

Gesù, ti vedo crocifisso e ti adoro. “Dopo tre giorni risorgerò” hai promesso, e noi, nella fede silenziosa di Maria tua Madre, crediamo e aspettiamo in silenzio l’opera del Padre tuo che ti ricompenserà richiamandoti dalla morte. Noi crediamo nell’amore di Dio che tu ci hai svelato, ci hai donato, ci hai insegnato: l’amore che, pur crocifisso, vince la il peccato e la morte, ogni espressione di male che ancora fa tanto soffrire. Dal fianco tuo squarciato, acqua e sangue sgorgano ininterrottamente simbolo dei Santi Sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia, e il tuo cuore è sorgente inesauribile di divina Misericordia.

Gesù, ti vedo crocifisso e ti amo. Ti vedo crocifisso e ti amo, Gesù, in tanti uomini e donne, piccoli e grandi, che patiscono violenza, ingiustizia, conoscono dolore e disperazione, a causa del peccato. Ti vedo crocifisso e ti amo, Gesù, in fratelli e sorelle che sono attorno a me, in famiglie che mi sono care e anche in quelle a cui non so avvicinarmi per tanti miei limiti. Ti vedo crocifisso, ti amo e desidero amarti sempre di più. Che io non volga lo sguardo altrove da te perché vedendoti così e guardandoti con amore, mi sembra di poter pregare e raccomandarti anche tutti i crocifissi della storia.

Grazie, Gesù crocifisso. Tu prepari anche la mia risurrezione, quella finale, che mi farà incontrare i miei cari, e quella quotidiana per camminare con gioia con tanti compagni di strada annunciando che la morte non è la fine del mio tempo, poco o tanto che sia, ma la soglia dell’eternità, un’eternità di luce che il buio di quest’ora non impedirà. Grazie, perché accanto a me hai posto la Madre tua, Maria, alla quale mi hai affidato, sia perché la onori e la consoli, sia perché io goda della sua tenerezza di Madre mia. Gesù crocifisso, con la sguardo del cuore ti abbraccio, con il sospiro dell’anima ti bacio.