BRICIOLE di PAROLA...nell'omelia
Santa Famiglia – 26/12/2021
1 Samuele 20,28 1Giovanni3,1-2.21-24 Luca 2, 41-52
Dal Bambino alla famiglia. Allora, “gloria in cielo e pace in ogni famiglia”, nel cammino di ogni famiglia. Perché ogni famiglia è un cammino. La Parola di Dio ci narra: due famiglie compiono il loro pellegrinaggio verso la casa di Dio. Elkanà e Anna portano il figlio Samuele al tempio di Silo e lo consacrano al Signore, prima lettura. Nel Vangelo, Giuseppe e Maria, per la festa di pasqua, si fanno pellegrini a Gerusalemme insieme con Gesù. Papà, mamma e figli, insieme, si recano alla casa del Signore per santificare la festa con la preghiera.
E’ un insegnamento importante che viene offerto anche alle nostre famiglie. La vita della famiglia è un insieme di piccoli e grandi passi, un cammino, una strada, certamente non sempre agevole, ma anche con momenti di consolazione e di gioia, verso l’amore, la sua pienezza, e verso Dio che la pienezza offre, Gesù.
In questo cammino della vita condividiamo anche il momento della preghiera, dove, magari, un papà e una mamma possono benedire i propri figli tracciando un segno di croce sulla fronte dei più piccoli, con gesto o un semplice saluto con il cuore verso i più grandi: “Dio, ti benedica, figlio/a mia” (oltre le solite raccomandazioni).Benedirli i figli è affidarli al Signore, come hanno fatto Elkanà e Anna, Giuseppe e Maria, perché sia Lui la loro protezione e il sostegno nei vari momenti della giornata.
Guardando alla famiglia di Nazareth, di cui narra il vangelo, dopo tre giorni di ricerca e di timore, al termine del pellegrinaggio che tutti tre insieme avevano fatto a Gerusalemme, trovano nel tempio nel tempio, seduto tra i dottori, intento a discutere con essi. Alla vista del Figlio, Maria e Giuseppe “restarono stupiti” e la Madre gli manifestò la loro apprensione dicendo: “Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”.
Stupore e angoscia non mancano mai nelle nostre famiglie. Lo stupore non può mancare mai neanche in un momento drammatico, che pure c’è nelle nostre case, come lo smarrimento di Gesù. Lo stupore è accorgersi e meravigliarsi del bene che pur c’è negli altri, in primis nei figli, anche i più difficili. Ci vuole lo sguardo di Dio! E questo aiuterà a guarire le ferite familiari.
Anche l’angoscia è presente. Può essere benedetta o triste. La prima quando, come Maria e Giuseppe, mettiamo al centro gli altri, quando ci interessiamo con amore dei figli, quando vogliamo e curiamo il loro bene perché crescano. Come è avvenuto poi a Gesù, una volta ritornati a Nazareth, “cresceva in età, sapienza e grazia”. L’angoscia triste, invece, ha motivo di esserci quando siamo lontani da Lui, quando siamo lontani da Gesù, ci dimentichiamo di Lui, non sentiamo il bisogno della sua presenza e della sua consolante amicizia; quando l’abbiamo perduto. Eppure Egli ci parla, ci offre la sua Parola, ci illumina, illumina il nostro cammino, ci dona il suo Corpo nell’Eucaristia da cui attingiamo vigore per affrontare le difficoltà di ogni giorno.
Che la nostra famiglia cammini verso Dio che è venuto tra noi, conosca lo stupore di essere benedetta, amata, e nei momenti di angoscia ritrovi Gesù. E’ ancora Natale, Dio con noi!