IL SOGNO di DIO - 2°
LA
TERRA SI PREPARA ALL’ INCARNAZIONE : ISRAELE
Se l’Incarnazione è
un’iniziativa del cielo, e viene dal “sogno” di Dio, questo “sogno” incrocia la
terra; è sulla terra che trova la sua realizzazione, la sua concretizzazione;
sulla terra prende “corpo”.
E non sulla terra
in modo generico, casuale, ma in un momento preciso, “la pienezza dei tempi”, e
in un posto, ben definito; in un popolo, tra molti, e più evoluti di esso,
comincia a manifestarsi.
Il perché Dio abbia
scelto quel luogo, quel popolo, quelle persone, che non conosciamo come il Medi
Oriente, l’Israele e i vari personaggi che ne hanno accompagnato la storia, a
noi non è dato di capirlo. La scelta è nella piena libertà con cui Dio si
muove, e non per capriccio, ma per dare un segno. Forse perché era trai più
piccoli. Tutto sta nella cuore nella mente di Dio.
Questa
modalità di agire di Dio vale anche per noi, per me. Ed è legittima la domanda,
ma senza chiedere o pretendere la risposta: poiché egli vuole portare avanti la
storia della salvezza, cioè del suo amore e realizzare il sogno di beatitudine
che ha in cuore per tutti, proprio attraverso anche me, noi, la nostra
famiglia….per quanto poveri, piccoli siamo.Mi basta, Signore, la tua chiamata;
conoscere quello che tu vuoi è già…”beatitudine”.
Così dopo il cielo,
e quando il cielo si è mosso, è coinvolta la terra, la storia degli uomini con
quanto o in mezzo a quanto vi accade, pace, guerre, migrazioni, lotte,
carestie, sete di giustizia e soprusi, infedeltà, tradimenti, amicizia… Insomma
tutto quello che fa parte del campionario dell’umanità, e in special modo di un
popolo in particolare, Issale, che poi coinvolgerà anche gli altri.
La storia ed il
cammino di Israele sarà come il “roveto ardente” che aveva richiamato
l’attenzione di Mosè e dal quale è come dipartita la storia di liberazione e
salvezza, o ripartita, ricordando che già Abramo e i patriarchi Isacco e
Giacobbe erano stati scelti e chiamati ad esserne gli iniziatori.
La storia e il
cammino di questo popolo e di questi uomini e donne, poiché accanto ad Abramo,
Isacco, Giacobbe ci furono le loro donne e spose ( Sara Agar Rebecca Lia
Rachele), hanno aperto la via al cristianesimo che avrebbe messo il suo primo
vagito con la nascita di Cristo Gesù.
Con Abramo, padre
nella fede, è iniziata una nuova rivelazione e conoscenza di Dio.
Mosè è stato il
grande legislatore nel formare da una massa di invidi e tribù il popolo di Dio
che aveva il compito di manifestare Dio al mondo. Davide, re e cantore
spirituale ha consolidato, pur non esente da debolezze, questo popolo. E poi
gli altri: Elia, il profeta di fuoco, che anticipa Giovanni il Battista, e gli
altri profeti, uomini di Dio. Tra costoro spicca , in questo tempo di Avvento,
Isaia, della cui parola è pine la liturgia e la preghiera della Chiesa in
queste settimane. Isaia annunci più di tutti la venuta del Messia,
l’Incarnazione e la Redenzione, la sua missione di servo, cioè di Colui che
liberà e dà la vita per la salvezza dei fratelli.
Anche noi,
abbiamo il nostro compito. Anch’io sono chiamato a collaborare alla realizzazione del sogno di
Dio. Forse vorremmo averne una visione più allargata, completa. Mentre, invece,
a noi è dato di vivere qui, il momento presente, il frammento di storia che è
la nostra esistenza,e per di più in modo nascosto, umile. Siamo un anello della
fedeltà di Dio al suo progetto. Quello che io oggi vivo serva, Signore, ad
esso!
La storia ed il cammino di Israele
non
sono stati esenti da debolezze, cadute, vere miserie… Molte persone che ne
hanno fatto parte si allontanarono da Dio voltandogli le spalle (Isaia 25,6).
Il loro cuore si raffreddò nei confronti di Dio, nonostante tutte le apparenze
di pietà e religiosità, manifestazioni esteriori. Lo citerà anche Gesù: “questo
popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
Il popolo non ha saputo trarre giovamento dalle promesse di Dio.
E’ un
avvertimento che ci riguarda, riguarda anche me. Con tutte le attenzioni e
premure di Dio, il nostro cuore è diventato superficiale, conosce l’orgoglio,
si sente grande…Il sogno di Dio chiede verità e umiltà! Il percorso che porta
all’ incontro con Lui non è fatto di gesti religiosi ulteriori ma di “frutti di
conversione” (cfr Matteo 3,1-12: vangelo seconda avvento A). Signore,abbi pietà
di me; che io accolga il perdono che mi offri poiché, a fronte della mia
miseria, continua la tua misericordia!