domenica 30 settembre 2012

IMPRIMI...


(… pellegrinaggio Catechiste Educatori Acr
a La Verna/Assisi –29/30 Settembre 2102)


Imprimi 
ferite d’amore,
feritoie di grazia,
danno pace tra boschi e grotte,
ove fan dolci le umane lotte.
 
All’ Arce stupore e sorriso,
un angolo fraterno di paradiso,
comunità di giovani sorelle,
perfetta letizia, tutte le cose belle.

Nudo alla terra nuda
s’affida il poverello,
Porziuncola d’indulgenza,
fonte copiosa di perdono e clemenza.

Salire ora in Assisi,
a piedi e a sorrisi,
sul nostro volto brillano,
pellegrini che sorpresi cercano.

Donano bella serenità
quattro passi a sera in tranquillità,
poi riposo viene meritato,
a poveri e stanchi mai negato.

Spose, mamme, donne,
vi attende non notte insonne,
figli, mariti, sono nel cuore,
svegli entrambi senza far rumore.

….

All’ eremo accolgono le genti
due perle azzurre, occhi lucenti,
mostrano gioia profonda, contagiosa,
silenzio e canto in ogni cosa.

Il Crocifisso parla di vita
a chi cerca volontà e via diritta,
“Francesco, ripara la mia casa,
di luce e novità sia tutta invasa”.

Così essa è luce Chiara,
pianticella a Dio assai cara,
donna sorella in povertà,
icona nostra di pura beltà.

Bianca Basilica regale dimora
dell’umile uomo che Dio innamora,
scrigno, custodia di povere spoglie,
nessuna paura passione ci toglie.

Per vie strette d’Assisi andiamo,
Suoi pellegrini nel mondo torniamo,
discepoli a vivere e predicare Gesù,
compagni di via, fratelli, nulla di più.

Non maestri grandi, sapienti,
faticano il cuore nostro e le menti,
in famiglia e comunità sia pace e bene,
quel poco, quel tutto, a mani piene.

Anno della fede inizio benedetto
da sguardo e parola che il Signore ha detto
a ciascuno di voi, cuore folle in viaggio
con amore audace, gioia piena, umile coraggio.

….

Laudato sii, mi Signore,
per fraterno affetto e bella confidenza,
fratelli e sorelle, tua benedizione e provvidenza,
aiuto prezioso, tratto vivo di vangelo,
portano sulla mia strada già un riflesso del tuo cielo.

Stanotte nell’abbraccio amato e caro
sei ancora Tu, riposo e sogno non più raro
d’amore vero, forte e fecondo,
cristallo bello, suono e luce dolci al mondo.

Imprimi sempre nella nostra storia
piccole trafitture di tua gloria,
volti, incontri, eventi d’umanità,
saran pieni di gioia e vita nell’eternità.
Amen.







venerdì 28 settembre 2012

DOPO IL SOGNO...

(…al mattino presto!)

Aria tersa fresca,
cinguettio d’uccelli,
tubare di colombi,
sordo rumore di uomini
distante vicino nel cuore
partecipe d’ansie e speranza…

Silenzio del tuo abbraccio mattutino…
è corona di una sera d’albe gravida,
di notte agitata di luce e ombre,
slanci e fughe, promesse e profezia,
fiorisce pace.

Gioia ed emozione non trattenute
all’urto di paura e delusione
di immeritato testimone,
rimane l’amore offerto,
irriso, deriso, buttato.

Pianto a dirotto rompe
il sonno e il cuore,
assetato cerca acqua viva,
chi fraterno l’accoglie e condivide.
“No, non così trattate il mio Signore!”

Domande, interrogativi,
ancor più stupore,
a ritroso la storia,
ma in avanti i passi,
i battiti, sospiri, sorrisi di grazie.

Coraggio si fa il mio andare,
sogno e verità,
non fuggire, ritornare
all’abbraccio unico vero,
ancor m’invia ad aprirlo al mondo.

Inizio così di giorno,
nuovo e sempre,
a luce soffusa e limpida,
illumina l’abside di pane e vita,
dopo luce piena a colmare ore e cuore,
poi senza tramonto
in sera dono e d’amicizia confidente,
in notte tra bagliori e nubi,
sempre con me…
LA REALTA’
l’Amante Amato Amore.





giovedì 27 settembre 2012

PENSIERI


L’abbraccio, concretamente…

(…lo pose in mezzo, e abbracciandolo…- Marco 9,36)

Il bisogno di un “abbraccio” non è scandaloso!
Affetto e fraternità in andata e, magari, di ritorno!

Abbraccio è…
consegnarsi e prendere su di sé,
essere accolti e accogliere, 
esser confermati e confermare,
essere perdonati e perdonare,
essere rialzati e rialzare,
ricevere e dare misericordia,
essere accarezzati o scossi,
lenire con balsamo d’amicizia o incoraggiare con forza,
essere ascoltati e ascoltare,
essere consolati e consolare,
“piangere con chi piange, gioire con chi gioisce”,
godere del sostegno, 
essere contagiati dal bel entusiasmo,
confortati nel dubbio,
ricevere e offrire comprensione,
non cedere allo spavento,
non darla vinta alla delusione,
essere esortati a sperare,
essere illuminati e dare una piccola luce,
essere corretti e correggere,
essere aiutati ed aiutare,
servire letizia e serenità,
mostrare fiducia sincera,
essere rassicurati e rassicurare:
 “conta su di me!”

Non essere soli
di fronte alle incombenze
scelte decisioni
della vita familiare,
comunitaria,
dello stesso ministero…
frammenti cari di vita
di fratelli e sorelle…

Uno va di qua,
l’altro va di là,
chi fa da sé,
chi s’impone agli altri,
chi lavora per sé,
chi è esagerato e chi indolente,
chi non attende e chi è pigro,
chi aspetta che facciano gli altri,
chi degli altri non ha bisogno se non secondo se stesso,
chi non ha bisogno di consigli,
chi non parla,
chi non è delicato di parola e gesti,
chi farebbe in un modo e non comprende il tuo,
chi è troppo sicuro di sé,
chi non ha fiducia né in sé né negli altri…
chi sbaglia e non sa, o ritiene di non sapere,
chi potrebbe sbagliare e non s’avvede,
chi agisce bene ed è solo,
chi possiede la carità,
chi dalla carità è “posseduto”,
chi dice di aver fiducia nel Signore e non lo lascia fare,
chi lascia al Signore anche le sue proprie responsabilità,
chi non ha il coraggio della novità,
chi è schiavo della tradizione scambiandola per fedeltà,
chi ha soluzioni,
chi non vede vie d’uscita,
chi chiama bene il male,
chi vede il male dove forse non c’è,
chi chiede felicità,
chi si tiene stretta quella che ha o pensa di avere,
chi butta via una bella opportunità,
chi ne fa occasione anche per altri,
chi cerca la verità e…
son così pochi quelli che si lasciano trovare…

No, non è scandaloso l’ “abbraccio”!
Tutti ne abbiamo bisogno… immenso!
Io. 
Il Suo.
Il nostro.
E’ grazia e misericordia riceverlo!
E’ amore darlo!






lunedì 24 settembre 2012

INNAMORATI OCCHI
 
(… quattro anni di Emma!)

Innamorati occhi
profondi cercano
“dov’è Gesù?”,
baci strappano.

Innamorati occhi
azzurri riflettono
bellezza del cuore,
amore chiamano.

Innamorati occhi
furbi scrutano
debolezza di chi ama,
il permesso prendono.

Innamorati occhi
luminosi specchi,
stupore a vedersi,
bambini, giovani e vecchi.

Innamorati occhi,
biondi gialli i capelli,
pittura dolce e cara
fa tutti i momenti belli.

Innamorati occhi,
non toglie lo sguardo Emma,
di mamma, papà, Marta,
preziosa unica gemma.

Innamorati occhi,
appena esile voce,
non necessaria a dir il vero,
d’affetto ampia foce

Innamorati occhi,
anche se non lo sanno,
per tutti un gran dono
il tuo felice e buon compleanno.





domenica 23 settembre 2012

OMELIA


25° Domenica B – 23.09.2012

- Sapienza 2,12.17-20
- Giacomo 3,16 - 4,3
- Marco 9,30-37


La parola di Gesù conferma le prospettive poco allettanti che lo riguardano: sarà preso, ucciso, poi ci sarà la risurrezione. Le prime sono chiare, e fanno male; le altre incomprensibili per il momento. Questo dire fa a pugni con la nostra mentalità, con la nostra cultura che ci vuole sempre vincenti, davanti a tutti, a casa, scuola, lavoro, società. E se sei secondo sei soltanto il primo dei perdenti.
In maniera consapevole o inconsapevole siamo spinti verso una concorrenza più o meno spietata, a voler essere sopra agli altri, o almeno a non aver nessuno che ci metta in piedi in testa, o ne approfitti di noi. È lo scalino più alto del podio della vita che interessa. Nessuno è esente da questa voglia di supremazia o riconoscimento.

Ancora un volta, “per la strada”, cioè nel corso della storia che stiamo facendo, le aspirazioni umane, i desideri del cuore ci conducono in questa direzione; siamo tutti concentrati nello stabilire il nostro ruolo, nel ritagliarci se non una poltrona, almeno un posto che non sia proprio l’ultimo, nell’ottenere benefici. Discutiamo chi debba essere il più grande, o come si fa a diventarlo. Anche noi, come i discepoli di Gesù, siamo troppo ripiegati su noi stessi per accorgerci di lui, della sua parola, e corriamo il rischio di andare nella direzione sbagliata. Allora Gesù chiama a sé i suoi discepoli, e noi, per insegnare "la sapienza che viene dall’alto".

Quella che viene dal basso non è da buttare, quella che è richiesta dalla concretezza dell’esistenza e dei problemi non è da trascurare. Anzi può essere segno di responsabilità. Famiglia, lavoro, scuola, economia, salute… sono gran parte della nostra umanità, e il mondo può migliorare, diventare migliore se viviamo in modo giusto queste nostre realtà. Ed è qui che abbiamo bisogno e salvezza dalla sapienza che viene dall’alto, come la chiama Giacomo nella sua lettera. L’avidità di essere e avere più di tutti causa di grande infelicità, è la fine di ogni pace.

Gesù ci offre una soluzione, ci indica la strada, anzi la fa con noi: “se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Che significhi essere l’ultimo e il servo di tutti lo mostra con un gesto che vale più delle parole: prese un bambino, lo pose in mezzo a loro, e lo abbracciò.

Un bambino è oggetto della sua attenzione, l’essere che è considerato un nulla, impotente e fragile, in quel contesto di società; uno che anche importuna, disturba, che risulta essere un peso; magari anche un essere da sfruttare per i capricci dei grandi. La buona notizia, il vangelo, non sta nell’onorevole, in chi è in alto, al comando o dovrebbe badare alla gestione del bene o dei soldi pubblici, ma nel “bambino”.

Gesù, Sapienza che viene dall’alto, pura, pacifica, arrendevole, mite e umile di cuore, pone in mezzo a noi chi più di ogni altro lo rappresenta, chi più di tutti rende presente Dio; in mezzo, non ai margini. Nella società non c’è nessuna persona più importante, più grande, ma sì ci sono persone più vicine a Gesù. Sono coloro che dipendono da noi, dagli altri; coloro che vivono grazie alla nostra attenzione, al nostro abbraccio.

Ecco il vangelo: un abbraccio riservato, donato a chi non conta! Ecco ciò che ci fa primi: essere servi degli ultimi. Prima di tutto noi viviamo dell’abbraccio di Gesù, lo sentiamo sulla nostra pelle, nel nostro cuore, attraverso quelli che umanamene e con sincerità ci scambiamo ogni giorno; e poi lo regaliamo, con gesti di carità, solidarietà, sostegno, partecipazione, a chi maggiormente dipendente dagli altri.

Dov’è Dio? In un abbraccio che si riceve e si dà.



sabato 22 settembre 2012

ABBRACCI

(…memorie sempre vive!)

Corre il piccolo
al sorriso bello, radioso,
si getta in grembo affettuoso,
nell’abbraccio d’amore.

Giovane all’ideale
alto e fraterno chiamato,
dal maestro amico amato,
scioglie lacrime e gioia
nell’abbraccio di vita.

Impaurito sconforto,
confuso, senza speranza ferito,
sto piegato dentro, preso, e diritto,
nell’abbraccio di tenerezza.

Tutto era ieri,
ma vivo ancora al cuore viene,
accarezza sempre, risana, sostiene,
quell’abbraccio del Signore.

Oggi da fratelli,
sorelle, amici cari, compagni di viaggio,
è dato, con dolcezza fan coraggio
ad accogliere e servire l’ultimo posto.

Il bell’abbraccio
sia lezione al cammino mio,
umile impari a dire Dio
d’amore, di vita e tenerezza,
la storia mia, misericordia e bellezza.

…..

Crocchi gialli stupendi,
verso l’autunno ormai ornano d’amore
il giardino e il giorno ancora di stupore,
un abbraccio di passione bella e speranza
ricrea la vita mia in una danza.





giovedì 20 settembre 2012

NUBIFRAGIO di LUCE


Violento scroscio,
breve irruente piena
ad inondar la sempre arsa terra,
a colmare il giorno stanco ieri sera.

Luce intensa
mattutina toglie gli occhi
alla pianura che non c’è,
spessa coltre bianca, chissà dov’è?

Rumori di uomini
la svelano in basso, di fretta
bucano nuvole nebbia fitta,
la vita no, l’ansia sia sconfitta.

Alti volano
alla luce chiara, limpida, fresca,
uccelli, affetti, pensieri, voti,
speranze, preghiera e sospiri a Lui noti.

Non più indugio,
vai, scendi tra gli uomini,
non più cammino incerto, lavoro duro,
il cielo sopra di noi è solo bello, è azzurro.

Temporali non temere,
a purificare l’aria, tersa, e il cuore,
così nube porta grazia feconda,
lo Spirito d’amore tutto inonda.

Lo sguardo distolgo,
troppo il bianco riflesso,
sui colli verdi è nubifragio di luce,
e lontano, eppur vicina,
la torre “berica” che la vita a noi conduce.








domenica 16 settembre 2012

LA STRADA

(... dopo la preghiera)

Calma luce, seppur
burrasche oscure appresso,
momento di crocefisso amore,
non domani, è adesso.

Non condanna, maledizione,
o ferita a rovinar l’esistenza,
sorgente piuttosto di misericordia
a liberar d’ogni paura e impotenza.

Bimbi limpidi, pura preghiera,
non loro affidati a nostra ansietà,
noi accarezzati da sorrisi luminosi
e stupiti, noi chiamati a bella carità.

Aspiro vita che non sa,
vive ingenua, vivace, pulita,
nel cuore e nei giorni dei grandi 
nostalgia ancor cercata, forse fuggita.

Camminano davanti
ad indicare la strada, qua e là 
incoscienti a correrla
nell’abbraccio di mamma e papà.

Luce che cresce, bella saggia in mezzo,
compongono armonia di famiglia,
chiamano timidamente a bontà
ciò che a volte la scompiglia.

Anche a me fanno dono
di battiti al cuore mio,
non sento, non avverto sempre,
eppur vivo, amo, benedico Dio.

Nutre così l’anima,
la carne e il sangue imparano l’amore,
vinta l’angustia, paura, apprensione,
davanti  a me cammina il Signore.

Riposa in me,
e fa la sua strada di amarezza
via di verità, di vita, e ,
sommo stupore, di ritrovata dolcezza.

Giorni a venire dietro a Lui
di croce carichi, passi d’amare,
insieme perdere per il vangelo ogni cosa ,
dai, la vita andiamo a ritrovare.






OMELIA

24° Domenica B – 15.09.2012

- Isaia 50, 5-9
- Giacomo 2,14-18
- Marco 8, 27-35

Miei cari, mi onoro di non essere diverso da voi. Anche a me capita di trovarmi in alcune situazioni legate al mio ministero, come voi alle vostre responsabilità di sposi o genitori, educatori, legate alla strada che ognuno di noi sta facendo, visto, come narra il vangelo oggi, che per la strada con Gesù vanno anche i suoi discepoli, che possono essere motivo di angustia. Sono pensieri, progetti, difficoltà, qualche delusione, incertezze, paure, che per chiamarle “croci” dovremmo sapervi mettere dentro il condimento dell’amore. E’ questo che trasforma ogni cosa in “croce”, come la intende Gesù, beninteso, e non la cattiveria, la rabbia, la disperazione. Solo l’amore. Diversamente, sarebbe una maledizione, una vera disgrazia,  situazione bel triste e maledetta, e non un’opportunità di vita. Come pure accettare con equilibrio la dolcezza e l’amarezza viene dall’amore.

In siffatte condizioni mi sono chiesto e mi chiedo in chi ho posto io la mia fiducia, in chi la pongo ogni giorno. Perché questa è la  fede. Non è sapere dare risposte esatte, come Pietro, ma dare fiducia e seguire chi questa fiducia mi mette davanti. Cammina davanti a Pietro e ai suoi Gesù, cammina davanti a me Gesù, cammina davanti a voi, in mezzo a voi, nelle necessità o situazioni a volte poco piacevoli, difficile da accettare. Allora la mia strada “davanti” non è la sfiducia, non voglio sia la paura, la delusione, la rabbia, l’impotenza. La mia strada “davanti” ogni giorno è Lui! “Voi chi dite che io sia?”. “Tu sei la mia strada!”

Se io cammino su questa strada, cammino nell’amore, e lo seguo, anche le questioni maggiormente intricate posso portare, sebbene la soluzione possa essere diversa da quanto mi aspetto. Allora mi chiedo ancora: Dove trovare questa fiducia? Come posso trasformare in un luogo d’amore, di dono, di vita, e non semplicemente di fatica, preoccupazione e sofferenza ciò che avviene nella mia storia, nel mio ministero, nella mia famiglia? Come posso accettare le prospettive umanamente poco allettanti, per nulla attraenti che anche Gesù ricorda a Pietro che lo pur riconosce come il Messia, “tu sei il Cristo”? Perché Gesù è fermo e deciso su questa strada che percorre, e resiste alla tentazione che gli è più vicino?

Vi è in lui la convinzione confessata e ripetuta nelle parole della prima lettura, e sento che questa convinzione è il vangelo che oggi mie è dato, è la buona notizia per me; sta lì la mia salvezza, la mia, la nostra forza : “Il Signore Dio mi assiste”. Non posso dire di più, perché in questa convinzione che non risiede nella testa ma nel cuore, sta nell’amore, c’è tutto. Non sufficiente pensare “come gli uomini”, confusi o smarriti, per averla in sé, ma “come Dio”.

Casa, famiglia, scuola, lavoro, disoccupazione, salute, malattia, parrocchia… le sue necessità : “il Signore Dio mi assiste”. Ogni mattina, ogni sera, ogni notte, ogni giorno… “il Signore Dio mi assiste”.
E’ il ritornello del discepolo di Gesù. Scandisce i passi miei dietro di Lui, rinunciando ad ogni potere o successo. La mia strada rimane Lui, Gesù, davanti a me, e non io davanti a Lui che anche oggi  mi assicura: “il Signore Dio mi assiste”.



sabato 15 settembre 2012

NEL NOME


Immerso nell'amore, 
il tuo nome è mare,
oceano profondo che non si vede,
inizio il giorno, dono e atto di fede.

Avvolto nell’amore,
il tuo nome è grembo
affettuoso abbraccio, tenera “stanza”
custodisce, nutre dono e atto di speranza.

Dentro l’amore,
il tuo nome è progetto,
sogno che disegna nuova umanità,
la vita mia dono e atto di carità.

In ogni pensiero, volto, e cosa oggi,
il Padre amante, il Figlio amato,
lo Spirito dolce amore,
il nome a fior di labbra e nel cuore

…. ... ...

Lo insegni ai fratelli la Madre,
la donna, si chiama Maryam
“amata da Dio”, loda e sa
nel Nome è nostra salvezza e beltà.






giovedì 13 settembre 2012

PAURA ...

(... ma più forte è l'amore!)


T’inchioda
paura,
nella morte,
amore
ti schioda,
libera vita

Paralisi amara
il cuore volonteroso
crudele stringe,
il sorriso smorza,
ansia il volto
teso dipinge.

Libertà vera
ritrova, germoglia
nuova e forte,
chi ama
povero, umile, mite
non teme morte.

Tentazione
più che debolezza
frena il bene,
tua bellezza,
vince la fiducia,
e coraggiosa tiene.

Paura
triste velo
agli occhi impone,
difforme lo sguardo,
angoscia prende,
non c’è più timone.

Non so
dire o fare,
solo amare
chi è accanto,
non inutile e vano,
rimane a sperare.

Speranza,
semina feconda
inospitali e pur profondi
solchi oggi all’opra nostra,
certezza di buoni frutti
doman il mondo inondi.

Coraggio,
della paura i chiodi 
trafiggono il cuore,
batte ancor più forte,
s’arrovella sulla croce
dove libera l’amore.

Crinale
della vita a servizio,
dono, e bacio,
cammini, conduci,
offri con libertà
a chi ami il tuo abbraccio.

Non più parole
insegni, impari così
ancora da loro il cammino,
genitore o maestro,
esperto o principiante,
umano ma anche divino.

Passione,
dubbio e paura,
rifiuto, incomprensione,
il tuo affanno nel Signore,
si fa fiume inarrestabile
di sua grazia e missione.

Paura
non siam soli a portare,
celare, negare, fingere,
umani, fragili, deboli,
peccatori o santi poco più,
la vogliamo pur condividere.

Amore
ancor di più c’appartiene,
anzi no, di Lui siamo,
fratelli sorelle insieme,
e padre e madre e familiari,
la Sua bontà, schiodati sorridenti 
lodiamo.





mercoledì 12 settembre 2012

LA CAMPANELLA


Per tutti è campanella!
Bambini, ragazzi sorridenti,
alunni, forse modelli studenti,
arrivano al suono atteso
da famiglie e genitori beninteso.

Famiglie
respirano, ansie e trepidazione,
ma ha presa l’emozione
vedere piccoli e grandicelli
crescere intelligenti, non monelli.

Alunni
discepoli aperti ad imparare l’arte
nella vita l’impegno non mettere da parte,
non solo conoscenza e cultura
son speranza di umanità matura.

Maestri
titolo grave d’onore,
ancor più lievito di sapienza e amore,
impastato nel cuore di piccoli a piene mani,
semi oggi, frutti abbondanti domani.

Non docenti
bidelli, segretarie, volontari,
eppure insegnano, completano orari,
caro e prezioso il servizio puntuale, 
grazie alla fatica umile e manuale.

……

Squilla
oggi la campanella per me,
la quattordicesima  per Te,
amo, ripeto, ritorno in classe con passione,
a continuare qui l’affidata missione.

Essere tutti,
a tutti pronto mite, di carità presente,
alunno aperto e maestro che discende
cattedra a servire, prego, senza noia,
il cammino dei fratelli abbia piena gioia.

Grazia
è rimirar la vita in libertà,
imparare pienezza di solidarietà,
in bellezza apprendere l’amore,
la campanella che non conosce ore!