BRICIOLE di PAROLA...nell'omelia
Seconda Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia – 24.04.2022
Giovanni 20,19-31
Dopo la risurrezione di Gesù, quella dei suoi discepoli! Consola i loro cuori sfiduciati, ed essi, risollevati da Gesù, cambiano vita. Ciò avviene nel segno della Misericordia, celebrata con particolare gratitudine in questa seconda domenica di Pasqua. I discepoli ne godono attraverso tre segni.
In primo luogo Gesù dà loro la pace. Quei discepoli erano angosciati. Non erano chiusi solo in casa, erano chiusi anche nei loro rimorsi. Avevano abbandonato e rinnegato Gesù. Si sentivano incapaci, buoni a nulla, sbagliati. Gesù arriva e ripete due volte: «Pace a voi!». Non porta una pace che toglie i problemi di fuori, ma una pace che infonde fiducia dentro. Non una pace esteriore, ma la pace del cuore. Pace che aggiunge in dono un mandato di piena fiducia, un’assoluzione piena di quanto i discepoli avevano combinato. Dice: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). È come se dicesse: “Vi mando perché credo in voi”. Quei discepoli sfiduciati vengono rappacificati con sé stessi. E dal rimorso passano alla missione.
Ancora, Gesù mostra misericordia ai discepoli offrendo loro lo Spirito Santo. Lo dona per rendere possibile la remissione dei peccati, e vincere il male che affligge il mondo. Così il perdono grazie allo Spirito Santo è il dono pasquale per risorgere dentro, e per far risorgere ciò che sta attorno a noi, le nostre relazioni, le situazioni incatenate dall’odio e divisione. Un segno si rinnova e ci rinnova continuamente in questa risurrezione: il Sacramento del perdono, la Confessione. Al centro di questo incontro con il Risorto, come quello dei discepoli quella sera di Pasqua, non ci siamo noi con i nostri peccati, ma Dio con la sua misericordia. E la mano del Padre è pronta a rimetterci in piedi e a farci andare avanti. Questa mano sicura e affidabile è la Confessione. È il Sacramento della risurrezione, misericordia pura.
Infine, dopo la pace che riabilita e il perdono che risolleva, ecco il terzo dono di misericordia dato ai discepoli: Egli offre loro le piaghe. In quelle piaghe, come Tommaso, tocchiamo con mano che Dio ci ama fino in fondo, che ha fatto sue le nostre ferite, che ha portato nel suo corpo le nostre fragilità. Le piaghe sono canali aperti tra Lui e noi, che riversano misericordia sulle nostre miserie. Le piaghe sono le vie che Dio ci ha spalancato perché noi entriamo nella sua tenerezza e tocchiamo con mano chi è Lui. E non dubitiamo più della sua misericordia. In ogni Messa, dove Gesù ci offre il suo Corpo piagato e risorto, Lo tocchiamo e Lui tocca le nostre vite. E noi, come Tommaso, troviamo Dio vicino, e commossi gli diciamo: “Mio Signore e mio Dio!” E ogni pietra tombale, salta! E sta a vedere che pure noi diventiamo misericordiosi!
Lasciamoci risuscitare dalla pace, dal perdono e dalle piaghe di Gesù misericordioso. E la vita sarà risurrezione. Solo così annunceremo il Vangelo di Dio, “la sua volontà, che è amore e misericordia” (Santa Faustina).