domenica 21 aprile 2019

BRICIOLE di PAROLA
...nell'omelia


Giorno di Pasqua – 21.04.2019

Carissimi, “Cristo, mia speranza, è risorto”. Facciamo nostra acclamazione di poco fa. Cristo è risorto! No, non l’hanno portato via il mio Signore, non me l’hanno nascosto o rubato, come temeva Maria: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. La paura di costei, andata di buon mattino per onorare di attenzioni il morto, lo smarrimento per averlo nuovamente perduto dopo averlo visto spirare sulla croce, non hanno motivo di essere. Neanche per noi, neanche per me.

Ancora una volta me lo ripeto, per un dono di grazia che mi è stato fatto, la mia piccola fede: “non hanno portato via il mio Signore, non l’ho smarrito di nuovo, non so dove trovarlo”. Egli è risorto, e niente e nessuno, nessun male, nessuna malattia, disgrazia, nessuna sconfitta della mia buona volontà; nessuna cattiveria o violenza, nessun peccato di cui sono incapace di liberarmi, sia esso menzogna, avidità, odio, proprio nessuna malvagità che chiude cuore e porti, che fa esplodere bombe e uccide innocenti, che nega speranza e vita, che ancora ferisce a morte l’umanità e vorrebbe ricacciarla e costringerla nella tomba, nessuno può e ci deve portare via questa speranza che è il Cristo Risorto, vivente; vivente qui in mezzo a noi, in noi, in me, in ogni uomo e donna, in ogni realtà che attende vera giustizia e liberazione.
Una pietra pesante di tristezza, paura, delusione, non trattenerci nella tomba. Cristo risorto è speranza che dà senso alla mia, alla nostra esistenza, provata, sofferente. Nessuno mi può portare via Gesù dal quale e con il quale sono libero dalla prigionia della morte che vorrebbe seppellire affetti, salute, ideali, sogni, la bella umanità di figli amati da Dio.

Lo conferma la parola di Pietro, che era corso quella mattina al sepolcro per rendersi conto di quello che era successo: “Dio consacrò in Spirito santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passo facendo del bene e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con Lui…Dio l’ha risuscitato ala terzo giorno… e noi ne siamo testimoni”. No, non ci è stato portato via Gesù! Egli ora è vivente tra noi e in ogni nostra realtà che ancora patisce ingiustizia e sofferenza. Da Gesù Risorto viene la vera forza della vita, la luce che vince allontana le tenebre, l’amore che ribalta ogni pietra d’odio e di male.

Con Gesù risorto anche noi siamo risorti! E da risorti, “in piedi”, vogliamo vivere. Uscito da quella tomba, ora Egli è vivo, dimora in noi, ancor più con il Battesimo che abbiamo ricevuto; dimora nel nostro cuore, che non è una nuova tomba, ma un solco dove questo seme di vita continua a morire d’amore, per farci fiorire della sua stessa vita di figli amati dal Padre e di fratelli che si vogliono bene. Quindi “risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”, che non significa disinteressatevi delle cose della terra, ma cercate Colui che è disceso dal cielo, che è venuto da Dio e ha vinto la morte. Vivete ogni realtà creata, ogni realtà di cui siete fatti, dalla salute alla malattia, dall’amore alla fatica di esservi fedeli, dalla famiglia al lavoro, dalle urgenze quotidiane verso i vicini alle responsabilità verso chi viene da lontano, vivete tutto con Lui. La vostra vita è con Lui.

Carissimi, da un pietra all’altra passiamo, “facciamo Pasqua”, oggi: da quella della tomba, pietra che richiude, confina nel buio, schiaccia, decreta la nostra morte, pietra che Cristo Risorto scaraventa lontano, a Cristo stesso, invece pietra fondamentale che dà solidità alla nostra esistenza e sulla quale è possibile costruire una vita nella luce e nell’amore che tutto vince. Una meraviglia stupenda ai nostri occhi, una gioia grande per il nostro cuore, una fioritura di pace e di speranza che viene a rendere bello il nostro mondo, così bello che un giorno ci spiacerà lasciarlo. E solo sapendo che saremo senza ostacoli con il nostro Signore, con il mio Signore, ci allarga il cuore ancor di più. Intanto Egli è qui, è vivo, è vivente in mezzo a noi, ovunque siamo, e questo angolo, spesso di tristezza e morte, è oggi giardino fiorito di vita nuova, profumato di gioia. “Il Signore mia speranza è risorto. Alleluia!”

domenica 7 aprile 2019

BRICIOLE di PAROLA
...nell'omelia



5° Quaresima C – 07.04.2019

- Giovanni 8,1-11

Una “sassata” tremenda quella di Gesù: “chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro costei”. Non meno incredibile, ma stavolta è come una carezza, la sentenza di Gesù rivolta alla donna: “neanch’ io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
Gli uomini sono preoccupati di fare giustizia, apparentemente, in osservanza della legge. Gesù mostra la misericordia.
Già otto giorni fa in quella corsa del padre incontro al figlio che ritorna sporco e affamato, in quell’abbraccio, in quel bacio, avevamo conosciuto la misericordia di Dio, che ha un “debole” a cui non sa resistere: la nostra miseria, il nostro peccato da cui vuole liberarci.

Oggi il gesto e le poche parole di Gesù sono piene misericordia!
- Misericordia è riconoscere la dignità della persona che ti sta davanti, e non fermare lo sguardo spietato,  indagatore e giudice, sul suo peccato o errore.  Colei che gli scribi e i farisei, trascinano da Gesù  non è della categoria di “donne come questa”, aggettivo dispregiativo, ma persona, “donna”, semplicemente, pienamente, stupendamente, come la chiama Gesù al termine di questo drammatico  e sommario processo.
Gesù la chiama “donna” come aveva chiamato sua Madre a Cana e come la chiamerà al calvario. Insomma non la “peccatrice”, ma donna di nuovo. Ecco che cosa fa la misericordia.

- Ancora, misericordia è fare verità. Alla provocazione degli accusatori, “Gesù si chinò e si mise a scrivere con dito per terra”, e loro sapevano bene che cosa significava perché ricordavano senz’altro quello che il profeta Geremia (17,13) aveva lasciato detto: “…quanti hanno abbandonato il Signore, quanti si allontanano da Lui fonte di acqua viva, saranno scritti nella polvere”. O forse potrebbe aver scritto proprio la parola “misericordia”, vera giustizia, di cui tutta l’umanità, anche quella che giudica, ha bisogno.

- Misericordia è più del perdono. Questi è sguardo al passato (“basta, è tutto finito, cancellato, non ci pensiamo più”), la misericordia guarda al futuro di una persona con fiducia e vede la possibilità di bene. Quel “non peccare più,  che Gesù rivolge alla donna, non è un freddo comando, quasi ignorando che la sete d’amore, se non è illuminata dall’aiuto divino, può condurre a sbagliare. Io penso che in quelle parole ci sia come un’assicurazione di Gesù: “va, ora che mi hai incontrato, ora puoi non peccare più”. Vede più possibilità di bene lui che l’interessata! Bellissima misericordia, vera risurrezione!

Ultimo particolare dal racconto: “il mattino”. La misericordia è un nuovo mattino, è l’inizio di un nuovo giorno. Quando noi riceviamo ed esercitiamo la misericordia, il perdono, s’inizia di nuovo a vivere. Ti toglie la pietra dalle mani, ti toglie la pietra dal cuore. Non conta più la notte con i suoi tradimenti; abbiamo davanti un giorno nuovo, una nuova opportunità di vita. E’ già mattino di Pasqua!