lunedì 15 gennaio 2018

BRICIOLE di PAROLA

…dall’omelia di Domenica 14.01.2018

1Samuele 3,3-10 e Giovanni 1,35-42

“Cosa cercate?” già, cosa cerchiamo nella nostra vita, all’inizio di ogni giornata? Un po’ di pace, armonia, serenità, tranquillità, lavoro, salute…Un luogo dove dimorare, dove sentirsi a casa, dove star bene. La domanda di Gesù va subito nel profondo! Oggi, cerchiamo una parola buona, una bella notizia, appunto “vangelo”, che illumini, accompagni, sostenga il nostro cammino, la nostra storia.

Sia io un bambino tranquillo o un ragazzo inesperto, come il piccolo Samuele “che non aveva ancora conosciuto il Signore”, o una persona navigata nelle cose della vita, con interrogativi, domande, problemi, una persona inquieta che cerca “maestri” e dottrine illuminanti, come i due discepoli del Battista, la “bella notizia” che oggi mi è data è che io sono nei pensieri di Qualcuno, nel cuore di chi mio vuol be, mi ama. C’è qualcuno che s’interessa ame, mi cerca, mi custodisce, mi fa invito…Non sono lasciato al buio, non è senza soluzione la mia ricerca, non è inevaso il mio desiderio di vita e di verità! Sempre io sono condotto all’incontro significativo per la mia storia e il mio cammino, un incontro in cui “dimorare”, trovare… “riposo”, cioè amore, senso e pienezza di vita.

Nulla avviene casualmente, ma provvidenzialmente, ed io voglio saper valorizzare queste opportunità che mi sono date. La testimonianza, l’esempio, l’incoraggiamento, la parola disinteressata e buona di persone che davvero hanno incontrato Dio o con me lo stanno cercando, svegliano e mi richiamano all’ascolto, come Eli con il piccolo Samuele che non sapeva ancora chi lo chiamasse nel sonno: “parla, signore, che il tuo servo ti ascolta”. Attirano la mia attenzione e mi indirizzano a fissare lo sguardo là dove è la salvezza, come incoraggia a fare il Battista vedendo passare Gesù : “Ecco l’agnello di Dio”, quasi cedendo a lui due suoi discepoli, forse tra i più promettenti.

Ascoltare, che non è semplicemente sentire, ma concedersi alla Parola, e fissare lo sguardo che non solo vedere, ma vedere in profondità, fino ad innamorarsi, mi consentono di cercare ogni notte ogni giorno, sempre, ovunque, nel tempio come per strada, ciò, o meglio, chi mi dà salvezza.
Samuele “non lasciò andare a vuoto nessuna delle parole di Dio” e divenne suo profeta e guida illuminata della sua gente; Andrea e l’altro discepolo “rimasero con Gesù”, e non solo quel giorno; diventarono a loro volta testimoni di aver incontrato il Messia, la salvezza dell’umanità.



martedì 2 gennaio 2018

BRICIOLE di PAROLA

…dall’omelia della Festa di Maria Madre di Dio
                            Primo giorno del Nuovo Anno 2018

A otto giorni del Natale, all’inizio di un anno che ci auguriamo tutti di pace, serenità, salute e quant’altro ci faccia felici in profondità, ritorniamo all’annuncio che rimane sorgente di ogni speranza e gioia: “è nato per noi il Salvatore”, è apparsa la salvezza nostra… - non ce ne sono altri di salvatori, tecniche o pratiche, o chiunque sia in grado di dare vera pienezza di vita, di pace, di armonia che desideriamo - ed è Gesù. E’ il caso di dire che esso è non solo adagiato nella mangiatoia, ma anche in braccio alla Madre, Maria, oggi venerata dalla comunità dei credenti quale Madre di Dio, in quel Figlio.

La salvezza che ci è donata sta in braccio a Maria, sta nella sua divina Maternità, per quanto riguarda quel Figlio. Non può essere diversamente visto che Dio è Padre e anche Madre, un Padre che ci ama come una Madre. Maria è rivelazione della maternità di Dio.
La salvezza, che è Gesù, sta nella maternità che pure esercita nei nostri confronti, che come Gesù ci plasma. Benediciamola e onoriamola con la vita, questa maternità divina di Maria. Cerchiamola e invochiamola con la confidenza che ci è stata insegnata. Ella è dalla nostra parte e avere per noi Maria, Madre di Dio, ci rende sereni perché sappiamo di essere amati, ci rende forti perché ella ha vinto sul male e su chi lo orchestra; ci rende fecondi di bene. Dire maternità è dire fecondità.

Lo Spirito dell’Altissimo ha consentito questa maternità nel grembo di Maria che ci ha portato la salvezza. Lo Spirito di Dio doni anche a noi una grande fecondità di bene, quella che ci auguriamo tutti all’inizio e per tutto il corso dell’anno 2018.  Un anno, che secondo le parole della prima lettura, sia di benedizione e di grazia, un anno durante il quale possiamo sentire, meglio rimaniamo sereni nel sapere che su di noi è il volto buono di Dio e nel cuore abbiamo la sua pace; e ci facciamo promotore di pace, partecipi del frutto di tanta benedetta fecondità.

Allora, un anno sereno, buono, bello, di pace, salute, armonia… soprattutto un anno fecondo, per potenza di Spirito Santo, come in Maria. Una fecondità del cuore e della mente! Di gesti di perdono, di amore, di solidarietà, di servizio, e di offerta anche della propria fatica per il bene altrui; di silenzio e ascolto della parola del Signore, di abbandono fiducioso a lui quando non comprendiamo il suo agire

Fecondi saremo noi, come Maria, di una maternità vera anche se invisibile agli occhi dei più, che darà alla luce, non solo un anno, ma un mondo nuovo