...nell'omelia
17° Domenica A – 26.07.2020
1Re 3,5-12
- Romani 8,28-30 -
Matteo 13,44-52
“Cercare, trovare, andare,
vendere, comprare…”. Ecco declinata la nostra esistenza. E’
difficile dire che non sia così, anche se con diverse modalità. E che cosa ci
muove, ci fa andare? Forse i pensieri, le preoccupazioni, l’ansia, la paura? Ma
queste ci paralizzano, piuttosto. Ciò che ci deve muovere e far correre è
soprattutto la gioia, la gioia che sa dare un tesoro, la gioia, che sa
suscitare una perla preziosa.
La gioia al contadino, che inaspettatamente
nel corso della sua fatica quotidiana, trova il tesoro, sa suggerire la giusta dose di prudenza; infatti lo
nasconde finché il campo non diventa suo, ma pure gli toglie ogni indugio e ne affretta
l’acquisto. Possiamo immaginare che anche il mercante che cerca perle preziose non
agisca diversamente, trovando una perla
di grande valore. Entrano in
possesso di ciò che reputano assai prezioso, e soprattutto dà gioia, impegnando
ciò che già possiedono.
Nelle due brevi similitudini
adoperate per illustrare la vita, “il
regno dei cieli”, davanti all’agire rischioso dei due fortunati, uno senza
merito, se non quello di sudare lavorando un campo che non è neanche il suo, e
l’altro vedendo premiata la sua ricerca,
Gesù mi porta a chiedermi: la mia esistenza, è un “sacrificio” o un
“affare”?
Io credo, e annuncio, che essere
cristiani non è un sacrificio, un rinunciare a questo a quello, un “vendere”
come fanno i due della parabola, ma un affare, una fortuna, una grazia. Il vero
cristiano non dice “ho lasciato”, mi sono privato di tante cose, o devo dire no
a questo, no a quest’altro, questo non posso, quell’altro mi è vietato”; ma,
piuttosto, “ho trovato”, ho incontrato e possiedo un tesoro. Il vero discepolo di
Gesù non si lamenta di ciò che ha lasciato, non è triste per il sacrificio,
parla sempre di ciò che ha trovato, ed è contento! Proprio come l’innamorato
che trovato l’amore può lasciare la casa..
Ma in fin dei conti cos’è questo
“tesoro” ? Cos’è questa “perla preziosa”? Destano stupore e mettono fretta, due
atteggiamenti inevitabili in chi li incontra. Il primo è immaginabile, ed è
quando qualcosa ti sorprende, cioè ti prende il cuore; il secondo è
comprensibile, non si può perdere un’occasione d’oro. Mi viene da pensare e mi domando: che cosa
mai prende il mio cuore e mi mette fretta? Il tesoro, la perla di grande
valore, sono Gesù, il vero “affare” della mia vita!
Il
tesoro ha un nome, si chiama Gesù, e mi prende il cuore. Finché questo non
avviene, sarò sempre titubante o rassegnato, non impegnerò la mia libertà e
tutto ciò che ho di più caro per averlo. Come pure la perla preziosa, la vita
nuova che Egli ci ha portato. Finché non me ne rendo conto, mi arrabatterò per
essere miseramente felice con quello che ho. E allora, non sempre accontentarsi
è virtù! Gesù è di una preziosità, di un valore, di una bellezza tali che per goderne
e gioirne, mostra un cuore saggio è intelligente, come aveva domandato Salomone,
chi decide di “vendere tutti gli averi” in cui ripone triste
rassegnazione e debole speranza di qualcosa di meglio.
Completiamo,
infine, la declinazione della nostra esistenza che è fatta di “cercare, trovare, andare, vendere,
comprare…”. Lasciamo il “comprare”, e sostituiamolo con “amare”, l’unico investimento
per cui, senza indugio e con gioia, vale la pena rischiare la nostra vita.