lunedì 28 dicembre 2015


MISERI-COR-DARE

(…quando tenue si fanno le luci del Natale!)

Una venuta inutile,
investimento azzardato,
operazione sbagliata,
risultato scontato:
di amore infinita perdita
perché senza fine è!

Dio,
autolesionista,
illuso,
irresponsabile,
causa del suo mal?
Uomo si fa!

Bello e vero!
Amore per dono,
non calcolo o misura,
per la vita e la gioia,
gratuito
miseri-cor-dare!

Lezione a me,
figlio del Padre
immeritato,
imparo amare,
umano vivere
è miseri-cor-dare!

Profitto non conta
in amore,
è vuoto a perdere,
colmare l’altro
di speranza e letizia,
ancor miseri-cor-dare!

Rimani contento,
conserva la pace,
mantieni il sorriso,
sii grato in terra,
misericor-dare 
è luce di paradiso!



domenica 27 dicembre 2015

OMELIA

Santa Famiglia –27.12.2105
- Luca 2,41-52

Dove abita la Misericordia che è nata? In una famiglia ideale? Non esiste la famiglia ideale. Neanche quella di Gesù, con Maria e Giuseppe lo è.
Non è facile la convivenza di generazioni differenti, di persone con caratteri diversi, con fragilità e debolezze proprie, con progetti unici, nel senso che ognuno ha la sua strada e nel contempo va fatta insieme. Così, come a Nazareth, la misericordia di Dio ha scelto di abitare le nostre famiglie con le fragilità e lentezze nostre e dei nostri cari.
Questa confortante rivelazione viene dall’episodio del vangelo che oggi abbiamo conosciuto. A conclusione di un fatto accaduto nell’adolescenza di Gesù, e della discussione di costui con i genitori, “essi non compresero”.
Non è una novità che i genitori non capiscano i figli, e che i figli mettano alla prova e in ansia i genitori, che abbiamo veduta diverse. Questo avviene, forse anche nelle nostre case, no? “Mamma, papà, voi non capite niente, voi pensate vecchio, avete un altra mentalità…”. Così Maria e Giuseppe, “non compresero”.

Per noi è una parola che consola, è vangelo, buona notizia. La non comprensione, presente nelle nostre famiglie, la fatica a capirsi è ritenuta da noi segno di una famiglia, se non sbagliata, quanto meno difficile, non escludono la misericordia, l’amore dato per dono. Abita proprio lì, è lì con voi, carissimi tutti che discutete e lottate in casa per cercare di avere ragione o quanto meno delle spiegazioni; lì dove ci sono genitori che non capiscono, figli che non obbediscono, scontri generazionali continui.
E notate cosa segue a questa discussione. “Gesù – una volta data la sua versione del comportamento avuto che aveva destato angoscia – scese con loro e venne a Nazareth”.

Questo “scese” non è solo geografico, è la sua incarnazione, per la quale tocca con mano il limite dei suoi genitori, e sta con loro. Anche la quotidianità delle nostre famiglie è segnata dal limite dei genitori, limite dei figli, limite delle cose, ma stiamo insieme. Ci preoccupiamo e ci prendiamo cura gli uni degli altri, e questa è misericordia. E la impariamo.

A Nazareth con Maria e Giuseppe “stava loro sottomesso”. Genitori che non capiscono e figlio che, obbediente, sembra rinunciare alla propria testa: altroché famiglia ideale!  Se i genitori possono essere scoraggiati e sentirsi in difficoltà nel loro compito educativo, la misericordia non fa ribelle il figlio.
Nessuno deve essere sottomesso a nessuno, ma in Gesù maturava un’intuizione, e che può maturare nei nostri ragazzi e figlioli: che cioè si può imparare anche attraverso genitori limitati, genitori che a volte non capiscono, definiti sorpassati. Perché la persona che ci abita accanto e si prende cura di noi, capisca o non capisca, è abitata sempre dal mistero di Dio che ci fa  crescere. Non avrà magari studiato come noi, ma ci ama. Non avrà tanto testa come noi, ma molto cuore, più di noi!

Le nostre famiglie hanno i loro limiti, le loro incomprensioni, ma lì, per dono di Dio, sempre misericordia, abbiamo imparato a vivere, lì siamo cresciuti. Sono veri santuari, i primi, dove fare il nostro quotidiano pellegrinaggio in questo anno santo.








OMELIA

 
Giorno di Natale – 25.12.2015

Carissimi tutti “vi annuncio una grande gioia. È nato per voi il Cristo Signore”. E’“…un bambino avvolto in fasce adagiato in una mangiatoia”. Un Bambino che sa di tenerezza e di latte, di baci e di panni che lo riscaldano, è il volto della Misericordia di Dio che dà salvezza. Viene a noi nella semplicità, chiede a noi calore, porta amore.
Noi , qui come i pastori, con l’unico atteggiamento che questo bambino chiede, e cioè di essere “curiosi”, accogliamo questa “bella notizia”, la misericordia, amore dato per dono.

Innanzitutto è da vedere, da rendersi conto, da toccare con mano che non c’è inganno né illusione. La misericordia, la bontà di Dio, siamo invitati a vederla magari non nei grandi gesti o opere ma nella semplicità che ci sorprende, nella bellezza di questo mondo affidato alle nostre mani, nella povertà che ci affianca perché non ci scoraggiamo, nella mitezza che ci sorride, nel perdono che ci guarisce nelle nostre divisioni. Vedere la misericordia che ci è usata, come vedere delle persone o una famiglia che si ama e si sostiene, dove ci prende cura l’un dell’altro; ma anche vedere la misericordia che ci è chiesto di usare. Senza indugio, cioè senza rimandare e senza pregiudizi di sorta, godendo della conferma che riceviamo a quanto sentiamo nel nostro cuore,e cioè il bisogno di essere amati.. Questo il primo passo del cammino dei pastori e nostro.

La misericordia è da vedere, e non rimanere indifferenti, freddi, distaccati, quasi prevenuti. E’ sentire che lì, in quel bene, in quell’amore, in quella bontà e bellezza che incontro, in quel Bambino in special modo, ma in ogni sua nascita anche in noi, è la verità dell’umanità; è quello per cui noi siamo venuti al mondo, per essere amati e amare. Sentire ammirazione, commozione, compassione, solidarietà è passare dagli occhi che guardano, e non sempre vedono, al cuore che si muove, si lascia coinvolgere, ama, diventa uno con il bene che si offre, ma anche con il misero e il povero che di questo bene chiede di vivere. Misericordia è entrare nella condizione dell’altro, avere cuore per la sua miseria e volerla condividere. Questo dice quel Bambino,e ci porta al secondo passo di questo andare.

Il terzo passo del cammino dei pastori li porta, e ci porta, a tornare alle cose di sempre, alla nostra quotidiana esistenza e fatica “glorificando e lodando Dio”. Glorificare significa riconoscere, che non è comprendere o capire, ma accogliere la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini.. egli ci ha salvati, cioè amati da mandare il suo Figlio, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia. Glorificare è aprirsi a questa verità di Dio di cui non dobbiamo aver paura, caso mai il desiderio di farlo contento. Questo è il nostro agire da oggi, completato dall’altro atteggiamento che necessariamente è esigito: lodare Dio. L’apprezzamento, la custodia, la passione per la vita in ogni sua forma e bellezza, la salvezza che diamo a questo nostro ambiente e mondo è opera di misericordia oltre che di giustizia, visto che Dio stesso ha voluto che il Figlio suo ne fosse partecipe come  noi, con noi.

Visitati dalla misericordia nata tra noi in Cristo Signore, facciamo crescere questo Bambino nella nostra vita, e cresciamo con lui imparando a vedere, a sentire e ad agire come Lui è venuto ad insegnarci Buon Natale. Vedete la bontà di Dio e fatele vedere, sentite il bene che vi vuole e ditevi quello che vi volete, viene da Lui, Andate e agite, la misericordia vi porta ed è affidata alla vostre mani. Sì, Buon Natale.

venerdì 25 dicembre 2015

OMELIA

 
Notte di Natale 24.12-2015

Carissimi tutti “vi annuncio una grande gioia. È nato per voi il Cristo Signore”.
Il volto di un Bambino che sa di tenerezza e di latte, di baci e di panni che lo riscaldano, è il volto della Misericordia di Dio che dà salvezza. Mendica accoglienza e porta gioia, e rivelare subito i tratti del Padre suo celeste che non s’impone ma si offre con delicatezza, con rispetto grande,  al bisogno profondo che noi abbiamo di essere amati e che non sempre riconosciamo.

“…un bambino avvolto in fasce adagiato in una mangiatoia”.Questa nascita dice lo stile di Dio, e allora non possiamo né avere paura di fronte a Lui - ci prende il cuore con queste semplicità  e mitezza – né essere tristi e preoccupati.

Il “bambino”ci svela che la misericordia è presenza umile, combattiva tenerezza del vangelo, che con delicatezza si oppone all’arroganza dei cuori, li invita fuori dalla notte in cui si trovano, toglie le catene dell’odio, del rancore, della vendetta, fa cadere le armi dalla mano degli uomini, ispira pensieri di fedeltà e di custodia verso chi e verso quanto ci è stato donato in questo mondo, fa limpido il nostro sguardo. 
Questo “bambino” crescerà ma resterà il Bambino che ci è stato dato, si manifesterà sempre così, “amore dato per dono”, umanità bella, umanità di cui abbiamo nostalgia quando, purtroppo, conosciamo violenza, crudeltà, ingiustizia; umanità che risolleva dalla tristezza o miseria in cui tanti “poveri” sono confinati, e muove noi a meraviglia.

Riscoprite fratelli e sorelle tutti, con stupore questa umanità di Dio, a noi data da Cristo Gesù.
Il bene ha il volto della semplicità, umiltà, limpidezza, candore, ed è salvezza dalla superbia e prepotenza.
Il bene non ha doppi fini o interessi, se non quello di dare bellezza alla vita, come bello è il volto di un bimbo. E vogliamo sia volto bello anche il volto dei bambini non voluti e uccisi nel grembo materno o nella guerra, di tanti bambini violati, maltrattati, trascurati, provati dalla miseria….

Questa umanità è avvolta in “fasce”, va protetta. Diamo calore, più calore, più amicizia sincera, più fraternità bella perché il freddo della solitudine, le asperità pungenti dell’esistenza non mettano il diritto di essere umani di tutti, confermato dall’incarnazione del Figlio di Dio. Diamo il calore di chi apre il cuore  e, se necessario, le porte della propria casa; il calore di un abbraccio, di un sorriso, il calore del perdono, della solidarietà: sono le “fasce” che avvolgono e proteggono. Una calda umanità è salvezza dall’individualismo e dall’egoismo di tante nostre relazioni gelide e formali. Carissimi, ci sia calore nella vostra casa; calore per i poveri, anziani, ammalati, per gli immigrati e profughi…

E, infine, la “mangiatoia”! L’umanità del Figlio di Dio, e con Lui la nostra, si fanno cibo, pane, alimento, per tante persone. Ed è pienamente realizzata, quando sfamiamo di amore il nostro mondo, quando vinciamo la fame materiale di ancora troppi poveri, la sete di giustizia di molti altri, riconosciamo e difendiamo la dignità dei più deboli e infelici, diamo speranza anche a chi ha sbagliato, prigioniero della sua stessa cattiveria. Uso il presente perché con Gesù il futuro è già qui. Vogliamo essere lì nella “mangiatoia”, nel posto dove gli altri possono nutrirsi non della nostra rabbia o odio, ma della nostra misericordia, del perdono, da noi ricevuto e da noi usato.

Stupore, calore, amore… fan rima con il Salvatore. Non ci scandalizza più che ci stia anche…dolore. Ma stanotte ci mettiamo soprattutto gioia! E anche là dove la sofferenza e la tristezza non vogliono cedere il passo, proprio là, prima che altrove, ci sia l’eco della gloria del cielo e la pace data a tutta la terra. Buon Natale.













MISERICORDIA NASCE

 
Silenzio favoloso
fascia la terra,
una carezza,
abbraccio affettuoso
tutto rinserra.

Il volto Bambino,
semplicità e calore,
sorride al mondo,
e il cuore va,
vede conosce amore.

Grigio mattino
è pieno di pace,
indugia la luce
a venire alta,
ogni rumore tace.

Andate, trovate
misericordia santa,
curiosa speranza,
vi sorprende il perdono
e la gioia si fa tanta.

Non più lacrime
su ogni viso,
ferite e colpi
guariti in un bacio
di paradiso.

Per tutti e per tutto
è buona novità,
credete all’Amore,
Cristo Gesù, Dio,
è la bella umanità.










giovedì 24 dicembre 2015

PENSIERI...

del giorno 24.12.2015 

 
– Luca 1,67-79
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, 
e dirigere i nostri passi sulla via della pace».


Benedetto sei tu, Signore, mio Dio e Salvatore; hai visitato e visiti continuamente  la mia vita, chiedi di entrare nella mia storia perché questa diventi la tua vita di…misericordia.

Sii benedetto perché riconosco la tua vista nell’esistenza di tanti fratelli e e sorelle  che sostieni con la medesima misericordia. E quando non la vedo, o dubito, lo creo. Anche per loro tracci vie di salvezza. Ma aiuta la mia fede.

Benedetto, Signore, per le promesse di bene che mi accompagnano. Sono incoraggiamento a fidarmi di te. Le realizzerai come vuoi, quando vuoi, con chi vuoi che si realizzino… fa’ che mi bastino le tue promesse, di esse io viva,e ogni giorno mi sorprenderai. Che io viva con la stessa fiducia anche le promesse che riguardano coloro che amo e che mi sono cari. Anche per loro, tu ed io, vogliamo felicità. Tu, Signore, non deluderai. Ti lodo e ti benedico.

Signore, tu nasci tra noi per risollevarci tutti.
Giaci come bambino per esserci accanto nella semplicità in cui ti doni.
Vivi del calore  con cui accetti di essere rivestito da noi, poveri.
Ti fai pane nella mangiatoia per nutrire la nostra fame  d’amore e di vita.

Così ci offri il perdono alla nostra arroganza e sufficienza, alla mancanza di umana e fredda indifferenza, all’egoismo avido che si nutre degli altri.

Signore, rischiara anche le mie tenebre e che io cammini alla tua luce, fuori di ogni ombra di paura e di morte. Maria, madre mia e fiducia mia, m’accompagna. Amen.


* Medita : Come in Zaccaria c’è spazio in me per lodare e dire bene di Dio? Come posso oggi riconoscere la sua misericordia e il suo perdono verso di me? Come annunciarlo agli altri? Oggi la mia tenerezza sarà per…? Come aiuterò qualcuno ad incontrare il Signore che viene?

* Prega – parla tu, con brevi parole tue piene di confidenza e …

intercessione           R –Signore, ascolta!

* La tua chiesa sia sempre vigilante nell’attesa del regno e lo annunci   R
* I cristiani siano attenti alle necessità dei fratelli  R
* Ciascuno trovi la sua gioia  nel servizio e nell’amore reciproco.     R
* Tutti gli uomini siano artefici di pace, giustizia e fraternità.       R
* I poveri e gli immigrati trovino solidarietà e condivisone in noi..   R

padre nostro

Signore Gesù, vieni e illumina chi non sa di aver bisogno di essere amato ; fa’ che sperimenti di esserlo veramente e così esca dal buio e dalla tristezza. Che ogni uomo e ogni donna, sopratutto coloro che sono più provati, possano incontrati e vedere il tuo volto anche nella nostra amicizia e fraternità.  Vieni, Signore Gesù!

mercoledì 23 dicembre 2015

PENSIERI...

del giorno 23.12.2015
 
– Luca 1,57-66
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
 Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Signore, come in Maria, anche in Elisabetta hai manifestato la tua misericordia, la tua amorevole cura per la miseria che ci affligge. Fa’ che pure di me, vendono la mia povertà, i miei limiti errori, ci sia anche chi sa vedere quanto sei buono. Non a me, ma al tuo nome dà gloria. E se qualcosa di bene è visto in me, la lode e la riconoscenza siano tutte per te.

Elisabetta, donna “liberata” dalla tua misericordia, è diventata donna 2coraggiosa” che interviene, da te ispirata, ribelle alla condizione di silenzio che le era imposta, a dire la verità del suo bambino. Che la determinazione sua sia un me per difendere il tuo progetto di salvezza (Giovanni : “Dio ha fatto grazia” e non temere obiezioni della mentalità corrente.

Rimasta nascosto per nove mesi, Elisabetta fa sentire la sua voce di donna ed è proprio di chi si tiene in disparte con il Signore saper intervenire quando la grazia chiama. Così maturi anche in me, Signore, il tuo progetto; che io lo manifesti con la gratitudine, al gioia, la forza che sempre da te viene. Anche la bocca degli altri si apre allora alla testimonianza, come Zaccaria, e la benedizione che sale a te si moltiplica.

Che la mia vita, Signore, la mia parole, il mio ministero, comunque ora si orienti, il mio modo di donarlo, susciti meraviglia dei cuori che si aprono a te. Vedano la tua mano di misericordia su di me. Io sono chiamato ad aprire strade, ma tu rimani la via.

“Che sarà mai questo bambino?”. E’ domanda , preghiera, fiducia di ogni genitore  che ammira il proprio figliolo. E’anche la mia davanti ad ogni fratello e sorella che il signore ha messo sulla mia strada per dirmi che, proprio così,  Egli “fa grazia” a me.
Quindi non il lamento, la preoccupazione che possono dare, ma lo stupore e la lode per il bene che ne viene. “La mano del Signore è con lui”, e la misericordia continua. Amen.


* Medita : Quello che io vivo e compio, il bene che do alla luce, come può essere anche per gli altri? La mia vocazione donna, di uomo, di sposa, sposo, genitore, come può “convertire” il cuore di chi mi è affidato? So avere il coraggio di proporre quello che il Signore mi ispira? Con la mia vita so suscitare stupore che incoraggia? Che cosa posso fare oggi?

* Prega – parla tu, con brevi parole tue piene di confidenza e …

intercessione           R – Vieni, Signore, e salvaci!

* Cristo, parola eterna, manifestata nella nostra carne, sii per ogni uomo il cammino che conduce al Padre   R
* In te noi abbiamo vita: suscita nei nostri cuori la lode e la misericordia  R
* Tu sei vicino, Signore,sei presente in ciascuno di noi: rivelati ad ogni uomo che ti cerca con cuore sincero.     R
* Amico dei  poveri e consolatore di chi soffre, fa’ di noi dei portatori di liberazione e di gioia.       R
* Tua mai la vita, hai combattuto e vinto la morte: liberaci dalla morte eterna.   R

padre nostro

Signore Gesù, o Emmanuele, Dio con noi: vieni a salvarci con la tua presenza. Il tuo nome ci ricordi che Dio cammina con noi e si fa compagno di ogni nostra strada e di ogni nostro viaggio, ci sostiene nei nostri passi e ci rialza da ogni caduta. Vieni, Signore Gesù!






martedì 22 dicembre 2015

PENSIERI...

del giorno 22.12.2015 

Luca 1,46-55
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Signore, mi unisco e sottovoce  accompagno il canto di lode di Maria perché solo lei sa elevarlo con cuore d’amore pieno; ma anch’io riconosco la “tua salvezza” in questi lunghi anni di ministero, sia nella mia come nella storia di quanti ho incontrato.Ti rendo grazie e ti benedico per il bene  che hai fatto a me e a loro.

La tua misericordia mi ha preso in cura da quando , piccolino, ancora incerte era la mia esistenza. Hai sostenuto la mia famiglia, mamma e papà poveri; forte, la mamma, fragile, il papà,e poi Antonio, che a me si è fatto secondo e bisognoso di essere alla pari. Mentre mamma e papà sono in cielo dopo averci dato vita ( ormai è il compleanno nostro!), continua, Signore,a prenderti cura di Antonio, della sua salute, della sua famiglia e anche della sua…testa!.

Signore, non ti ha impressionato o scoraggiato la mia stoltezza e miseria; sei stato paziente, mettendo accanto persone buone, sagge, sante. Grazie per i fratelli e sorelle che mi hanno dato e mi danno esempio, incoraggiamento e affetto. In ogni luogo, “di generazione in generazione”, mi hanno fatto, con te, felice.

Signore, ora continua la tua rivoluzione d’amore. Tieni al tuo braccio e vinci la superbia e l’ambizione che vorrebbero distrarmi da te e servirmi degli altri. Dona umiltà a tutti e “rovescia”, o meglio, “raddrizza” con la tua grazia chi si crede superiore. Tocca il cuore dei ricchi, dei sazi, e dà serenità ai poveri con la giustizia e la generosità di possiede.

Aiutami  nei momenti di sconforto, e quando mi chiami a dare la vita, ad essere “servo per amore”, a “ricordarmi della tua misericordia” perché tu mai mi abbandoni e nulla mai, né salute né malattia, né vita né morte, potrà separarmi da te. La tua promessa mi fa vivere e mi dà la gioia di cantarti. Che ogni mio incontro conduca alla lode, al ringraziamento, a confessare che tu fai grandi cose non solo in me, ma in ogni povero, in ognuno che in te confida.

Signore, fa’ che anche i miei fratelli, quelli della  mia “casa”, la cui soglia io varco con amicizia, siano lieti, espansivi, mai imbronciati con il volto teso,e le preoccupazioni non li rendano tristi e chiusi. Non siano muti, ma, con il sorriso sulle labbra, con gli occhi luminosi, la gioia nel cuore, le ami aperte a donare, l’abbraccio a “riscaldare”, sappiano manifestare la sorpresa e la bellezza della tua bontà.

Il nostro canto di lode, il “magnificat” con Maria, si amplifichi fino all’eternità, perché “eterna è la tua misericordia”. Amen.


* Medita : Quale lode posso elevare io al Signore? Che cosa ha fatto in me o per me? Che cosa può ricordarmi la mia… povertà, la mia umiltà? Quali azioni di Dio so scorgere attorno a me? Dove ho visto la sua misericordia? E soprattutto dove io posso essere strumento di questa, cioè quale gesto “rivoluzionario” posso compiere nella mia vita e nel mio ambiente?

* Prega – parla tu, con brevi parole tue piene di confidenza e …

intercessione           R – Signore, noi ti preghiamo!

* La tua chiesa si rallegra di te: fa’ che sappiamo accoglierti con gioia.. R
* Abramo ti accolse: fa’ che sappiamo incontrarti e servirti negli ospiti.  R
* Mosè condusse il popolo a libertà: fa’ che crediamo la tua protezione più forte delle armi.     R
* Davide danzò davanti a te: facci pronti a riceverti con gioia.       R
* Maria attese in silenzio il figlio della promessa: fa’ che stupiamo sempre delle tue opere.   R

padre nostro

Signore Gesù, aiutaci vivere con serenità la nostra piccolezza e rinnova in noi la capacità di fare memoria della tua misericordia, per diventare profeti di speranza. Sostienici anche  nel  fare scelte e gesti controcorrente per dire che un mondo nuovo è possibile con te.
Vieni, Signore Gesù!






lunedì 21 dicembre 2015

PENSIERI...

del giorno 21.12.2015

 
– Luca1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 

Signore, la madre tua, appena tu l’”abiti” la porti “in uscita”, ed ella va presso la cugina Elisabetta.
Costei “avverte” la tua presenza in lei e ciò fa danzare di gioia il suo cuore, al creatura che anch’ella porta in grembo.

Signore, quando mi reco da qualcuno, faccio visita con le più belle intenzioni, che io ci vada recandoti e chi mi accoglie abbia modo di sentire la tua presenza, la tua vicinanza, la partecipazione alla loro storia e a quello che tu fai in loro e per loro.
Il mio essere presso questa comunità, in questa “casa”, sia motivo di stupore, di meraviglia per quello che tu mi dai di portare a loro,e cioè te stesso.

La mia ricchezza  sei tu, la mia bontà sei tu, la mia sapienza sei tu, Tu sei l’amore che mi fa “alzare e andare in fretta”. Fa che il mio alzarmi e  andar in fretta non siano maldestri, distratti stanchi, rassegnati… Non volti tesi e duri per la fatica, di “andare” ogni giorno a fare le stesse cose, a dire e ad ascoltare le stesse parole….

Signore, che incontrando i mie fratelli, io faccia sentire il bene che è in loro, il bene che li abita e che sei Tu, le cose belle che custodiscono e fanno con te. Come è successo ad Elisabetta che ti ha incontrato nella madre tua, fa che questo “bene” cresca in essi, venga alla luce, e diventi un dono per tutti come lo è stato poi Giovanni Battista che ha preparato la strada te.

* Medita : Che cosa oggi mi ha fatto alzare e mi fa andare di fretta : il lavoro, il dovere, la casa, gli adempimenti, le scadenze …o l’affetto, l’amore, l’interessamento per il bene degli altri?
Quale il criterio per misurare la qualità delle mie corse : la preoccupazione, l’affanno, il fastidio…o la gioia che procuro, la serenità che porto, la lode che faccio uscire dal mio cuore?
Quale il bene che oggi posso raccontare e condividere con chi incontro?
Non è più il tempio , come è stato per Zaccaria, il luogo della misericordia, ma la soglia di una casa che io oggi voglio varcare per dare un saluto.

* Prega – parla tu, con brevi parole tue piene di confidenza e …

intercessione           R – Apri i nostri cuori alla tua venuta!

* Vieni, Signore: la chiesa sappia vivere in povertà e condivisione. R
* Vieni, Signore: i cristiani costruiscano un mondo migliore.  R
* Vieni Signore: gli uomini siano liberati da ogni schiavitù.     R
* Vieni, Signore: la nostra comunità ti annunci al mondo.       R
* Vieni, Signore: in ogni volto ti vogliamo riconoscere!   R
padre nostro

Signore Gesù, portato da Maria che ti custodiva in grembo, hai fatto gradita e cara visita alla casa di Zaccaria e hai fatto danzare di gioia il bambino che anch’ella portava in grembo, donaci di regalarci un abbraccio e di comunicarci il bene che  è presente, per misericordia del Padre, nella nostra vita. E’ il modo più bello per rivelare al mondo il suo e il tuo volto. Vieni, Signore Gesù!