venerdì 30 gennaio 2015

VITA CONSACRATA


Il mio amore
è obbediente,
so a chi appartengo,
al Suo.


Il mio amore
è povero,
nulla mi manca,
ho tutto, ho Lui.

Il mio amore
è casto,
respiro libero,
libertà dono.


Vita sacra,
con Lui,
con voi.
Con-sacrata!








OMELIA


4° Domenica B – 25.01.2015
- Giona, 3,1-5
- Marco,1,14-20

Ascoltare il proprio cuore e la voce di Dio, lasciarsi penetrare da uno sguardo che ci attrae, una presenza che ci accompagna nella vita: ritroviamo anche oggi, nella parola proclamata, questi elementi per il nostro cammino.

Nella prima lettura il profeta Giona presta ascolto, a dire il vero dopo molta resistenza, a Dio che lo invia predicare ai non credenti, ai pagani di Ninive, poiché a Dio sta a cuore la sorte, la salvezza di tutti gli uomini.
Per noi, chiamati ad uscire dal nostro sentirci privilegiati, diventa esemplare la loro conversione.

Questo impegno di Dio di volere il bene di tutti si manifesta in modo speciale con la venuta di Gesù che si presenta con un annuncio perentorio: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”. E’ un annuncio che ci coinvolge e che non concede dilazioni, ritardi, rimandi.

“Il tempo è compiuto”, oppure, in altra occasione, come nella sinagoga di Nazareth, “oggi si compie quello che avete udito”, significa che con Gesù è arrivata la salvezza, cioè la capacità di amare, di dare pienezza di senso e significato alla nostra esistenza, di rinnovare il mondo, di rifare l’umanità. Cristo Gesù era ed è il punto in cui converge la storia e da cui diparte in modo nuovo. Questa novità è determinata, è voluta da Dio. E’ Dio che la fa. E allora, perché non c’è? Perché  il mondo continua nell’angoscia che lo tormente,a perché l’umanità è ancora tanto infelice? Perché io continuo a sentire il peso e la tristezza di vivere quotidiano?

Perché “il regno vicino!”. Il mondo nuovo è qui. Se è Dio che fa, che compie, c’è però spazio per la mia libertà. Nell’accogliere questo compimento, questa presenza siamo interpellati. Esso è vicino, ma sta noi incarnarlo, cioè renderlo visibile, concreto, con la nostra adesione e responsabilità. Se il mondo non cambia la colpa non è di Dio, è nostra noncuranza. Noi contribuiamo o ritardiamo la realizzazione piena del regno di Dio, che rimane a noi vicino.

L’annuncio di Gesù manifesta chiaramente un’urgenza. Ecco allora la chiamata decisa dei primi discepoli, Simone e Andrea, poi Giacomo e Giovanni, senza tante spiegazioni.
E come ogni cosa che non può più aspettare, domanda una prontezza, eccoli lasciare cose e affetti.
Gesù si fida di questi uomini e li chiama, loro mostrano di fidarsi di colui che diviene il Maestro e gli vanno dietro. Si instaura una relazione di fiducia incoraggiata da quella frase che è per tutti “convertitevi e credete al vangelo”, cioè rivedete il vostro pensare e affidatevi a Dio che vi ama.

Un nota singolare: tutto questo comincia a manifestarsi “dopo che Giovanni fu arrestato”, come a dire che anche la fine di un sogno, e Giovanni ne ricordava continuamente uno speciale, può aprire ad una nuova realtà, ad una novità che è la nostra salvezza. “La vostra storia, la vostra vita, la vostra giornata, sono ormai piene dell’amore di Dio, affidatevi a Lui”.


domenica 18 gennaio 2015

OMELIA


2° Domenica B –18.01.2015

- 1Samuele 3,3-10
- Giovanni 1,35-42

Un dono abbiamo ricevuto, una gioia ci è stata donata, ricordavamo nella celebrazione del recente Natale. Domenica scorsa, la conferma dalla voce misteriosa del Padre, “tu sei mio Figlio, l’amato, di te mi sono compiaciuto”, e con lo Spirito che come colomba discendeva su Gesù, in occasione del Battesimo o gesto di penitenza, amministrato da Giovanni, colui che era stato mandato a preparargli la strada. Bene, e adesso che a noi questa “strada”, questa “via” della vita viene indicata, come possiamo coglierla e di qui percorrerla? Cosa o chi ci aiuta?
Dalla Parola che ci è stata rivolta, colgo tre risorse, tra indicazioni, che ci consentono di prendere questa via. 

1°- E’ l’ascolto, la disponibilità e la capacità di ascoltare, che è molto di più che udire e sentire; ascoltare le proprie ispirazioni, il proprio cuore, quello che ci sveglia dentro, quello che ci sorprende anche nel buio, nel sonno, nella nostra tranquillità o inquietudine. E’ quanto colgo nell’episodio che narra della chiamata del piccolo Samuele. Una voce nella notte, non capita subito, confusa con altre, insistente e la disponibilità a cercarne la provenienza, a dire il proprio “eccomi”. Perché era “il Signore che chiamava il giovane”. Sì, il Signore bisbiglia appena e di notte. E l’ascolto vero non lascia andare a vuoto una sola delle sue parole.

2° - La seconda indicazione che mi mette in cammino è lo sguardo, o meglio, l’essere penetrati da un sguardo a cui non si resiste. Lo avete sperimentato nella vostra storia d’amore, ove all’origine c’è sempre uno sguardo o un incrociarsi di sguardi. Giovanni vede e indica Gesù. I suoi discepoli dirigono su di lui i loro occhi e soprattutto Gesù si voltò, li colpì con il suo sguardo e la domanda, “che cosa cercate?”. E questi andarono e ancora videro dove abitava. E’ tutta una questione di sguardi, di saper indirizzare e cogliere lo sguardo che ci  raggiunge. Quello che ci incuriosisce, ci fa osare, è sempre uno sguardo di simpatia., di amore. Vogliamo sentire su di noi questo sguardo di Gesù, e allora ci muoviamo dietro a lui, e troviamo il tempo di fermarci con lui, e avere luce e forza per fare la nostra strada. Ma se siamo distratti o guardiamo solo ai nostri passi, non ascoltiamo e seguiamo i suggerimenti dello Spirito, la nostra vita rimarrà incompleta.

3° - La terza “fortuna” è quella di poter contare su una presenza che insegna l’ascolto e ci apre allo sguardo che sa cogliere le opportunità. Nella Parola di stamane ecco la figura di Eli, guida intelligente e saggia del piccolo Samuele, Giovanni il Battista, vero educatore spirituale che non lega a sé, non aggrega al suo gruppo, ma lascia andare dando giuste indicazioni; e poi questi primi due discepoli di Gesù, Andrea in particolare che coinvolge  il fratello Simone. La fede è intrasmissibile, giacché è una chiamata-adesione personale, e Dio ha per ognuno delle vie tutte sue. Ma noi possiamo trovare giovamento o essere di giovamento a nostra volta, in qualità di genitori o educatori, o animatori, quando la presenza che ci è accanto o che siamo per gli altri, è presenza dello Spirito di Dio.

Un ascolto attento e disponibile, uno sguardo sincero e ammirato, una presenza amica e illuminante, sono dono di Dio, segno della sua iniziativa che si innesta su un’ansia e una ricerca che abbiamo nel cuore, e che gli avvenimenti della vita accendono sempre di più. Ma insomma , “che cercate?”. “Venite e vedrete”. Non ci resta che andare fino in fondo, dimorare con Gesù.







sabato 3 gennaio 2015

OMELIA


Primo Gennaio 2015

E’ il primo giorno del nuovo anno 2015. Siamo qui a 8 giorni dal Natale e il nostro ritrovarci in preghiera con Gesù è per dare lode al Padre che ci dato il suo Figlio attraverso Maria, piena di grazia, cioè abitata dallo Spirito santo, onoriamo oggi come Madre di Dio.

Questo evento è la benedizione che tramuta il tempo da uno scorrere di giorni, mesi, anni, in uno scorrere della benevolenza di dio tra noi. fa del tempo, della vita, della storia, una grazia cioè luogo di amore e gioia, pur in mezzo a tante difficoltà.

E proprio perché tempo d’amore e di gioia che deve essere per tutti (come diceva l’annuncio dell’angelo!), è anche tempo di impegno, di responsabilità. Oggi è la giornata mondiale per la pace, e nel suo messaggio Papa Francesco ci chiama a “globalizzare la solidarietà”. “Non più schiavi, ma fratelli” è la convinzione che deve relegare tutte le nostre relazioni.

Se davanti al tempo passato, appena concluso il 2014, il nostro cuore esprime gratitudine, perché il Signore ci è stato vicino a noi vicino, e qualche slancio di bene  ci è venuto, ne siamo stati testimoni, il tempo presente chiama la nostra passione per la vita in tutte le sue belle forme, la passione per la fraternità degli uomini. Vive della nostra attenzione e sincero interesse per il bene del mondo, della compassione che Gesù ci ha insegnato e che ci porta a vincere l’indifferenza, soprattutto verso coloro per i quali il presente è ancora tanto buio. Noi lo illuminiamo.
E guardiamo al futuro con speranza. Il Signore ci conduce e incoraggia la nostra libertà a dire di sì a questo cammino di bene, di giustizia, di pace, di solidarietà, di gioia. A tale proposito condivido con voi alcune righe del messaggio per questa giornata della pace. Sono molto più precise chiare delle parole che possiamo dirci noi.

Davanti a molteplici forme di schiavitù e sfruttamento  che feriscono bambini, uomini e donne di ogni età e condizione, migranti o senza lavoro, così recita il messaggio di Papa Francesco.

“Occorre …operare gesti di fraternità nei confronti di coloro che sono tenuti in stato di asservimento. Chiediamoci come noi, in quanto comunità o in quanto singoli, ci sentiamo interpellati quando, nella quotidianità, incontriamo o abbiamo a che fare con persone che potrebbero essere vittime del traffico di esseri umani, o quando dobbiamo scegliere se acquistare prodotti che potrebbero ragionevolmente essere stati realizzati attraverso lo sfruttamento di altre persone. Alcuni di noi, per indifferenza, o perché distratti dalle preoccupazioni quotidiane, o per ragioni economiche, chiudono un occhio. Altri, invece, scelgono di fare qualcosa di positivo, di impegnarsi nelle associazioni della società civile o di compiere piccoli gesti quotidiani – questi gesti hanno tanto valore! – come rivolgere una parola, un saluto, un “buongiorno” o un sorriso, che non ci costano niente ma che possono dare speranza, aprire strade, cambiare la vita ad una persona che vive nell’invisibilità, e anche cambiare la nostra vita nel confronto con questa realtà.

Sappiamo che Dio chiederà a ciascuno di noi: “Che cosa hai fatto del tuo fratello?” (cfr Gen 4,9-10). La globalizzazione dell’indifferenza, che oggi pesa sulle vite di tante sorelle e di tanti fratelli, chiede a tutti noi di farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità, che possa ridare loro la speranza e far loro riprendere con coraggio il cammino attraverso i problemi del nostro tempo e le prospettive nuove che esso porta con sé e che Dio pone nelle nostre mani.”

La vergine Maria, la Madre di Dio, ci ha dato questo Bambino, Gesù, la gioia del mondo. Ci aiuti ad accoglierlo, Egli ci conferma nella nostra fraternità.






VENE


(… del primo mattino!)

Vene nel cielo
fan scorrere vita
sulla terra,
e, azzurro giallo
rosa oro,
di alti colori
irrora gli amori.
Quasi segni di matita
completan l’opera
non graffiano, veri,
né turbano,
gli umani sentieri
Vene segrete
abitano il cuore,
batte, pulsa, ansima,
muove a stupore.
Svenarsi,
non perdita,
è dono dall’alto,
s’affaccia
luce e sorriso,
il cielo la terra
ora apre
a paradiso.





giovedì 1 gennaio 2015

SALUTO


(…al tempo, nuovo anno:
gloria nei cieli e pace sulla terra!)


Sfolgorante inizio,
dorato parto,
vieni tempo di grazia
dal grembo dell’ Eterno,
abbraccia la terra.


Candido gelo
di poesia ricopre
scorza e tenero cuore,
materna presenza
custodisci l’amata terra.


Promesse e voti
porti con te,
umanità di nuovo sorpresa,
non ritrarre
il bacio alla terra.


Forte dolcezza,
dolce vigore,
percorri il mondo,
sogna liberi cieli,
di Pace feconda la terra.


Tempo pieno
di bellezza e amore,
vieni luce e calore
in ogni casa e famiglia 
sia gioia di meraviglia.


Sia rima e danza
il tempo nato,
scorre e avanza,
a pienezza di vita
conduce la storia,
è fatto per noi,
noi per la Gloria.