FRAMMENTI...
... dagli ESERCIZI SPIRITUALI
con fra
Michael Davide Semeraro – Monaco benedettino
“TESTIMONI di CRISTO CHE DONA
LA VITA IN ABBONDANZA”
Camposampiero 26/02/18 -
02/03/18
Appunti
26.02.2018
* “Testimoni di Cristo che dona
la vita in abbondanza” : ma noi siamo “capaci” di accoglierla? Fare spazio
all’abbondanza? Fare “vuoto”?
* Occorre lasciarci sedurre da
Gesù ( che non è …seducente, poiché rispetta la nostra libertà!), senza
diventare sedotti, ma entrare nella “sequela”. Egli ci vuole “fratelli” e
“figli di Dio”.
* Chi è il Signore Gesù? E’
colui che ha il desiderio, la pretesa, la passione d’amore di entrare nella
nostra vita, poiché di noi è innamorato. Egli ci dice “Io ci sono” dentro la nostra storia. Egli ci rivela Dio che non è
quello che dice “Io posso” o “Io non posso”, ma “Io ci sono”, “Io sono qui,
accanto a te”.
* Quando Gesù chiede ai
suoi “Chi
sono io per voi?”, e Pietro dice “Tu
sei il Cristo”, Egli lo fa per rispondere sua volta e poter dire “Tu sei Pietro”. “Tu sei Pietro per me”.
Egli, allora, non cerca semplicemente la risposta di Pietro, ma vuole che
Pietro sappia come è visto dagli occhi di Dio e conosca se stesso. “Tu sei Cristo”, “Tu sei Pietro”. Quello
che Gesù svela ha un valore terapeutico: “Tu sei questo per me!”. Il “per” è la
preposizione propria di Cristo. Quante volte nel vangelo di Giovanni appare che Gesù è … “per”! Sono venuto per…!
*
Due persone , nel vangelo di Giovanni, hanno narrato e manifestato la sua
venuta in modo singolare (anche se non ci sono i vangeli dell’infanzia):
-
Giovanni il Battista che non “prepara la strada”, ma è colui che…”fa ombra alla
luce”. E’ l’ombra che dice la luce! Calcolando l’ombra si capisce a che punto è
la luce della giornata! Così Giovanni non confonde se stesso con la luce (“Io devo diminuire”). Così egli “mette
al mondo Gesù” indicandolo, mettendo la luce sul candelabro. E questa luce ci
strapperà dal buio…paura, vergogna, senso di colpa.
-
La Madre che a Cana di Galilea “mette al mondo Gesù” con la “rivelazione” a cui
lo spinge. Rivelandolo lo impegna. Gesù è venuto perché la festa non abbia
fine. E subito dopo, contestando quello che avviene al tempio, farà comprendere
che il vero tempio è là dove le persone vivono, non dove…macellano.
Appunti
27.02.2018
* Il progetto di Dio
sull’umanità è la vita in abbondanza, è la gioia. Per questo il Salvatore si
“compromette” per noi (“Io ci sono”). Partecipa alla nostra vita e alla nostra
morte.
*
Gesù è venuto ad annunciare non l’
“eccellenza” della vita ( essere i primi, i migliori, i più bravi,…i più
santi!), ma l’ “eccedenza” della vita, un di vita, la pienezza della vita. Non
è importante “eccellere”, essere i primi, davanti, perfetti… ma “eccedere” nel
dare vita!
Con
quello che avviene all’inizio a Cana di Galilea e alla fine presso la tomba di
Lazzaro, Gesù offre dei “segni”. Ad un matrimonio e anche ad un funerale Si
“compromette” perché abbiamo più festa e vita.
*
L’eccedenza della vita vale più di tutti i sacrifici, l’eccedenza d’amore pone
fine ad ogni sacrificio. Ed ecco che Gesù contesterà subito quello che avviene
al tempio. (cfr Gv 2).
*
Nicodemo (cfr Gv. 3) nella sua visita notturna Gesù sembra intervenire per
“integrare” Gesù che si presenta così rivoluzionario. Ma Gesù non si lascia
“integrare” con ciò che non dà lode al Padre e beneficio ai fratelli. Guida,
pian piano, Nicodemo ad “uscire” da un vecchio sistema di “sacralità” del
tempio per “entrare nel Regno di Dio”,
la santità della vita.
Anche
noi corriamo il rischio di avvicinare Gesù, di fargli i complimenti per
ammansirlo secondo le nostre idee. Ma Lui non ci sta; Egli che conosce che cosa
c’è in ogni uomo. Così in un itinerario che si concluderà con la sepoltura di
Gesù, dove Nicodemo è presente, questo discepolo di Mose e della legge, diverrà
discepolo di Gesù e del Padre Suo. Ma lentamente e con coraggio deve uscire
dallo schema antico per entrare nella testimonianza, testimonianza che Gesù è
per la vita vera.
Appunti 28.02.2018
*Pure
Giovanni il Battista viene usato dai farisei per tentare di far ripensare Gesù
(cfr. Gv 3). Vogliono creare o insinuare la concorrenza; controllare il flusso
della vita, che sia tutto in ordine, a posto. Mentre, invece, il ministero è
ministero di indicazione, non di gelosie… “Io
devo diminuire, lui crescere”. Così il Battista compie la sua missione
senza volerla continuare. Giovanni non etra nello schema dei farisei di far
entrare tutti nel loro gruppo, nella propria logica, quella del controllo.
Non
controllare, ma dare spazio alla vita, fiducia alla vita, all’umanità, non
pensando che “sono fuori”. E poi, non purità, ma sanità…santità!
*
Con la donna di Samaria (Gv 4) Gesù sta al pozzo nella debolezza, nella
vulnerabilità di chi è stanco e assetato. Non teme la situazione problematica
della donna (Egli che conosce cosa c’è nel cuore e nella vita di ognuno!). Così
qualunque incontro è l’occasione per avviare un processo di salvezza, per
aprire e abbondare davvero in vita.
Non
dobbiamo avere paura dei problemi delle persone e accoglierle solo quando non
ne hanno. Ma allora che salvezza possiamo annunciare e offrire?
*
Gesù conduce la donna a “dire il vero”, a dire se stessa, la sua storia, l’attesa
di salvezza, l’attesa del Messia che deve venire. Egli viene corteggiato dalla
“verità” della donna e dalla sua condizione. Perché non mi salvi? Probabilmente
soffriva per la legge del levirato che prescriveva ad una donna a cui fosse
morto il marito di prendere un parente di costui per dare un figlio. E aveva
avuto ben cinque “uomini”. E nessun figlio…
*
La donna rimane colpita dall’atteggiamento rispettoso e illuminante di Gesù che
gli ha detto tutto quello che aveva fatto. Questi le ha salvato la vita perché
le ha permesso, l’ha aiutata a dire il vero e a confessare il suo bisogno di speranza,
la sete profonda.
Ciò
che ha salvato questa donna è stato un uomo “umanizzato”, cioè capace di
rivelarsi nella sua parte più debole, capace di relazione…da umanità a umanità!
E’ stata salvata da se stessa, dalla paura di se stessa, che non le permetteva
di dire quello che poi ha detto. Ha trovato libertà!
Appunti 01.03.2018
*
Giovanni 11: la risurrezione di Lazzaro. Non è semplicemente il miracolo ultimo
e più grande che Gesù dà della sua persona. E’ il “segno” che prefigura quello che attende e vivrà Gesù, il mistero della sua morte e risurrezione.
E’ pure illuminante sull’esperienza di morte risurrezione a cui siamo chiamati
anche noi.
*
Lazzaro malato e in pericolo di morte rimanda alla debolezza, alla vulnerabilità
di Gesù. Solamente questa diventa luogo e occasione di salvezza. Ciò che salva,
dà vita e offre speranza, non è la prova di forza, ma l’esporsi anche alla
possibilità di essere rifiutati e sconfitti.
*
Gesù ritarda e fa silenzio per due giorni prima di raggiungere l’amico che ne
frattempo muore. Questo spazio incomprensibile dice ciò che non è stato detto
nei due giorni che sono seguiti alla morte di Gesù, e cioè il silenzio del
Padre. Lazzaro è davvero l’icona di quello che Gesù ha vissuto nella passione e
come mai il Padre non si è precipitato ad impedirne la morte o a risuscitarlo.
Anche
noi non sempre dobbiamo precipitarci perché non succeda il peggio, ma affinché
si compia ciò che si deve compiere. E questo per la fiducia che riponiamo in
Dio e nel suo progetto. Inoltre, non necessariamente c’è qualcosa da dire. Meglio
attendere in silenzio la salvezza del Signore!
*
Lazzaro, il morto, ode la voce di Gesù, perché “le sue pecore ascoltano la sua voce”. Non c’è morte che tenga! Non
può rimanere nella tomba, nessuna pietra può impedirgli di “uscire”.
Pure
noi aspettiamo che la morte faccia il suo corso, perché solo allora sarà
risurrezione; altrimenti sarà solo rianimazione o sopravvivenza. Noi siamo
fatti per vivere non sopravvivere e per questo dobbiamo attraversare la morte.
*
La risurrezione è l’insurrezione della speranza possibile solo quando si tocca
il fondo. E’ inutile arginare la morte. Dobbiamo accettarla avendo fiducia nel
Padre come l’ha avuta il Figlio.
“Padre, ti ringrazio, perché mi
hai ascoltato…”. Ecco il senso di questa preghiera di Gesù
prima di chiamare Lazzaro fuori dalla tomba con un “grido” – “le pecore
ascoltano la sua voce” - che dice lo strazio e la fiducia.
*
“Liberatelo e lasciatelo andare”: la
risurrezione, ogni risurrezione, anche quella spirituale, è liberazione, è dare
libertà, e non dipendenza. E’ allargamento di orizzonti, non sopravvivenza.
*
Giovanni 12 : a Betania Maria unge e asciuga i piedi di Gesù e apre così alla
sua passione. Gesù impara dalla donna non un gesto cultuale ma un’eccedenza
d’amore e di intimità che dicono proprio quello che Egli farà e vivrà. La cena
di Betania dà a Gesù l’dea come vivere la Sua ultima Cena. Ha imparato
l’eccellenza dell’amore dall’eccedenza dell’amore!
Giuda
invece segue la logica del calcolo. Egli è il discepolo deluso di Gesù che
cercherà un risarcimento delle sue aspettative, arriverà al tradimento. E
richiama al dovere, mentre Gesù, il
“povero”, colui che sta per morire, insegna che davanti al mistero della
Pasqua si deve entrare nella logica dell’eccedenza. Io sono discepolo “in
eccedenza d’amore” o “di calcolo del dovere”?
*
Giovanni 13 : nella lavanda dei piedi Gesù esprime e si muove nella
“femminilità”, cioè nella intimità che ha imparato da Maria a Betania, nella
vulnerabilità, nella capacità di dare senza mantenere posizioni di forza (anche
se dirà, “io , il Signore e Maestro”).
Gesù parla con i gesti, cambia il posto a tavola…non è colui che presiede,
spezza il pane… fa gesti del servo e di chi è intimo. Essere servi= essere
intimi!
Pietro,
pur lento nel comprendere, di Gesù si fida. A differenza di Giuda, il discepolo
deluso che del Maestro non si è fidato. Infatti “no. tutti sono puri, mondi”.
*
Giovanni 21,12 : “Venite a mangiare”.
L’abito del Risorto è quello della madre (ancora una donna!) che prepara e
invita a mangiare i discepoli, ma lei non mangia. La “femminilità, ovvero la
vulnerabilità, l’esporsi, riveste il ministero, la passione , la morte (sangue
e acqua…sono elementi vitali “femminili),la risurrezione. E così Gesù rivela
Dio!
Appunti 02.03.2018
*
Giovanni 18 : Gesù si fa arrestare, perché “Padre,
conoscano tuo amore!”. “Ed io
attraverso questo amore sia in loro”. La sconfitta, e poi la morte, sono
un’opportunità di… amore, e quindi di una nuova vita, un di più di vita.
*
Il Getsemani è il luogo del torchio, del frantoio, della…trasformazione.
E
Gesù viene trasformando la costrizione in libertà. La libertà non è evitare il
pericolo, ma attraversarlo. “Nessuno mi
toglie la vita, sono io che la dono”.
Così,
in ogni momento della sua passione, Gesù non sta subendo, ma sta assumendo per
dare testimonianza della Verità.
*
Giovanni 19. La Verità del Vangelo: ciò che permette di esercitare un potere
(vedi Pilato) è ciò che serve ad incrementare la vita dell’altro! Così,
solamente nella relazione si fa la
Verità, e di qui la libertà (“la verità
vi farà liberi”). La libertà è scegliere in che cosa investire o pagare di
persona perché ci sia per tutti “vita in
abbondanza”.