1° -PASSI nella MISERICORDIA
RICEVERE MISERICORDIA
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“Non
sono i sani che hanno bisogno del medico, mai i malati!”
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Conversione
Per vivere bene la
“Riconciliazione” è necessario avere chiaro che cosa sia l’amore (e in questo
ci aiuta la familiarità con Gesù) e che cosa sia il peccato (e qui abbiamo
l’esperienza tutta nostra, ma sempre alla luce del vangelo!).
L’incontro che avviene nella
“Riconciliazione” non è come quello che si attua in un tribunale, ma ha un
carattere intimo e raro come gli
incontri di tenerezza tra amanti.
E’ l’incontro con Cristo Gesù ed
è una terapia di verità, di umiltà, di coraggio, fiducia che mi rimette in
cammino anche tornando sui miei passi e incoraggia a cambiare atteggiamento e
mentalità. Questo ritorno, mai chiuso e concluso, è la mia “conversione”.
DARE MISERICORDIA
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Scarica la tua parola nel mio cuore! |
“
Consigliare i dubbiosi ”
“Consigliare”
è opera di misericordia che richiede un grande rispetto per la libertà della
persone a cui ci si rivolge e tanta delicatezza per non imporsi alla sua
coscienza. Questa è il luogo primario del “consiglio” che nessuno può violare o
a cui nessuno può sentirsi superiore. Solo il Signore conosce bene che cosa c’è
nel cuore dell’uomo (cfr Gv 2,25)
Per “consigliare”
occorre esperienza, competenza, vera saggezza, soprattutto libertà da se
stessi, dai propri obiettivi per non condurre l’altro dove si vuole. Può dare
consigli buoni chi si astiene dall’avere potere su chi si vuol… adulare,
sedurre, manipolare, ma sta nello spazio del servire la libertà altrui.
Certamente l’autorità o la responsabilità educativa nei confronti di chi ci è
affidato ci abilita ad essere consiglieri , ma per essere veri e buoni è
indispensabile l’amore, la misericordia.
L’esercizio del
“consigliare” tiene conto del luogo dove si esercita tale responsabilità.
Particolare luogo di
“consiglio” e di educazione è la famiglia, il rapporto tra figli e genitori; la
stessa relazione tra i genitori può
essere testimonianza e consiglio.
Come pure la vita nella
comunità cristiana e tra amici.
Il “consiglio” va
offerto con attenzione alle possibilità delle persone di recepirlo, e
aiutandole a farlo; con attenzione alle situazioni che si presentano o si
intravedono; con delicatezza ma anche con fermezza (“la combattiva tenerezza
del vangelo”) nell’amore e nelle responsabilità affidateci.
“Consigliare” ponendo domande in modo che ognuno,
cercando la risposta dentro di sé, faccia emergere quello che lo Spirito gli
suggerisce. Più che una lezione da impartire, un’indicazione, mai autoritaria,
ma autorevole, da dare, “consiglio” è cercare insieme, discernere insieme la
via migliore,
Il dialogo è ascoltare
insieme il “consiglio” dello Spirito.
Se oggi non sono facili
a trovare persone di umiltà e di “consiglio”, non ci sono certamente molti…
“dubbiosi”, altri “umili”, che lo cercano. Il timore di riceverne di
sbagliati, la sicurezza di bastare a se
stessi, l’arroganza, non aprono a chiedere “consiglio”. Paura di disturbare?
E questo non solo tra i
nostri ragazzi e giovani che vogliono fare di testa propria (cosa comprensibile
alla loro età!), ma anche adulti, genitori, uomini e donne che ritengono di farsi
da sé, responsabili che sanno già come agire e quello che il Signore (sic!)
vuole.
Fammi consapevole
del mio bisogno di conversione
e con serietà fa' che lo colmi nella
realtà
della mia vita quotidiana.
E se mi riconosco indegno e peccatore,
dammi la tua misericordia.
Donami la fedeltà che persevera
e la fiducia che ricomincia sempre,
ogni volta che tutto pare fallire.
Romano Guardini