Pentecoste
– 24.04.2015
- Atti 2,1-11
- Gal 5,16-25
- Giovanni
15,26-27; 16,12-15
Il mandato affidato da Gesù ai suoi e quei segni che
avrebbero accompagnato la Parola annunciata come sottolineava il vangelo
domenica scorsa , si compiono in forza e con la forza dello Spirito Santo che
viene effuso, dato in dono ai discepoli di allora e di adesso. Quei discepoli
erano ancora lì chiusi, in quella stanza dove si erano rifugiati nei giorni
della Pasqua, e pure noi, non tanto diversi, dobbiamo fare i conti con le
nostre incertezze e durezze, dubbi o paure.
Lo Spirito, cioè
Dio, la sua presenza e azione in noi, è come il vento la cui direzione,
nonostante gli ostacoli che frapponiamo, rimane libera e chiara. E’ lo Spirito
della verità, ripete Gesù, che ci guida alla verità tutta intera. Questa è
l’amore che Dio ha riversato con abbondanza nel nostro cuore, nella nostra
storia; l’amore di Dio che deve circolare tra di noi, fare di noi un’umanità
che si incontra, dialoga, pur con linguaggi differenti, costruisce un mondo
nuovo per tutti i figli di Dio. Se ci amiamo, in noi è lo Spirito di Dio con
tutto il suo peso, la sua gloria, come era in Gesù. Se vi volete bene, lo
Spirito abita presso di voi, è nella vostra casa; vi conduce a fare esperienza di
quanto Dio vi ami, vi voglia bene.
E poiché lo
Spirito vi abita, ciò che è prodotto dalla mentalità di questo mondo, una lunga
serie ricordata da Paolo nella sua lettera. non può trovare cittadinanza in
voi. Poiché il frutto dello Spirito è invece amore, gioia, pace, grandezza
d’animo, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Questo
variegato frutto che dà sapore buono alla nostra esistenza è ciò che ci fa
testimoni di Gesù e ci consente di parlare un linguaggio che tutti possono
comprendere, un linguaggio che parla di Dio e delle sue opere.
Lo Spirito,
nelle immagine bibliche, è travolgente. Un po’ meno appare così nella nostra
vita. Gli mettiamo dei freni. Eppure, nel racconto di questo evento di
Pentecoste, il cinquantesimo giorno dalla Pasqua, c’è un’immagine che mi
colpisce in modo particolare: quelle lingue come di fuoco, che si dividevano
e si posarono su ciascuno di loro. Al che tutti furono colmati di
Spirito Santo.
Chi riceve,
accoglie, vive il dono dello Spirito diventa significativo. Significativa è una
cosa che indica, mostra, dice la verità; significativa è una persona su cui
puoi contare, che ti è di riferimento, che ti…incendia. Questa immagine del
fuoco, suggerisce che il discepolo del Signore non è ignifugo, uno che smorza, che
spegne ogni entusiasmo, ogni bella passione per la vita, per il vangelo, ogni
impegno per il mondo migliore, ma è uno che s’ accende, s’incendia di amore, e
incendia il mondo. E’un incendiario, non un pompiere della bontà! Uno che
diventa a sua volta fuoco!
Vieni, Santo
Spirito, riempi i nostri cuori, e accendi in noi il fuoco del tuo amore.