lunedì 25 febbraio 2013

PROTESI ALLA GIOIA


( … pensieri serali, passi di una “piccola missione parrocchiale”
                                                                         17- 24 febbraio 2013)

Felicemente nel cuore protesi,
dall’Amato stupiti e presi,
dalla gioia tentati, autentica passione,
entriamo in perfetta letizia, nostra missione.

Il cammino è tracciato,
da carne e sangue segnato,
lo Spirito spinge con amore
sulle orme di Cristo Signore.

Lunedì  18.02 

- Levitico 19,11-18
- Matteo 25,31-46

“Io sono”, si svela Dio,
subito il passo lieto diventa mio,
trinitaria carità in cielo
ai poveri in terra si fa vangelo.

Martedì 19.02

- Isaia 55,10
- Matteo 6,7-15

Pioggia e neve in sintonia
confermano l’orma della giusta via,
donata la Parola benefica, feconda,
il dolce nome di Padre di gioia m’inonda.

Mercoledì 20.02

- Giona 3,1-10

Non temo cadute e ferite,
per esse son premura e cura mai udite,
viene universale la misericordia divina,
“Dio si pente”, di ogni errante vera medicina.

Giovedì 21.02

- Ester 4
- Matteo 7,7-12

Preghiera confidente, fiduciosa,
al Padre che dona ogni buona cosa
a chi chiede, cerca, bussa con insistenza
contento di sì alta e vicina provvidenza

 

Venerdì 22.02

- unzione degli infermi

Orma più alta e più sicura,
profonda, incancellabile, dura,
vertice segreto della gioia la croce,
nel Signore sorgente d’acqua viva e dolce

(Adorazione della croce)

Stan ai suoi piedi, innamorate
le donne dall’Amore scelte e chiamate,
semplici, povere, libere, gioiose,
Suo gaudio e corona  sono spose.

Sabato 23.02

(alla Cresima dei ragazzi)

Maternità di gioia limpida e vasta,
testimoni dello Spirito, nient’altro, basta,
verginità in letizia perfetta,
santa ogni orma, via benedetta.

Domenica 24.02


Tentati, sorpresi, protesi, coinvolti,
il cuore gonfio, unti di grazia, luminosi i volti,
gioia pasquale, anticipo del Risorto mio Signore,
“Adveniat” ovunque lode, benedizione  e amore.















BRICIOLE di VITA

SALUTO alle SORELLE della COMUNITA' "ADVENIAT" - 24.02.2013

L’esperienza vissuta da Pietro, Giacomo, Giovanni, sul monte Tabor è stata anche la nostra in questi giorni della “piccola missione parrocchiale”. Non solo abbiamo visto Gesù trasfigurato, ma addirittura siamo stati “trasfigurati” anche noi con Lui. Così ho colto nella parola di Dio di questa domenica anche il saluto che con affetto indirizziamo alle sorelle che sono salite.
Faccio un po’ mie queste parole nel rivolgermi con gratitudine affetto a loro.


“ Sorelle carissime e tanto desiderate, nostra gioia e nostra corona, rimanete salde in questo modo in cui vi abbiamo conosciute, salde nel Signore, innamorate di Lui, ricche del suo amore, piene di gioia, carissime (cfr. Filippesi 4,1).

“E’ bello per noi”… avervi avuto qui, ove siete salite a pregare, a donare la vostra visita,a condividere la vostra gioia (cfr. Luca 9,33).

“E’ bello”… che voi abbiate a restare con noi! Dai, “facciamo più che tre tende”, anche un appartamento caldo, perché voi rimaniate.

Ma potreste dirci, giustamente: “voi non sapete quello che dite”.

E’ vero, non lo sappiamo, come non lo sa chi, tentato dalla gioia si lasciato catturare, sorpreso vi si è concesso, coinvolto ne è stato travolto; l’ha gustata e ora ne desidera ancora di più. Già ne sente tanta nostalgia!

Come è stato per Gesù, avete mostrato a noi, nel vostro, il suo volto, e nei semplici saii che indossate, la sua veste candida e sfolgorante (cfr. Luca 9,29).

Questa luce, bella, allegria santa, si è riflessa sulla nostra comunità, su quanti hanno potuto  godere di una vostra visita, di un momento di ascolto, di una gesto, di una parola buona e incoraggiante. Tutti abbiamo beneficiato, e continueremo a farlo, della vostra preghiera, del vostro canto che ci risuona nelle orecchie e nel cuore, della vostra contemplazione e intercessione, del combattimento spirituale che sostenete per noi.

Ma ora viene una “nube con la sua ombra” (cfr. Luca 9,34).
Non è il cielo che si rabbuia o che ridiventa triste. Non vogliamo sia questo. Non lo volete voi. Non lo vuole nemmeno il Signore che vi ha inviate. Ma un pizzico di dolce mestizia che rende ancora più cara la perfetta letizia. lo possiamo avvertire.

Questa “nube” è lo Spirito di Gesù che rimane ad accompagnare il nostro cammino. E poiché sotto questa “nube” già voi siete come Maria, affinché  il nostro cuore non ceda alla tristezza, voi ci indicate Gesù, fonte della gioia.
Siete come quella voce che disse a discepoli :
Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” (cfr. Luca 9,35)
Ci dite:
“Questi è lo Sposo nostro, l’amato. E’anche per voi!”.

Riceviamo le vostre parole come la consegna affettuosa che ci lasciate, voi sette segni – sacramenti della sua gioia. Ancora più vasta con le sorelle che ritroverete a casa, in particolare Madre Elena e Suor Valeria, che dalla croce della sofferenza lasciano sgorgare fiotti di amore e di incoraggiamento su di voi e anche su di noi.

Senza gioia non c’è fede. Con l’amore è la gioia, la fede, la vita che loda e canta il Suo Signore.

Per una volta speriamo di poter disobbedire al vangelo, e quello che fecero i testimoni di quanto avvenuto sul Tabor, che non riferirono a nessuno ciò che avevano visto (cfr. Luca 9,36), noi non vogliamo, non possiamo farlo. Vogliamo dire a tutti quello che abbiamo vissuto. Il silenzio, per il momento, non si addice alla gioia, e se ad essa siamo protesi e condotti chiediamo aiuto per farlo con il canto di una vita di cui Francesco e Chiara sono esempio.

Che frate Francesco e sorella Chiara protegga anche la vostra comunità e si realizzi il carisma per cui il buon Dio ad essa e a noi vi ha donati: che il Suo regno venga!”






 
OMELIA


3° Quaresima C - 24.02.2013

- Genesi 15, 5-18
- Filippesi  3,17-4,1
- Luca 9,28b-36

L’esperienza vissuta da Pietro, Giacomo, Giovanni, là sul monte , è stata anche la nostra in questa settimana della “piccola missione parrocchiale” con le sorelle della comunità Adveniat di S. Maria in Arce – Rocca Sant’Angelo - Assisi.
E rimane sempre la nostra se accettiamo di seguire Gesù, sul monte, là dove il cielo sembra toccare la terra. Davvero questo è avvenuto con la presenza di queste sorelle.

E, nella preghiera, come sottolinea il vangelo, diventa pure nostra quella trasfigurazione del maestro che sorprende i suoi discepoli. L’esperienza di cui siamo stati testimoni e che ci è stata donata in questi giorni c’è lo conferma.
La preghiera è la condizione che ci trasfigura, cioè rivela il mistero di luce che c’è in noi, come c’è in Gesù. E resistere nella preghiera, perseverare nel tenere il nostro sguardo d’ amicizia e d’amore su Gesù, resistere alla tristezza, allo sconforto, alla paura…nella preghiera e nella fraternità, ci consente di vedere la Sua gloria, ma anche di scoprire la nostra, nascosta nel profondo di ognuno. E con essa lo stupore e la gioia!

Sì, guardando Gesù vedremo anche noi stessi “trasfigurati”, pieni di luce perché amati.
Ecco il motivo di tanta gioia, di perfetta letizia. Non l’assenza di prove e di croci, ma la presenza dell’amore che ci abita. Dio è innamorato di noi; da sempre ci ha promesso un’alleanza, una comunione, una familiarità, un’intimità, anticipata in Abramo (1° lettura), realizzata pienamente al termine di queste esperienza terrena( ci fa intuire la seconda lettura), ma già presente con il dono di Gesù. Le sorelle che sono state tra di noi ne sono state un segno, come il suo volto e le sue veste sfolgoranti.

La trasfigurazione, e non semplicemente il cambiamento della nostra vita, che per il momento non è l’annullamento della croce di tutto ciò che ci fa soffrire, viene ogni volta che seguiamo Gesù; se camminiamo come suggerisce il tempo quaresimale sulle sue orme che abbiamo un po’ individuato in questi giorni: la carità, la Parola, la misericordia, la preghiera, e non di meno la sua vicinanza noi nella prova e debolezza. Orme che ci fanno avanzare sulla via della gioia che sa di Pasqua, di risurrezione, di vita già nuova.

Noi ci trasfiguriamo con Gesù se lasciamo libero sfogo alla presenza di Dio, alla luce che dimora in ognuno di noi. Rimaniamo sempre quello che siamo, ma il nostro volto è come preso dalla luce che abbiamo dentro. Occorre salire anche se abbiamo davanti una montagna di oscurità e di fatica, di dubbi e di debolezze e cadute. La promessa di Dio ad Abramo, promessa attuata già in Gesù,,
 il segno datoci anche in questi giorni, segno che sono per noi fratelli e sorelle la cui gioia è nel Signore, sono il nostro sostegno.

Pietro, Giacomo e Giovanni non si sono resi pienamente conto dell’esperienza che avevano vissuto. Ma a loro una voce è risuonata ad incoraggiamento. “Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo!”. Non sempre riusciamo a penetrare ciò che ci viene donato o ci capita. Rimanga nel nostro cuore questo invito. Custodiamolo e nella vita viviamolo, più grandi della fatica e dei dubbi, sono la stupore la gioia. La nostra fede crescerà, salirà, e ci svelerà lo splendore che c’è in noi.




sabato 16 febbraio 2013

BENVENUTE !


(… accoglienza delle Sorelle della Comunità Adveniat
                                      “piccola missione parrocchiale”)

S’apre la luce al giorno,
paese ancora maculato intorno,
resiste il bianco candore,
è ora della grazia e il suo stupore

Venite, sorelle care, desiderate,
vi vogliamo bene voi di più ci amate,
preparata ogni cosa con onore,
vostra casa è il nostro cuore.

La venuta fraterna annuncia primavera e festa,
giorni che il Buon Dio ha in cuore e in testa,
pensati, voluti, a noi donati da bella semplicità
già son germogli pasquali di tanta carità.

Giovanili volti, dello Spirito cristalli trasparenti,
siate luce, riflessi dorati, sorrisi attraenti
a Cristo Gesù, ricchi di madonna povertà,
fateci partecipi della vostra felicità.
 
Donne liete, sorelle gioiose, di umiltà santa,
le lodi del Signore umanità che fiera canta,
aperta fraternità, letizia, preghiera,
anche la nostra vita faccian più vera.

Gratitudine vi accoglie, siete benedizione,
conferma della Comunità Adveniat l’elezione,
scelta ad annunciare,  a preparare il regno,
 in cui ognuno amato è fatto degno.

Settimana santa questa non conosce fine,
solo meraviglia luce, gioia, gloria divine,
pienezza d’amore e di carità fraterna,
anticipo di vita, bella, buona, felice, eterna.

Fioriscano con voi sulla nostra terra 
i doni che il Padre nel cuore rinserra,
mostrateci Gesù, voi donne innamorate,
dallo Spirito come Maria adombrate.

Non smetta il canto, l’amicizia e il cammino,
insieme siam piccole luci del prodigio divino,
ma senza parole rimane la contemplazione, l’abbraccio,
                                 benvenute!”
ve lo diciamo ancora con il fraterno santo bacio.


mercoledì 13 febbraio 2013

GIORNI...


Riflessi abbagliano, candore affascina
l’animo di bimbi che il mondo immagina
bello, coperto da soffice manto,
ogni angolo è tutto un incanto.

Nuvole grembi rigonfi, temperatura abbattuta,
attesa la neve, desiderata e temuta,
gioia e festa dei piccoli, dei grandi pensiero
per chi ogni giorno scende sale il sentiero.

Nella tempesta che silenziosa scende
altro bianco manto il cuore sorprende,
età, salute, peso di umane passioni,
dettano all’umile pastore sofferte dimissioni.

Gela di commozione e tenerezza ogni moto
l’annuncio improvviso, si pensava remoto,
eppur ora è dato alla storia e alla preghiera,
l’affetto viene a galla nell’umanità intera.

“Venite in disparte, riposatevi un po’”,
così Gesù a chi in stage d’evangelo mandò,
e ora riposa, ama e prega chi segue il Pastore,
il servizio petrino lo continuerà Lui, il Signore.

Sole di pasqua è mercoledì delle ceneri,
annuncio di vita e di germogli teneri,
di robusti propositi, impegni di novità,
la conversione è frutto di divina carità.

Volto sereno, parola buona, gesti d’amore,
giorni di gioia c’attendono a ore,
benvenute care le sorelle tra noi nel deserto,
piccola missione ove lo Spirito è l’unico esperto

Benedizione e grazia saranno donate,
tra fiocchi di neve e sorprese con fede accettate,
geme la vita che vuol fiorire in letizia,
l’Amore suo nostra gioia e delizia.





domenica 10 febbraio 2013

AMOR MIO


(…agli sposi d’oro e d’argento, a Ronald e Isabel)

Sulla barca saliti giovani e baldi,
di sogni ricchi, freschi e caldi,
tra onde, bonaccia, tanti tanti nodi,
amor mio, ancora insieme, sii felice e godi.

Oro cinquant’anni di vita e d’affetti,
amor mio stiamo uniti, stiamo stretti,
come un tempo di progetti e di passione,
non è ancora finita la nostra missione.

Siamo nonni arzilli per nipoti vivaci,
suoceri un po’ troppo per generi e nuore tenaci,
non sempre sappiam, possiam stare in disparte,
pronti a intervenire o a ben tacere con arte.

Amor ancora tanto ci preme,
per i più giovani il nostro affanno e speme,
la crisi noi l’abbiamo negli anni già vista e vinta,
ora fa male l’esistenza giovane di pensieri tinta.

Argento vivo rimane l’affetto e il desiderio,
amor mio, giovane appassionato e serio,
pur se il mondo chiama a mobilità,
ti offro e benedico la bella fedeltà.

Primavere, estati, autunni, inverni,
venticinque anni continueranno eterni
nei germogli fioriti o ancora gemme preziose,
promesse di vita e di meravigliose cose.

Sponsale esempio di rispetto e libertà,
così che i giovani faccian famiglia con serenità,
a firmare responsabili coraggiosi attori
una storia d’amore che avanza per slanci, e non teme dolori.

A stelle e strisce sono le nozze nel Signore
di Isabel e Ronald, luminoso l’amore,
la festa e la gioia raggiungono il cielo,
per il dono e l’immersione nel vangelo.

Amor mio, giramondo lieti a Monteviale
siam giunti e benedetti in terra ospitale,
ancor più il cuore oggi conosce ebbrezza,
vita e famiglia ti sian commozione in pienezza.

E a voi, amici cari, testimoni un po’ vecchi e rassegnati,
offriamo, semplici, la novità di saperci tanto amati,
l’un l’altro con differente cammino e storia,
ora uniti al Signore, ai nostri piccoli, vera gloria.

Anziani, giovani, novelli sposi, amor mio,
immagine bella e vivente del buon Dio,
a me e a tutti i vostri cari lieti o feriti nel cuore
offrite incoraggiamento e suscitate stupore.

Preghiera e comprensione vostra sono medicamento,
sprone al cammino nostro talvolta triste e lento,
voi ci lasciate lezione, esempio e dono,
sulla via dell’amore vanno solo i passi della gioia e del perdono.

Amor mio, suvvia ora facciamo festa,
il vino, quello buono, è qui, ci dà alla testa,
emozione, gratitudine, piacere, esultanza, 
ancora la vita godiamo con ritmo di danza.





BRICIOLE DI VITA

LA BARCA


(…piccola lettera d'amore agli sposi d’oro e d’argentol)

Carissimi sposi cinquantenni e venticinquenni, non voglio pareggiare con la lunghezza delle mie parole i vostri anni d’amore nel Sacramento del Matrimonio, anni che sono “oro” e “argento”, e per i quali stamattina siete qui a ringraziare il Signore.
Così  mi limito a poche parole, anche  se l’affetto e la gratitudine sono abbondanti, ricordando come un tempo, appunto 50 o 25 anni fa, siete saliti su una barca anche voi e vi siete imbarcati in una navigazione che continua ancora.

Avete solcato mari meravigliosi e sconosciuti; avete fatto vela verso terre promesse non ancora toccate, ma che un giorno saranno il vostro approdo, con il riposo e la facilità piena, senza fine.
Avete conosciuto momenti di bonaccia e di tempesta; siete andati avanti sospinti da un vento forte o accompagnati da una brezza misteriosa  e leggera che soffiava nel vostro cuore.
Nei momenti di pace avete navigato in acque calme e con vento favorevole; altre volte avete insieme fatto forza sulle braccia, avete preso in mano i remi della vostra vita,  e vi siete alternati, magari con qualche discussione, al timone della vostra barca.
Avete scrutato l’orizzonte interminabile, e sognato; avete ammirato fondali luminosi, trasparenti come cristalli, scorto innumerevoli e incantevoli ricchezze nel profondo del vostro mare, con ogni sorta di meraviglie.

Ci può essere stato anche qualche tratto di mare inquinato da miserie, malattie, difficoltà, rifiuti, scorie che gli uomini vi buttano chissà perché… Vi siete salvati e siete tornati a respirare aria pura, benefica per i polmoni, per la mente e per il cuore, avete ripreso fiato e d entusiasmo. Siete tornati a vedere l’azzurro del cielo che si confonde con la terra, pardon con il mare, poiché l’Amore fa tutto uno.

Sulla vostra barca, quel giorno di 50 e 25 anni fa, è salito Gesù. Vi ha chiesto ospitalità. E’ stato determinante, anche se non ve ne siete accorti, subito. Si è seduto inizialmente e ha cominciato ad insegnare il vangelo, con la lezione di vita che voi gli avete messo davanti.
Ha cominciato a raccontare Dio e a dire la buona notizia che Egli ci ama, proprio vedendo come voi vi amavate. Questa presenza, discreta, a volte un po’ dimenticata, è stata ed è la vostra salvezza, e pienezza.

Con Lui avete fatto rotta secondo il progetto del Padre che vi aveva chiamati, con la forza dello Spirito che è amore. Bussola è stata la sua Parola. Egli vi è sempre stato vicino, in silenzio; pareva addormentato in certi momenti e situazioni, soprattutto quando cavalloni terribili vi assalivano, il cielo era nero senza stelle, e la famiglia imbarcava acqua. Ha benedetto il vostro amore nei figli, negli amici, nella pesca abbondante che avete fatto. Continuerà a esservi accanto fino a quando toccherete terra. Ora è vostro ospite; domani lo sarete voi e sarà festa ancor più grande di questa.

A voi che con la vostra barca oggi passate in mezzo a noi, rendiamo onore. Non vi diciamo di farci l’inchino, come la Costa Concordia; già ci dite che è bello navigare insieme, insieme pescare, insieme tirar su le reti, insieme consumare il cibo avuto in dono da Dio e dal sudore condiviso della fronte.

A chi ha fatto naufragio, o ha visto la propria barca andare alla deriva, o è sbattuto da onde pericolose, offrite ospitalità, amicizia, solidarietà affetto, nella vostra ancora solida navigata imbarcazione.
Sosteneteli, familiari o amici, perché abbiano la forza di non lasciarsi andare, abbiano a trovare una zattera di salvezza senza cedere alla tentazione di “assaltare” altre barche.
Abbiano braccia robuste per nuotare se caduti in acqua e fede grande per arrischiarsi a camminare su di essa..Ad ognuno Gesù tende la sua mano e con lui traccia una nuova rotta, con lui la percorre.

Oggi noi siamo testimoni vostri e confermiamo con voi il proposito di non abbandonare la barca, ma di continuare ad amarvi nel Signore. L’amore che offrite a Lui, come avviene nel Sacramento del Matrimonio, Egli ve lo restituisce potenziato perché sia la felicità vostra e la vostra sia quella di tutti noi, del mondo intero.

Felice di navigare con voi.

                                                                                 Il “mozzo” della vostra barca!
    

 

 

 

 

 

 

OMELIA

5° Domenica C – 10.02.2013

- Luca 5,1-11

Gesù. La barca. La vita. Gesù sale sulla barca di Pietro. Lì si siede e di lì insegna alle folle. Di lì parla di Dio, annuncia il vangelo.E’ una situazione reale, ma diventa anche un simbolo bellissimo. Gesù chiede a ciascuno di noi di salire sulla nostra barca, sulla barca della nostra vita. Da lì ci parla innanzitutto, nella nostra quotidianità, nell’impegno di ogni giorno e nella fatica di ogni notte. Luogo privilegiato per ascoltarlo è fargli posto, anche se possiamo essere stretti, condizionati da arnesi e pensieri del lavoro. Possiamo ascoltarlo a distanza, come fanno quelli che sono sulla terra ferma, ma Egli ci fa un regalo salendo sulla nostra barca.

Inoltre, ci prega come è stato per Simone, di mettere a disposizione la nostra vita per raccontare Dio, per dire la buona notizia del vangelo. Ecco come valorizzata la nostra esistenza, spesso stanca e delusa, vuota, a noi sembra di ogni risultato.

Non solo, ma ci chiede di andare oltre: “prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. E Simone, uomo molto pratico, realistico: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E come se dicesse: “sì vado oltre, vado aldilà delle probabilità umane, vado oltre la mia esperienza di pescatore, vado al largo, non i lascio chiudere nei miei insuccessi, in tutto ciò che  mi abbatte”. Ecco cosa fa Gesù sulla mia, sulla nostra barca, nella nostra vita. La Sua Parola ci porta al largo e ci dice che c’è una possibilità nuova.

C'è sempre da diffidare delle parole passate magari per parola di Dio, che sono parole che non portano al largo, ma portano al chiuso, al restringimento del cuore, delle parole che ci  inchiodano ai nostri  insuccessi e magari li appesantiscono, facendoci sentire in colpa: "Ti sta bene. È il castigo di Dio". No. Dio ha parlato in Gesù ed è un Dio che invita a non arrenderci, a non arrenderci mai, ad andare al largo dei profeti di sventura, al largo dei pensieri di sfiducia, al largo di tutto ciò che deprime. È affidandoci, è abbandonandoci, all'incredibile, all'inconsueto che la barca si riempie.

A volte ci si chiede: Ma chi è passato sulla barca, chi mi ha dato questo coraggio, questa forza? E tu dici: È passato Dio, è passato Gesù. Quante volte è passato sulle nostre povere barche, barche fragili, legni oscillanti, barche vuote. E ci ha portato al largo. Ha fatto un miracolo, ancor prima di quello dei pesci, forse più importante. E’ il miracolo di non abbandonare la barca, la barca e il mestiere di vivere, il miracolo del ritentare, il miracolo di credere. Per i genitori, il miracolo di non rassegnare le dimissioni e di continuare l’impegno dell’educazione.

A fronte di questo miracolo, di questo passaggio, di questo essere presente di Gesù sulla nostra barca, ci può prendere un senso di inadeguatezza, consapevoli della nostra piccolezza e fragilità, del nostro peccato. "Allontanati da me, perché sono un uomo peccatore, Signore". E Gesù a Simone: "Non temere. D'ora in poi sarai pescatore di uomini". Cercherai uomini. Vedete com'è Dio. Quando uno di noi, preso dal senso del mistero, si trova a fissare sgomento il proprio limite, la propria condizione di peccato, Dio lo distoglie, lo distoglie da quell'immagine che lo deprime. Dice: "Non temere. D'ora in poi sarai cercatore di uomini". È bellissimo: Dio non si fissa su ciò che è stato, ma dice: "D'ora in poi". C'è un poi. C'è per noi tutti, un sguardo in avanti, ci sono delle prospettive nuove. C'è un poi da riempire! Seguendo Gesù, con la nostra coraggiosa fiducia e generosa responsabilità.