BRICIOLE di PAROLA...nell'omelia
30° Domenica A – 29.10.2023
Esodo 22,20-26 - 1Tess 1,5-10 - Matteo 22,34-40
Gesù ebbe a dire: “non c’è amore più grande di colui che dà la vita per chi ama”. Amore e vita sono correlativi, non c’è uno senza l’altro. Precisamente il fondamento della vita, l’inizio della vita è l’amore, e una volta ricevuto va donato perché ci sia più vita. A Dio restituito, al prossimo, come fa Dio, dato gratuitamente, in abbondanza, e precisamente con continuità, con totalità. Lo precisa la risposta di Gesù alla domanda che gli è stata fatta. “Qual è grande comandamento?”, tra i molti iscritti nella Legge. “Amerai il Signore tuo Dio e amerai il prossimo”, con alcune precisazioni che ci aiutano nel nostro essere discepoli del Maestro.
Innanzitutto, “amerai”, cioè continuerai ad amare. Non: “lo farai domani”. Non è mai finito l’amore, non è di una stagione, di un’età, anzi la vita è tutte le età. Quando l’amore non è continuativo, permanente, forse non è più tale. Magari cambierà modalità di espressioni, ma non si può amare a tempo o fin tanto che.
E poi, ecco quel “tutto”, un aggettivo che può determinare la durata e la qualità dell’amore. Con “tutto”! L’amore è totalità, non calcolo, misura, non ha confini, non pone condizioni. Può essere respinto, questo sì, ma nell’offrirsi è totale. Non prevede risparmi anche se poi viene precisato che ci vuole intelligenza nell’amare.
“Con tutto il cuore”. E’ l’entusiasmo, lo slancio, l’ebbrezza, la follia, la gioia…Fin qui va bene, e pure facile. Ma c’è anche il cuore stanco, triste, deluso, depresso. Sarebbe forse questo cuore improduttivo nell’amore? No! Incapace di amare? No! Perché l’amore non è un prodotto che viene da noi, ma dimora nel nostro cuore Vi è stato riversato in abbondanza, e se anche il cuore è screpolato, lacerato, ed ha delle perdite che non si fermano, la continua effusione sovrabbondante dell’amore di Dio, lo Spirito santo, non lo farà mai mancare. Amerai con tutto il cuore, in ogni condizione del cuore!
“Con tutta l’anima”. Nessuno è senza anima, anche se il cuore sembra perdere colpi. Dio ha riversato nella profondità misteriosa e divina del nostro cuore umano una capacità di farne giusto tesoro e uso dell’amore: la libertà. Questa non è la licenza di fare nell’amore quello che si vuole o piace, ma è luce nell’anima, guida nello scegliere il maggior bene che appunto lo Spirito. Esso è il no alla condizione di peccato, il rifiuto di Dio, e il sì alla Grazia, cioè al Suo amore in noi.
“Con tutta la mente”. Nell’amore non fa tutto Dio. Egli conta sulla nostra intelligenza, dono Suo anche questo comunque, sulla saggezza; quindi un amore saggio ed intelligente che sa regolare i nostri slanci e le nostre depressioni, che si studia di essere il migliore, il più bello, il più gioioso che una creatura può dare.
Questo è “amare Dio”, il primo comandamento . Il secondo è un altro primo: “amerai il prossimo”, perché lì c’è Dio. L’ha ricordato Gesù, e lo risentiremo tra qualche domenica: “avete amato” o “non avete amato me”. Questo amore deve mostrare il suo volto concreto, e le parole della prima lettura le accogliamo come degli esempi in attesa del Vangelo che verrà proclamato nelle domeniche che abbiamo davanti.
Abbiamo dei dubbi? Come fare? “amerai il prossimo come te stesso”. Mi permetto di fare un completamento. Gesù mi scuserà: “amerai tutto il tuo prossimo, senza distinzioni o preferenze, se non i più poveri e bisognosi. “Come te stesso”. Se ti vuoi bene, se vuoi il bene per te, saprai cosa volere e fare verso di loro. Con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente. L’amore ce l’hai già, non tenerlo per te!