22°
Domenica B – 30.08.2015
- Deuteronomio 4,
1-2.6-8
- Marco
7,1-8.14-15.21-23
Dopo
aver ascoltato il vangelo di Giovanni in queste domeniche estive, ritorniamo al
racconto di Marco. Incontriamo Gesù, lui, che profonde tutta la sua umanità
nell’accogliere soccorre poveri, ammalati, provati dalla vita, si deve misurare
con le piccolezze, le sottigliezze, anche meschinità, tradizioni e precetti di
uomini che oscurano il cuore della legge, cioè l’amore insegnato da Dio stesso.
Il
pericolo in cui possono incorrere coloro che sono zelanti, puntuali,
“religiosi”, nell’osservanza dei precetti, è di essere minuziosi nel praticare
le prescrizioni di uomini, magari consuetudini messe insieme nel tempo,
abitudini a cui siamo stati educati, e così pensare di “rendere lode a Dio con
le labbra, ma di avere il cuore lontano da lui”. E’ il preciso rimprovero di
Gesù a coloro che chiama ipocriti, cioè
a quanti si mettono una maschera per apparire giusti.
“Questo
popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”
E’una
parola “dura”, questa, non è un complimento; ma ci fa bene. Non le neghiamo di
essere detta per amore. Ci apre gli occhi, a noi che curiamo e ci angustiamo
per delle bazzecole, ma ci sfugge ciò che è più importante. Diventiamo
scrupolosi, non contenti; facciamo ciò che è marginale, e ci sentiamo a posto.
E’
vero che i dettagli, i particolari hanno il loro significato, ma non debbono
nascondere o mascherare il cuore, dimenticare ciò che più conta. E stiamo
sereni se le righe non sono tutte diritte, quando si tratta di marginalità, se
qualcosa non è perfetto.
Nello
stesso tempo andiamo al cuore, perché è lì che Gesù ci conduce, ci riporta.
E
la parola sua si fa buona, poiché la chiarezza che ci detta non lascia ombre.
“Guardate che è il cuore che conta, è lì la sorgente della qualità della vostra
vita. E se c’è qualcosa che vi rende indegni, vi fa non graditi a Dio (impuri)
proviene dal cuore”.
“Dal
cuore degli uomini escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri,
avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia,
stoltezza. Tutte questo cose cattive vengono fuori
dall’interno e tendono indegno l’uomo”.
E’
da notare che tutti questi propositi di male sono tutti contro l’amore, contro
il prossimo. Vorrà ben dire qualcosa, no?
Con
questo avvertimento siamo chiamati a custodire, a vigilare sul nostro cuore, a
prenderci cura dell’ecologia del cuore. Come si fa a prendersi cuore del
proprio cuore perché non escano cose cattive?
Ritornando
al cuore del vangelo! E questo è l’amore, l’amore che ci ha insegnato e dato
Gesù, l’amore che ci fa liberi da tante minuzie perché non soffochiamo, e da
falsità perché non inganniamo gli altri. Certo, è più facile fare gesti
religiosi – come ricorda Gesù – e anche noi ne abbiamo di nostri. Ma basta, per
essergli graditi, quello che già Mosè a nome di Dio aveva riportato al suo
popolo: “non aggiungerete nulla a
ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla”. Questo comando è l’amore!
Scrive
l’apostolo Giacomo (seconda lettura): religione pura e senza macchia,
cioè è gradito a Dio ed è bello e buono per gli uomini: visitare gli orfani
e le vedove nelle sofferenze, (le persone sole, i più poveri, con gli
stranieri, secondo il cuore biblico) e
non lasciarsi contaminare da questo mondo, dalla sua mentalità.