(Avvento 2016)
Dal Vangelo di
Lunedì 1° Settimana - 28.11.2016 – Matteo 8,5-11: “verrò e lo guarirò”.
Così un luce
comincia ad accendersi sul progetto di Dio, sul suo sogno di una umanità, che
malata e ferita in vario modo, soprattutto dal peccato, egli vuole sana e
felice. Già all’inizio di questo cammino uno spiraglio porta fiducia e speranza
perché Dio sogna. Sogna in grande, sogna bello!
Ciò che Dio sogna non svanisce all’alba!
Questo avviene per i sogni degli uomini. E, purtroppo, non per gli incubi che
continuano a tormentarci. I sogni svaniscono; anche i più belli sembrano
dissolversi davanti alla realtà quotidiano spesso faticosa, se non crudele.
Altre volte si
realizzano in parte e sono promotori di
iniziative, imprese, che, pur non raggiungendo il massimo del “sogno”, non
dimeno fanno progredire chiamando in causa l’intelligenza, la volontà, la
capacità di rischio, il desiderio di amare fare cose belle per la comune
felicità… di essere svegli!
L’umiltà nel credere
e affidarci al “sogno” di Dio, che in Gesù trova conferma e annuncio bello, ne
rende possibile la realizzazione, soprattutto quando sogniamo il bene degli
altri…“Signore, il mio servo è in casa a
letto, paralizzato e soffre terribilmente”.
Dio sogna, non
lascia però le cose a metà, e realizza il suo sogno! Parla e crea! Crea, “guarisce”, e porta a pienezza
l’universo, il mondo, la natura, l’umanità che ne è come tesoro prezioso, e
destinatario del sogno. Anzi alla fine sarà l’umanità il sogno di Dio!
“Ricapitolata” in Cristo, diventata…il suo Cristo!
IL
CIELO SI PREPARA ALL’ INCARNAZIONE
1°
La vita che Dio ha pensato per Gesù Cristo, un
uomo che porta il nome e l’immagine di Dio, ha inizio in cielo, in modo
nascosto. Il cielo è il primo grembo!
La vita di Cristo è
rimasta nascosta, “velata”, fino al momento in cui saremo stati capaci di
accoglierla, comprenderla. Questo momento viene chiamato “la pienezza dei
tempi”, il tempo giusto.
E “comprenderla” –
prendere con noi – significa diventarne partecipi poiché è stata inviata ed è
discesa per noi.
Il cielo ha fatto
l’offerta, la terra ha mostrato accoglienza. Maria ne è un segno! Cielo e terra
hanno collaborato strettamente a preparare la venuta di Cristo, “vita
dell’uomo”, cioè Dio con noi.
Pensando a Cristo
Gesù, Dio ha pensato pure a noi. Cristo, infatti, l’espressione più alta
dell’amore di Dio, della sua benedetta volontà di colmare di gioia il cuore
umano, è il primogenito dei figli che Dio sogna, e li sogna non per sé, ma per
la loro gioia. E diventa il prototipo dell’uomo, ma attenzione: noi non siamo
delle “copie”, ma “Cristo in noi”
Prima di questo
evento: da dove è venuto Cristo?
Ecco come si apre
il vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo, e il verbo era presso
Dio e il verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio” (Gv 1,1-2).
E’ il primo raggio
di luce sulla biografia di Cristo.
Dio “sogna”
l’umanità poiché presso di Lui c’è il Verbo e crea, comincia realizzare,
dicendo questa “Parola”, dicendo la parola… “Figlio”. Qualche poeta di Dio ha scritto
che Dio ha creato tutto con una sola parola, dicendo “Gesù”!
E attraverso questa
“Parola” – mentre è ancora presso Dio -
ogni cosa è fatta. Continua Giovanni: “tutto è stato fatto per mezzo
di lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1,3-4).
Tutto è stato fatto
“in vista di Lui” avendo lui presente come ispirazione e come fine,
poiché in Lui è la nostra pienezza, la vita, la vita che è la luce degli
uomini.
Tutto è partito dal
cielo, da Dio.
2°
“E il Verbo si fece
carne!”.
Espressione
lapidaria che fa balzare perfino i demoni, mentre noi purtroppo, ne abbiamo
fatto l’abitudine!
E’ sceso verso la
sua creazione per liberarla e innalzarla, ma “velando la sua gloria” con un
corpo umano e “rivelandola” con il suo amore. Così Dio ha voluto entrare in
contatto, di persona, con noi, per parlarci, per aprirci alle cose spirituali,
che non sono evanescenti, ma quelle che ci riguardano più in profondità. E’
diventato uomo in ogni cosa senza che nessuno se ne accorgesse se non coloro
che lo hanno accolto, nella sua nascita e poi al suo seguito.
Ce lo ricorda Paolo
nella lettera ai Filippesi : “… egli, pur essendo nella condizione di Dio non
ritenne un privilegio essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una
condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto
riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e
a una morte di croce “ (Fil 2,5-8).
Perché Dio l’ha
fatto?
In Giovanni la
risposta: “ Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito,
perché chi crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio,
infatti, non ha mandato il figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il
mondo sia salvato per mezzo di Lui” (GV 3,16-17).
Sì, il cielo stesso
ha preparato la sua irruzione… Non mettiamogli…impedimenti o chiusure!
Piuttosto “alziamo gli occhi” con stupore, meraviglia, con gratitudine, e, nella preghiera e nella vita, facciamo…
silenzio!
(Pensieri,
elaborati in preghiera,
da “L’umanità
di Dio” di Matta el Meskin
– Ed.
Qiqajion – Bose)