2° Quaresima
B -25.02.2018
… pensieri
per un’omelia “strana”
da non farsi
(troppo lunga!),
con l’augurio però di viverla
Genesi 22,1-18 e Marco 9,2-10
Premessa
Il cammino al seguito
di Gesù, la vita cristiana, ovvero la conversione, è cammino nella Verità (come
ci siamo proposti di vivere in questa quaresima).
Vi è una verità “piccola” che
è il nostro peccato, la nostra miseria; “piccola”, non minuscola, in
proporzione a quella “Grande” infinità Verità, l’amore di Dio che Gesù è venuto
a svelare, l’amore di cui son fatte “le sue vesti splendenti, bianchissime”, la
sua umanità e divinità.
Con queste due
“verità” è come fare un passo con il piede sinistro, passo piccolo, faticoso,
doloroso; a volte si tratta di trascinarci, e non di rado cadiamo, perché
questo piede “malato” non sorregge la nostra umanità, la umilia.
E poi, con il piede
destro, un passo ampio, leggero, libero, che ci solleva, ci fa fare un balzo
in avanti, ci porta dove nemmeno noi speravamo e sognavamo di arrivare.
E’ vero! E’ un cammino
sbilenco la nostra vita cristiana, un cammino di zoppi, storpi, ma è una
cammino da amati perché questo secondo passo è di gran lunga superiore e
rimedia alla sofferenza e all’impedimento dell’altro. Anzi più sentiamo la
fatica del primo, più si rafforza il secondo.
Appoggiarci, nostro
malgrado, a volte anche consapevolmente al sinistro, la nostra piccola verità,
è muoversi nel buio con tutte le conseguenze; è camminare nell’oscurità, nella tristezza,
nel fallimento; ritorniamo a farci male, a cadere.
Invece, trovare
appoggio sull’altro, sulla grande Verità, è camminare nella luce!
Entriamo nell’omelia.
(ndr. per una riflessione più…teologica, vedere poesia “DUE
MONTI)
L’esperienza dei
discepoli di Gesù sul monte Tabor dove Egli li conduce ci invita a camminare
nella luce, a seguirlo nella luce che ci viene svelata è...illuminante.
Questa luce è data
dall’amore di predilezione del Padre verso il Figlio, l’amato; viene dalla voce
che ci dice di ascoltarlo, dalla confidenza di cui Gesù stesso ci mette a
parte, e per cui ci ha prescelti.
Questo amore di Dio
sembra far a pugni con l’inumano comando che sorprende Abramo quando si sente
chiedere il sacrifico del figlio suo tanto atteso e promesso. Ma questa “mossa" di
Dio, tanto tragica agli occhi e per il cuore di Abramo, che poi Dio stesso
impedisce, si rivela essere un segno di quello che Dio stesso farà mandandolo, in pieno accordo
e comunione con il Figlio suo, a noi ad amarci sino alla croce per la nostra salvezza. Questa
è Verità!
Camminare della luce
di questa Verità è saper e poter dire: “Signore, è bello per noi, essere qui,
stare con te…”. E non dire più: “mamma mia, che fatica essere tuoi discepoli, essere cristiani; non
ce la facciamo più, troppo impegnativo, troppi sacrifici…” e cose del genere.
“E’ bello…!”. Questo
stupore, che non contraddice alla quaresima, diventa la forza che ci fa stare
con Gesù e anche seguirlo nella “discesa”, in quella immersione nella vita che
richiede una “salita” singolare, più impegnativa di quella che ha portato i
discepoli sul Tabor, la “salita” della croce. Sarà assai difficile in quel
momento dire “è bello”, o “è giusto”, “va bene così”; nemmeno Abramo l’ha
detto, è stato nel silenzio e nelle lacrime davanti al suo figliolo amato. Ma
poi saremo sorpresi quando la luce, quella della risurrezione di Gesù e nostra,
della gloria sua e nostra, ci sarà svelata e data il suo splendore.
Facciamo questo
cammino quaresimale contando soprattutto sul piede “destro”, la “benedizione”
con cui il Signore ci precede, ci accompagna, ci rialza, ci porta. Camminiamo
non lamentandoci (“che fatica!”) o scoraggiandoci (“non ce la faccio più!”), ma
lasciandoci sorprendere da quanto “è bello stare con Gesù”, dove Lui è. Forse
proprio accanto a chi fatica di più, a chi soffre, a chi, per il male che
subisce o compie, è nel buio più grande.
Ciò significa non
necessariamente comprendere, ed è quello che succede ai tre che non capiscono
nulla. Ma ciò che conta è lasciarci “prendere con” Gesù dal Padre e dallo Spirito
che a suo tempo ci aiuterà a vivere ogni cosa.
L’alleanza che Dio fa
con l’umanità mediante Gesù, la ritrovata armonia nella nostra esistenza “tra
bestie e angeli", come annunciava al Parola nella prima domenica di quaresima, si
arricchiscono della meraviglia, dello stupore, che fanno lieti il cammino.
“Oh”
è esclamazione di fede, esclamazione pasquale, che già subito trasforma il
cammino quaresimale in un cammino di risurrezione.
Chissà quante volte,
davanti alla vita, in questa settimana ci sarà dato di esclamare:
"Oh, che
bello!”. Saremo sulla strada giusta, e con il piede giusto!