BRICIOLE di PAROLA...nell'omelia
4° Domenica di Pasqua –25.04.2021
Atti 4,8-12 - Giovanni 10,11-18
Oggi la liturgia celebra il Risorto come il pastore buono, bello, che si prende cura di noi. No, non siamo un gregge di pecore nel senso deteriore del termine. E’ solamente un immagine legata alla cultura in cui è stata annunciata per dire la passione, l’affetto, la premura, di Dio verso le creature. Questo amore è stato incarnato appunto in Gesù, ora il Crocifisso Risorto, che, vivente tra noi, garantisce, difende la nostra vita e promuove il nostro vero bene, la nostra salvezza.
Pietro annuncia quest’opera testimoniando alla folla il beneficio recato a un uomo infermo: “nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato”. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati”. Anche noi abbiamo bisogno di essere “risanati” da paralisi, paure, miserie; e “salvati” da cattiverie per trovare gusto, bellezza, senso alla nostra vita.
Perché dobbiamo credere che Dio si prende cura di noi? Lo dice Giovanni nella sua lettera: “Noi fin d’ora siamo figli di Dio, e lo siamo realmente!. Ora è soltanto l’inizio, in germe, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato…quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui…”, avremo pienezza di guarigione, di vita. Già si è manifestato. In Gesù, il Figlio primo tra molti fratelli che siamo noi e che tanto ci ha amato sino a non sottrarsi alla morte, a darci la vita Sua che della morte, di ogni morte, fisica morale, spirituale è più forte, anche se ancora ci passiamo attraverso con immenso dolore.
Gesù è “pietra d'angolo” nella costruzione dell’edificio della nostra esistenza. I progetti di felicità, le relazioni più care, la stessa famiglia, i buoni propositi, le intenzioni più sante, non stanno in piedi se togliamo questa “pietra fondamentale”, Gesù, su cui poggia la nostra vita. Essa è “pietra viva”, ci comunica la sua forza che è l’amore e fa di noi altrettanto “pietre vive”. Anche chi non ha il dono della fede e non sa riconoscerla questa “pietra”, se dà ascolto allo Spirito che porta, agisce e lo guida, dentro di sé, non è senza guarigione da infiltrazioni pericolose, da crepe minacciose, da crolli rovinosi. E quando questi capitano, poiché rimaniamo sempre fragili e deboli nella nostra natura, siamo salvati dalla disperazione, e ci scopriamo, invece, capaci di vicinanza e solidarietà nella prova.
Quanto sia viva questa pietra, Gesù, per il nostro bene, c’è un ritornello nelle sue parole, non superficiale come quello che , purtroppo, tante volte ci ripetiamo con le labbra poi smentendolo con i fatti, “ti amo, ti amo…”. “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore… conosco … e do la mia vita per le pecore…Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita… Nessuno me la toglie: io la do da me stesso”. E aggiunge “: Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.”.
Dare la vita voce del verbo amare! Amare che è anche riprendersi la vita per continuare ad offrirla, dopo aver accettato di morire per amore! Riprendersi la vita! Riprendiamoci la vita con e grazie al Pastore delle nostre anime. Con la Sua guida riprendiamoci l’umanità di cui siamo fatti, la dignità, la libertà, la giustizia, la pace e la gioia nel volerci bene; riprendiamoci l’amore che l’egoismo, l’avidità, la violenza, la menzogna , il peccato, non mancano di irridere e vorrebbero far crollare…Riprendiamoci la vita! Questa è Pasqua! Questa è la risurrezione nostra, la nostra salvezza! A questa ci conduce Gesù!