BRICIOLE di PAROLA...nell'omelia
Domenica 1° Quaresima A – 26/02/2023
Matteo 4,1-11
Siamo stati creati per abitare un giardino, e siamo finiti in un deserto! Dal giardino al deserto! Non è un allarme ecologista. E’ molto di più. Si potrà mai tornare indietro? No, assolutamente. Ma si può andare avanti, sopravvivere, di più, vivere nel deserto, grazie all’amore di chi non ci abbandona, Dio, e si può uscire dal deserto superando prove e tentazioni.
Il deserto, immagine di tanta nostra esistenza, non è comunque un luogo maledetto, ma un luogo di passaggio e di formazione. Lo è stato per il popolo d’Israele che a lungo ha vagato nel deserto venendo via dalla schiavitù d’Egitto. Si è purificato, formato, ha conosciuto meglio se stesso e Dio.
Anche Gesù “fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”, cioè colui che del giardino dell’umanità ha voluto appunto fare terra bruciata. Perché Gesù vive questa esperienza? E’ venuto a rifare l’umanità, a darle salvezza, a rivelarle che Dio, amore, non aveva mai voluto ingannare gli uomini, ma solamente offrire loro il bene più grande, la vita vera. E da dove comincia? Da dove siamo finiti: dal deserto, con tutte le sue prove e tentazioni.
Le tentazioni a cui Gesù, Figlio di Dio e fratello nostro, non sfugge, anzi quasi se le cerca volendo vincerle docile allo Spirito e fedele al Padre, richiamano quella scelta che ci può portare in salvo, o purtroppo cedere alla sconfitta. La tentazione più subdola è quella di sfidare e rivoltare contro Gesù, e quindi contro di noi, che vorremmo seguirlo, chi Egli è: “Se sei figlio di Dio”; o citando la stessa parola di Dio che nella prova garantisce il suo soccorso: “Buttati giù, vedrai che verranno a salvarti”. Non poteva esserci affronto più grave, vergognoso, nei confronti di Colui che era ed è davvero il Figlio di Dio dato a noi, la Parola di Dio vivente. Gesù non dialoga con il menzognero, gli risponde per le rime, e poi lo caccia: “Vattene, Satana!”.
Dobbiamo sapere che il pericolo maggiore di questo avversario di Dio, che non è un mito, un simbolo, ma un essere spirituale, una creatura che si è ribellata al piano di Dio, è il peccato. Non sono le azioni straordinarie che dobbiamo temere, rare ma presenti in coloro che sono davvero tribolati a causa di queste; è il peccato, il pericolo più grande, un’esistenza che dà credito e consegna il proprio cuore, la propria libertà, alle tentazioni che Satana in mille modi ci mette davanti con le loro suggestioni e fascino. Brevemente:
La tentazione del fai da te, la prima: “ti trovi affamato? pensa a te stesso”. Gesù dovrebbe usare il suo potere e sfamarsi da solo, dovrebbe pensare a se stesso. Anche noi. Ma Lui non vuole un’uscita dal deserto che sa di egoismo. La tentazione del prestigio, di chi conta sugli altri per far bella figura, un approfittare della propria posizione, per farsi superiore a tutti e persino arrivare a servirsi di Dio. Anche noi. La tentazione del potere, per giunta cedendo a compromessi. Potremmo dire “vendendo l’anima al diavolo”, anche noi, pur di avere successo, ricchezza, e dominio su tutto e tutti.
Carissimi, ognuno ha le proprie tentazioni, non sempre le riconosciamo e così ci finiamo dentro. Ma Gesù è qui, con noi. E se “degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”, nemmeno noi saremo lasciati soli.