lunedì 15 agosto 2016

OMELIA

 
Assunzione di Maria – 15.08.2016

Per un’ ultima volta siamo qui, la nostra Comunità di Monteviale, ad onorare la Vergine Maria Assunta in cielo quale titolare di questa chiesa e custode materna  della nostra Comunità, del nostro paese. Al termine della sua esistenza terrena Maria partecipa in anima e corpo alla gloria del Risorto senza aver conosciuto la corruzione del tomba. In questa Eucaristia, eleviamo lodi e grazie a Dio per questo segno di tanta speranza per tutti noi. Dopo Gesù, Maria la madre sua e nostra, è la prima creatura che ci addita il cielo, cioè la vita in Dio, come pienezza, compimento di quella che è qui iniziata in terra, il Paradiso.

Maria ci indica – con la propria esistenza - la strada, la via per giungere in Paradiso. Via che rimane Gesù!!! Ed è questa che io vorrei condividere con voi, ora che rimanendo sempre la stessa direzione – appunto al cielo – e anche la via – Gesù – i nostri sentieri si diversificano.

Ringraziando Dio che ci ha fatto camminare per tanti anni sullo stesso sentiero lungo il quale ci siamo reciprocamente sostenuti, aiutati, soccorsi, speriamo voluti bene, anche perdonandoci i nostri errori, lune, inadeguatezze - la mia impazienza o qualche modo brusco o distratto - alla luce della parola sua e della figura di Maria assunta alla gloria del cielo, mi pare di leggere così il percorso che lì ci porterà.

1° - Innanzitutto la strada è la nostra storia, quella che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che ci auguriamo  di fare ancora per tanto tempo; una strada quotidiana, normale, che percorriamo con Gesù. Questa chiede l’obbedienza alla vita, cioè il sì, il fiat, il “sia fatto secondo la tua parola” come ha detto Maria,  lungo i passi sui quali siamo condotti; obbedienza al progetto che Dio ha per noi. Volere diversamente, rischia di portarci fuori strada. Questa storia prevede anche al lotta contro il male, chi lo produce, il maligno, principe di questo mondo. Comunque, non rassegnazione triste, faticosa, soprattutto quando la strada diventa irta, scomoda, dolorosa… ma fiducia nell’amore. Ecco perché mi immetto con serenità, pur con timore, anche se costa lasciarvi, nel nuovo tratto di strada che mi attende tra qualche settimana.

2 ° - Lungo la strada che va al cielo abbiamo bisogno di mettere in pratica l’esortazione che ieri ci è stata data nella seconda lettura: “circondati da una moltitudine di testimoni, deponiamo ciò che ci è dipeso e il peccato, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù”. Perché questo avvenga, ecco la povertà, il saperci distaccare anche da cose utili e belle che rendono piacevole l’esistenza, ed io qui di bello e piacevole ho avuto tanto: voi – tra la moltitudine di testimoni - le vostre famiglie, il vostro affetto e aiuto di persone buone, la bella chiesa, la comoda canonica…Penso che pure Maria è stata creatura povera, come tante altre, e povera si è fatta, nell’umiltà della sua persona anche accettando ad un certo punto di lasciare andare colui che amava più di tutti, il suo figlio Gesù. Anch’io sarò un po’ più povero lasciandovi andare…

3° - Solo l’amore basta! Ecco la terza attenzione di questo essere pellegrini alla meta del cielo. La carità che non avrà mai fine. Per me è “non anteporre nulla all’amore di Cristo” (cfr Regola di S. Benedetto), all’amore che so Gesù ha per me, alla sua fiducia e pazienza nei miei confronti, vera misericordia, all’amore che Gesù ha per voi e che ho cercato, con i miei limiti, di farvi conoscere, all’amore che io voglio avere per lui e che nutro verso di voi, questa Comunità, tutta la chiesa, verso per ogni persona. In Maria, pellegrina nella fede anch’ella, la carità come partecipazione alla missione e passione del Figlio è stata esemplare, totale. L’obbedienza alla volontà del Padre, la povertà condivisa con il Figlio, la carità che è lo Spirito Santo, l’hanno fatta camminare nella e con la SS. Trinità, ed è giunta al cielo, assunta alla gloria di Dio.
Ora ella non ci lascia vagare senza speranza e senza aiuto. Siamo i suoi figli, la Comunità che, materna, custodisce, e un giorno tutti in cielo – nessuno manchi - faremo festa. Amen. Alleuia.





OMELIA

 
20° Domenica C –14.08.2016

- Luca 12,49-53

No, non ci siamo e on ci stiamo. Ma cosa sta dicendo Gesù? E’ fuori di testa! Parala di liti, di scontri, di divisioni che devono avvenire, che è giusto che avvengano. Con tutta la fatica che facciamo per andare d’accordo almeno in casa nostra, in famiglia, ci viene a parlare di divisione? E Lui si propone come colui che la porta.

Non scandalizziamoci in fretta. Motivi di liti violente, baruffe incredibili, divisioni insanabili, ce ne sono fin troppo nelle nostre case, nella nostre famiglie, tra le nostre famiglie…Ma, ma cosa riguardano? Si arriva a litigare per le cose di casa,della famiglia stessa, per i figli, il lavoro, i soldi, le spese, le varie faccende… mamma mia, se cene sono di dispute!
E Gesù viene, invece che a smorzare, viene a incentivare questo clima.
Sì, perché ci sono divisioni cattive e divisioni… buone. Le prime sono determinate da tante cose del mondo, le seconde avvengono a motivo del Vangelo e della sua logica.

Nei contrasti per le cose di questo mondo – anche legittime – si può diventare cattivi, aggressivi, non ci tiriamo indietro, difendiamo le nostre ragioni  con parole e modi non sempre pacifici.
Nei confronti o diversità di vedute a motivo del vangelo e della sua logica, di comportamenti o scelte evangeliche secondo le parole e gli insegnamenti del Signore, i contrasti sono buoni perché…le prendiamo o siamo disposti a perdere senza rivalsa da parte nostra verso gli altri. Con pazienza verso di loro e con fiducia nel Signore, non ci arrabattiamo per la difesa delle nostre ragioni,  non perdiamo la pace se le cose non sono di nostro gradimento. Ci penserà il Signore. A noi rimane la preghiera, il raccomandare chi non ci capisce, il chiedere aiuto per saperci spiegare sempre meglio, dare la nostra bella testimonianza. Lui ci rende forti come Geremia, quest’uomo fedele a Dio e al bene del suoi concittadini che va controcorrente nella sua società e ne paga le conseguenze; come Gesù stesso che, dice l’autore delle seconda lettura, “ha sopportato contro di è una così grande ostilità dei peccatori… perciò anche voi non perdetevi d’animo”.

“Non perdersi d’animo” è l’insegnamento che ce ne viene in mezzo alle divisioni e contrasti a motivo del vangelo. E’ lezione di Misericordia, perché è avere talmente a cuore il vero bene, per noie per gli altri, che non temiamo di essere contestati, derisi, messi in minoranza, messi a tacere… pensiamo quello che può avvenire nelle nostre famiglie, a cui fa preciso riferimento Gesù, nel posto di lavoro, nelle relazioni con gli altri. Misericordia accettare che l’insuccesso di oggi possa diventare il successo di domani. E le contestazioni di oggi diverranno ammirazioni  domani, le parole lasciate cadere saranno raccolte come insegnamenti preziosi lasciati in eredità.

“Non sono venuto a portare pace sulla terra”, una falsa pace, un compromesso, un accomodamento che non fa il bene di nessuno: “va bene così…fanno tutti così… è la moda”.
“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”, ad accendere l’amore che non s’impone dicendo “qui si fa come dico io, se no quella è la porta”. L’amore brucia il male, scioglie i cuori di ghiaccio, illumina…. fa verità accettando anche le conseguenze. I contrasti per il vangelo e le scelte dettate dallo stesso nella vita concreta vissuti nella pazienza, nella fiducia, nella testimonianza sincera, preparano la pace, quella pace che solo Gesù risorto dona a suoi. E di questa noi abbiamo bisogno.






FRAMMENTI
 

14 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Luca 12,49-53.
Avete mai pensato che ci sono liti, baruffe, divisioni cattive,
e liti, baruffe, divisioni…buone?

Le prime avvengono per le cose di questo mondo, anche legittime – la casa, la famiglia, i figli, il lavoro, i soldi, le spese…- e ci fanno aggressivi, violenti, con unghie e denti ci difendiamo e offendiamo. Volgiamo essere vincitori!

Le seconde sono discussioni estenuanti, contrasti generazionali, divisioni e allontanamenti impensabili a motivo del vangelo e di scelte che derivano dalla sua logica.
Questo avviene anche nella nostre case e famiglie, tra generazioni e amici…

Come gestire queste divisioni?
Quelle “cattive: lasciar perdere.
Quelle “buone”: accettare di perdere.

Con pazienza verso chi ci contesta, con amore verso chi ci mette alla prova, con fiducia nel Signore che sanerà ogni dissidio. Questa è Misericordia! E trasformerà ogni insuccesso del momento in un successo futuro. La parole ora rifiutate e lasciate cadere nel vuoto, saranno un giorno ammirate e custodite come eredità preziosa.

“sono venuto a gettare fuoco sulla terra”.
E la pace, quella vera, sarà accesa, verrà!

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13 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Matteo 19,13-15.
La Misericordia si fa…bambina!
Apre alla confidenza verso i più piccoli.
Non ha un prestigio da difendere, non teme di essere infantile in un mondo di grandi (sic!).

E i bambini, i piccoli, sono coloro che se ne lasciano affascinare,
l’avvicinano con gioia, con festa, con lo slancio che è loro proprio…

“Lasciate…”, “non impedite”…Quante remore nel dare spazio alla Misericordia!
Voler tutto in ordine, tranquillo, pacifico, é rassegnarsi ad uno stile di vita senza calore, senza meraviglia, senza gioia…

Ciò che tocca i piccoli e li fa accorrere non sono gli alti discorsi,
è la mano amorevole sopra di loro…
…il sorriso, la carezza, l’abbraccio.

Oggi questo tocco sia per me, e voglio questo tocco per i miei “piccoli”!

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venerdì 12 agosto 2016

FRAMMENTI


12 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Matteo 19,3-12.
Misericordia è rispettare la verità delle relazioni,
è avere a cuore il vero bene delle persone e il loro progetto di vita.

La relazione uomo/donna è relazione d’amore e soltanto secondo il progetto di Dio davvero si realizza per il bene di entrambi, e di quanti sono ad essi collegati.

“Per la durezza del vostro cuore” la Misericordia sa attendere la sua maturazione, e la sollecita con pazienza, tenerezza e forza. Sa bene che cosa siamo in grado di dare e per questo non manca di incoraggiare ciò che sembra al di sopra delle nostre possibilità.

“… per il regno dei cieli” ci sono scelte che vanno  controcorrente, dalla fedeltà alla fecondità, a tutto campo, fisica e spirituale, dell’amore.

A questo sono stato chiamato:
ad essere fedele e fecondo… nell’amore che di me ha cura, misericordioso!

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11 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Santa Chiara.
Conquistata dall’esempio di san Francesco.

Così la Misericordia ha… “il privilegio della povertà”  (dalla Regola).
Essa è giovanile, limpida, dolce, mite,… chiara,
“pianticella del beatissimo padre Francesco”
C’è qualche frammento che può andare bene anche a me?

Nella preghiera e nel dono totale di sé, la Misericordia nulla antepone al seguire Gesù e lo serve nella persona dei poveri offrendo loro vicinanza e aiuto. E’ carità! E’amore!
C’è qualche sprone che può smuovere anche me?

Un progetto di vita si realizza seguendo ciò, o meglio, chi attrae il nostro cuore… anche in contrasto con quanto pensa o offre il “mondo”. E’ libertà! E’ obbedienza alla vita stessa!
C’è qualche incoraggiamento anche per me?

“Il Signore sia sempre con voi e voglia il Cielo che voi siate sempre con lui. Amen.”
(Santa Chiara)  

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mercoledì 10 agosto 2016

FRAMMENTI

 10 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

San Lorenzo, Diacono e martire… sulla graticola!
La Misericordia… sulla graticola?
Ve l’immaginate?
E’ irriguardoso pensarlo! E’ blasfemo che avvenga!
Il servizio ai poveri, ai bisognosi, a coloro che sono “bruciati” nella vita, anch’esso “bruciato”?
Eppure…

Non mancano “i carboni ardenti” che mai si spengono …
I bisogni, le ferite, le miserie di tanti fratelli… come legna “buona”
e non mancano quelli che li attizzano con l’indifferenza, la cattiveria, l’avidità… come legna “cattiva”

E la “graticola”?
E’ la mia casa, la mia famiglia, la comunità dove vivo, la strada che percorro ogni giorno, il posto dove lavoro, la situazione in cui m’imbatto…

Che farò? Scenderò dalla “graticola”? Sfuggirò ai”carboni ardenti”?

“Non temere, Francesco, io sono con te; se passerai in mezzo al fuoco
(perché si può finire tra le braci!),
le fiamme non ti potranno toccare”
(dalle Lodi del mattino)

Signore, porta la cottura al punto giusto!
Che l’amore rende tenera la mia carne, la mia umanità,
e saporito il mio servizio!
Nutra i miei fratelli! Amen

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09 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Santa Teresa Benedetta della Croce  (Edith Stein) – Auschwitc-Birkenau 1942.
Ebrea fede, atea, brillante filosofa, convertita a Gesù, poi carmelitana …

Colui che è la Misericordia ci attrae, ci sposa, ci unisce alla sua sorte.
Non teme i nostro sbandamenti o rallentamenti.
Guida la nostra ricerca con pazienza.
Sa quando è il momento di darci il suo abbraccio di tenerezza e di forza, a cui non è possibile, o meglio, non vogliamo rinunciare.

Il cammino della croce diventa luogo dell’amore,della solidarietà, della condivisione con la misericordia e quanti sono di essa bisognosi.

La sorte non è la morte, ma la gloria della risurrezione!

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08 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Luca 9,57-62. San Domenico.
Seguire e annunciare la Misericordia, “predicare il Vangelo”:
- “non avere dove posare il capo”, essere itineranti con la Parola stessa e trovare in Lui riposo…e ferie (cfr. Matteo 11,28). Solo l’amore basta!
- “lasciare tutto ciò che è destinato alla morte”, che non è duraturo, anche se teniamo caro, per ciò che amiamo di più (cfr Matteo 10,37). Solo l’amore non avrà mai fine!
- “Non volgersi indietro”, né rimpianti, né nostalgia, perché quello che abbiamo davanti è molto di più di quello che abbiamo ricevuto. L’amore non spinge, attrae!

Sempre in cammino, fedele e paziente,
a nulla attaccato, povero e libero,
con lo sguardo in avanti, limpido e gioioso,
sarò, dietro a Lui,
genitore, educatore, testimone del Vangelo.

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domenica 7 agosto 2016

OMELIA
 
19° Domenica C – 07.08.2016

- Sapienza 18,6-9
- Luca 12,32-40

La Misericordia, Colui che è la misericordia e si prende a cuore anche il nostro cammino dietro di lui  - infatti Gesù sta facendo con i suoi i viaggio definitivo a Gerusalemme – non manca di darci istruzioni al fine di vigilare.

Come vedete siamo- sarà per le vacanze o ferie che ci disperdono - un “piccolo gregge”. Anche Gesù accanto alle folle che accorrevano e lo premevano perché operasse qualche prodigio, ha constatato che i suoi erano un “piccolo gregge”. Verso costoro ha parole di incoraggiamento: “non temere, non temete, perché al Padre vostro è piaciuto darvi il suo Regno, la vita”. E riprende l’esortazione a cui aveva fatto cenno domenica scorsa mettendo in guardia dalla stoltezza di accumulare beni per sé.

E continua. “Siate pronti”, state attenti, vigilate, perché – usa questa immagine – “nella notte può arrivare il padrone dalle nozze”…e come vi troverà? Ancora svegli, dediti al vostro servizio?. Sappiamo che Dio non è padrone e l’immagine serve a richiamare la responsabilità dei servi. Il riferimento al fatto che può giungere nel bel mezzo della notte o prima dell’alba – quando la stanchezza per l’insonnia si fa più sentire – non ci deve spaventare perché non c’è buio che non abbia i suoi bagliori di luce. Anche la notte, come è stato nell’esperienza di Israele a cui fa cenno la prima lettura, può essere notte di liberazione. Ecco, allora, che quando la situazione o le cose si fanno oscure, tenebrose, difficili, non dobbiamo dimenticare che bagliori di vita ci sono sempre. Essere vigilanti significa che in mezzo a tutto il buio che c’è intorno a noi, non c’è da disperare, ci sono pure motivi e ragioni che ci fanno un po’ chiaro, ci aiutano a non temere.

“Le vesti strette ai fianchi”, l’abbigliamento dei servi che svolgono il loro compito, dicono questo aiuto reciproco, collettivo. “Ci prendiamo cura” perché il buio non prevalga, ci prendiamo cura  perché le luci nella casa non si spengano…Così la Misericordia, Colui che è la misericordia, raccomanda di essere… misericordiosi!

“Siate pronti, le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”. “Lampada ai miei passi è la tua parola” recita la Bibbia, e “luce sul mio cammino, sulla mia via, sul mio lavoro, sul mio servizio” conferma nella preghiera il credente, il servo che vigila. Non spegniamo la Parola del Signore con le nostre parole, con le nostre chiacchiere. Teniamola accesa e meditiamola, notte e giorno. Le nostre responsabilità sono evidenti e ad esse provvediamo con la sua luce.

Cosa ci attende? Saremo sorpresi, all’arrivo del padrone, dell’inversione dei ruoli: noi, il Signore, Lui a nostro servizio. Sarà la nostra beatitudine: “Beati quei servi che egli troverà svegli. Si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”.
Saremo beati, cioè avremo una riprova di quanto siamo amati, di quanto gli stiamo a cuore. Anche l’averci affidato la responsabilità di prenderci cura di questa casa comune, dice che ci vuol bene e che conta su di noi. La conferma, poi, ci strabilierà!!! Ci riempirà di gioia! E quel “non temere, piccolo gregge” dall’essere un’affettuosa raccomandazione si tramuterà in un gioioso comando: “Siate nella gioia e state contenti perché i vostri nomi sono da tempo scritti in cielo”.







sabato 6 agosto 2016

FRAMMENTI
 
06 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Luca 9,28-36. Trasfigurazione di Gesù.
Indescrivibile esperienza e visione … della Misericordia!
E’ la “Grazia” che unisce la provvidenziale fermezza legge che dà sicurezza (Mosè : “Se osserverete le norme che io vi do, sarete liberi!”) e l’esaltante libertà della profezia che apre alla verità e alla salvezza (Elia: “Solo il Signore è il vostro Dio!).

Può succedere di pendere da una parte o dall’altra. Solo in Gesù c’è unità…luminosa, “candida e sfolgorante”.
“E’ bello e per noi essere qui”… La bellezza della vita viene dal mettere e sperimentare insieme queste dimensioni che si incontrano in Gesù. Essere fedeli e liberi! Sempre, comunque, “salvati”, vale a dire “amati”! Da ascoltare !!!

“Questi Figlio mio è tutta la mia gioia!” Quale dichiarazione d’amore più bella? Da imparare anche tra di noi! Trasfigura ogni relazione quotidiana, ogni angolo della giornata, ogni salita che ci fa ansimare… a tal punto che diventa indescrivibile!

Un giorno sarà la nostra “buona notizia”!

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05 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Matteo16,24-28.
“Prendere la croce” non è… andare in cerca di guai e disgrazie, essere autolesionisti!

Una volta che scegli di seguire il Maestro e rinunci a te stesso, tu scegli … la Misericordia e rinunci a far valere te stesso con la prepotenza o cercando il tuo interesse, qualunque esso sia, di immagine o di potere.

La croce è l’amore fino alla fine… della storia , fino alla fine di te…come chicco di grano che “perde” ma diventa produttivo.

Perdere la vita o “rovinarsi la vita” a causa della Misericordia, a causa di un cuore che si fa carico della miseria e infelicità altrui. E non è detto che sia un… “successo”, se la sorte è quella di Gesù!

Ma queste sono le “azioni” che il Padre sogna e predilige dai suoi figli. Allora interverrà Lui e sarà manifesto il Suo Regno. Inimmaginabile… ma vero! E lo vedremo, già qui! Sì, dall’alto della croce, dall’alto dell’amore che lì è “disceso”, la vista è migliore! 

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04 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Matteo 16, 13-23.
Riconoscere la Misericordia è…gratificante! “Beato, te, Simone…”
E’ dono la fede… anche se non sempre sappiamo che cosa sia.
Se poi ci fa sentire… importanti, beh, allora, bisogna essere… vigilanti proprio su noi stessi per non diventare maestri ma rimanere “discepoli”.

Accettare la via di quella Misericordia è la risposta  al dono, la risposta del discepolo che non è da più del suo Maestro. Altrimenti diventiamo inciampo proprio al Maestro, sostituiamo il pensiero e il progetto di Dio con i nostri pensieri, con i nostri progetti.
“Va’ dietro a me, Satana!” 
Misericordiosi, ma come vogliamo noi. Senza… pagare nulla!

Capirlo per vivere il vangelo? O viverlo per capirlo, meglio amarlo?
Voglio percorrere la via della Misericordia con Gesù, accettarla strada facendo e la riconoscerò, avrò il dono della fede.
E’ paradossale ma è così: tutto inizia con l’amore (che si riceve e si dà), prosegue con la speranza, e arriva… alla fede!

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mercoledì 3 agosto 2016

FRAMMENTI
 
03 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Matteo 15, 21-28.
Quanto pesano le briciole?
Dipende dalla “sensibilità” della… bilancia!

La Misericordia sa “pesare”, “leggere” quanto “grande” è la nostra fede,
quanto amore vi è in quello per cui “grida” e si “prostra”.
Ella non fa orecchie da mercante, insensibile, distratta, noncurante.
Piuttosto attende i “dettagli” della nostra preghiera, frammenti, lamenti, lacrime…
“Non ne posso più!”.

Per noi, tante cose sono fastidio, disagio…
Per la Misericordia diventano motivo di stupore e lode.
E così è una “bilancia” che sa contare e che sa… cantare!

Ok! “Il peso è giusto”… quello della Misericordia che libera e guarisce!

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01 Agosto 2016

Riprende il cammino…nella MISERICORDIA!
La via quotidiana!

Matteo 14,13-21.
“…cinque pani e due pesci”. Davvero poco!
E così si diventa strumenti della misericordia!
La scarsità delle risorse, la loro offerta, esaltano l’abbondanza della misericordia diventando condivisione a fronte di tanto bisogno…

Trasforma la nostra povertà e la moltiplica in abbondanza di “pane”,
l’ “eucaristico agire” di Gesù:
- prendere dalle nostre mani quello che abbiamo e offriamo, la nostra umanità…
- alzare gli occhi al cielo: non lamento per il poco, ma grazie che sale al Padre…
- “dire bene”, che è confidare in Lui…
- spezzare non solo il pane, ma noi stessi…
- coinvolgere altri nella…distribuzione, nel dono…

Pensare di essere ancora io protagonista e fautore del bene e della salvezza, magari a fronte del timore e pigrizia di altri, per quanto “pane” possa dare, non è esperienza di “abbondante misericordia”… Solo conferma di “miseria non proprio scarsa”.

“Senza di me non potete far nulla”… senza di voi non voglio far nulla (Gesù).

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lunedì 1 agosto 2016

OMELIA
 
18° Domenica C – 31.07.2016

- Qoelet 1.2;2,21-23
- Colossesi 3,1-5.9-11
- Luca 12,13-21

Gesù stava parlando dell’abbandono a Dio, stava dicendo “voi valete più di cinque passeri che si vendono per due soldi”(cfr 12,6-7). E se Dio si prende cura di loro, a maggior ragione si prenderà cura di voi. Nel bel mezzo di queste parole toccanti, alte, piene di poesia, ecco un repentino abbassamento, che potrebbe far cadere le braccia al più bravo dei predicatori.
“Uno della folla”, che probabilmente era via con la testa, preso dai suoi problemi, interviene con una richiesta terra terra: “Dì a mio fratello che divida con me l’eredità”. Chiede a Gesù di prendere posizione, con una sua parola, in una probabile situazione di ingiustizia. Il fratello non vuole spartire con lui l’eredità, almeno quello che gli spetta.

Gesù sembra volerne star fuori da questa controversia familiare. “Non sono io giudice tra di voi”. Essere tirati in mezzo a questioni del genere, procura e aumentano non dirado i guai. Gesù non ci sta, ma per un altro scopo. In realtà non se ne lava le mani, ma va in profondità a toccare ciò che potrebbe essere la causa della lite, non rara, tra fratelli, e cioè l’avidità.

Il problema non è l’eredità, ma la cupidigia, l’avidità in base alla quale saltano tutti le relazioni più belle e care. “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni insaziabile voglia di possedere tanti beni, perché la vita non dipende da questi”.  Riprende così l’esortazione ascoltata nella prima lettura. Lavorare sì, con sapienza, scienza, successo, ma non diventare schiavi della cose, che non danno salvezza. Diversamente diventiamo idolatri. Lo ricorda Paolo nella seconda lettura: l’avidità è idolatria!

Segue la breve parabola che non ha bisogno di commenti tanto è chiara.
A dire la verità, una ragione per ingrandirsi ci sarebbe, una ragione che giustifica il voler avere sempre di più. Ed è la condivisione, la possibilità di spartire con chi non ha, non ha la fortuna, per vari motivi di un’esistenza dignitosa, serena, giusta. Questo è lo scopo del metter via: mostrare misericordia che poi è giustizia!

“E’ stolto chi accumula tesori per sé e non arricchisce davanti a Dio”, chiude Gesù il suo intervento, e lascia intendere che arricchirsi davanti a Dio è essere misericordiosi come lui è misericordioso.

Una postilla pedagogica, per chi educa.
“Quello che hai messo via di chi sarà?”. Risposta: “ma per i figli, per i nipoti”.
E’ lodevole vedere genitori che lavorano sodo per mettere via e lasciare per i figli, i nipoti… ma perché non lasciare anche quel tesoro, quel bene che non scade mai, e che fa l’umanità sempre più buona e fraterna che è la condivisione con i più poveri, il soccorrere chi fa più fatica? Consegnate, con il vostro esempio, anche questa ricchezza che è tale, appunto, agli occhi di Dio.

Interrotto nel suo discorso, Gesù lo riprende, e carica la dose di misericordia (cfr Luca 12,22-31):
“Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito….E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta”.