martedì 27 giugno 2017

PANE VIVO 

"Io sono il pane vivo disceso dal cielo" (Giovanni 6, 51)

Pane all'olio,
Pane al latte,
alle noci, all'uvetta,
chi più ne ha, più ne metta,
ma il "pane vivo"
cos'è?


Pane al sesamo,
pane alle erbe,
nero o integrale,
comune o senza sale,
ma il "pane vivo"
dov'è?


Pane ben cotto,
persin biscotto,
arabo o d'ogni regione,
benefica sua azione,
ma il "pane vivo"
perché?


"Pane vivo"
ancor lievita in me,
né secco né ammuffitto,
con me cresce in abbondanza,
per l'affamato di vita
sempre ne sopravanza.


"Pane vivo"
d'amicizia impastato
chiede fuoco
in cottura d'amore,
diventa buono
divino sapore.


"Pane vivo"
Parola dalla bocca del Padre,
carne e sangue nel Figlio,
panificio di carità
per Spirito Santo cibo,
la Beata Trinità.


"Pane vivo"
ottimo per dieta,
egoismo elimina,
sostanza tiene,
bella salute di grazia piena:
"mangia, che ti fa bene! "


BRICIOLE di PAROLA

 Genesi 13,2.5-18 e Matteo 7,6.12-14.

Nella spartizione della terra Abramo lascia che il nipote Lot scelga per sé la parte migliore - "un luogo irrigato da ogni parte come il giardino del Signore" -; mentre per la sua gente e ste stesso Abramo "si stabilì nella terra di Canaan", che non era certo un paradiso...."uomini malvagi e peccatori contro il Signore", nemici, ostilità, incertezze....

"Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita... ".
A volte recriminiamo sulle situazioni che ci tocca accettare per vivere in pace. E non vi riusciamo! Vorremmo più calma, tranquillità, serenità, un po' di benessere, goderci le cose belle della vita...E, invece, non abbiamo pace, problemi e difficoltà ci assillano, ansie e angusti ci tengono prigionieri... E, inoltre la "malvagità ", la violenza, l'irrisione, la derisione, sono di casa presso di noi e contro di noi, contro Dio.
Non potrebbe essere questa "la porta stretta che conduce alla vita"? Con la custodia e la difesa - con mitezza e fermezza - di quanto ci è più caro, perché non lo "calpestino"....

I tempi, come la "terra" di Abramo nella quale questi è condotto e sostenuto da Dio, si rivelano "ostili"... al vangelo, a Gesù, ma anche sempre ricchi di grazia e benedizione....
Come Abramo costruiamo "un altare al Signore". È il nostro cuore, la nostra vita, il luogo dove Egli, accogliendo la nostra povera offerta, fa comunione con noi.

==============

Genesi 12,1-9 e Matteo 7, 1-5.

"... ti benediro'... possa tu essere una benedizione... ".

La benedizione è una "elezione"; chi la riceve, chi la chiede, deve sapere che è "un essere scelto e chiamato, voluto, amato". Un essere a disposizione, un affidarsi a Dio perché realizzi il suo progetto d'amore; e non un comodo voler evitare o sottrarsi alle varie vicissitudini.
Essere sotto la benedizione di Dio è : percorrere il proprio cammino sotto la sua mano che protegge, confidando nel fatto che in noi Dio crea, pur nelle prove o proprio per mezzi delle prove e necessità a motivo delle quali chiediamo di essere benedetti, sì, crea qualcosa di nuovo e volge a buon fine la nostra storia.

"... possa tu essere una benedizione... ". Possa tu diventare sorgente di "fresca" benedizione per gli altri, possa tu fare del bene a loro!
Benedire è "coprire d'amore"... non tanto o semplicemente togliere dalla disgrazia, dalle difficoltà che stanno affliggendo....

Sono chiamato a benedire! Ecco qua: "Non giudicate... non guardare la pagliuzza... togli la trave dal tuo occhio". Accogli la "benedizione"che ti libera e ti guarisce e allora sarai benedizione per gli altri.
Benedire è non giudicare, ma soccorrere.
"Coprire d'amore" con un segno, un gesto, una parola, una preghiera....


================

Matteo 10, 26-33 :
 

"Non abbiate paura degli uomini... che uccidono il corpo ".
 

È nostra la paura di "rivelare", annunciare quello che portiamo dentro come amici e discepoli di Gesù; la paura di manifestare la nostra fede in Lui, di far conoscere il suo "vangelo", la buona notizia con la parola e la vita, apertamente.
"Abbiate paura di chi fa perire e l'anima e il corpo". Sì, dobbiamo e vogliamo aver paura di chi ci ruba la gioia di vivere, di chi ci avvelena e ci distrugge l'esistenza.
Poteri economici, politici, interessi di parte... vorrebbero rubarci "l'anima" oltre che recare danno al corpo. Dobbiamo aver paura, non possiamo non essere attenti e presenti, agire con coscienza e responsabilità.

Quand' anche le cose non fossero di facile soluzione, e, anzi, sembra che chi fa il male e opera nelle tenebre l'abbia vinta, non dimentichiamo : "non abbiate paura, voi valete più di molti passeri"... Dio rimane accanto a noi. Il Padre è lì nelle nostre prove, Il Signore è con noi nelle nostre sconfitte; e nella sofferenza, nelle nostre "cadute" è Gesù a soffrire con noi, in noi. E il Padre non rimarrà a guardare i suoi figli e ci aiuterà a vincere, cioè a "portare" ogni nostra paura.
È "la buona notizia" che fa dell' umana e comprensibile paura luogo di fiducia e gratitudine perché già ci ha soccorso l'Amore più forte di ogni "tenebra", colpo avverso, caduta. Chi cade come un passero caro a Dio, cade nelle sue mani, e queste, amorevoli, sapranno curarlo e lanciarlo ancora nel suo più bel volo.
"Non abbiamo paura... ancora voleremo".


====================

Sacratissimo Cuore di Gesù.
 

Matteo 11, 25-30.
"Ti rendo lode, Padre... Tutto è stato dato a me dal Padre mio... Venite a me... ".

"Fonte di ogni consolazione". Tra le varie invocazioni al Cuore di Gesù è quella che, in questo momento, mi tocca più di tutte. "Consolazione" non è sinonimo di triste rassegnazione o passiva sopportazione, quanto, piuttosto, di "lotta", "difesa", come è proprio dello Spirito Paraclito, appunto il "difensore" da tutto ciò o da chi vuole distruggere in me l'opera bella di Dio. Chi è "consolato" non rimane in disparte, incerto, triste, passivo. È deciso nella "lotta", nel combattere "la buona battaglia" della fede e della vita. Non c'è nulla di melenso o sdolcinato nel cuore... di Gesù e nostro! L'amore che vi sgorga è forte nella sua "mitezza e umiltà "!

Il Cuore di Gesù è "fonte"- non "scrigno chiuso"- poiché da esso sgorga con abbondanza inesauribile Amore fresco e limpido, che a sua volta riceve dal Padre. È un cuore in cui c'è lode e riconoscenza verso il Padre. Il Figlio sa che l'amore gli è dato e non cessa di cantarlo. Gli è dato per "rivelarlo"e riversarlo sui fratelli; su coloro che sono "stanchi e oppressi", provati nel corpo e nell'animo.
"Venite a me! " Il "cuore", "mite e umile" non trattiene per sé, ma fa scorrere la linfa della vita. "Prendete il mio giogo sopra di voi... Prendete il mio "cuore" in voi.... Voi siete nel mio".
 
 

venerdì 16 giugno 2017

BRICIOLE di PAROLA

 2Corinti 4, 7-15 :
"...noi abbiamo un tesoro in vasi di creta".
 
È la vita, l'amore, la benevolenza di Dio, la capacità di amare... nella nostra umanità e nella nostra storia.
Dio la modella, cesella, plasma con mani sapienti, con dolcezza e forza, sempre con amore; le dà forma e bellezza.
Una volta "cotta" rimane fragile, preziosa, e anche in caso di crepe e rotture, Egli non la butta. Tutto valorizza, e conserva la dignità di ogni frammento.
Possiamo essere "tribolati... sconvolti... perseguitati... colpiti" : "la vita di Cristo si manifesti in noi".
Non saremo "schiacciati... disperati... abbandonati.... uccisi".

Se, poi, questo "tesoro", questo "vaso di creta", queste vicende fossero vissute per gli altri, beh, davvero, è perché in questi "agisca la vita". E, per grazia,
possano abbondare in inni di grazie e lode a Dio, possano conoscere la sua "gloria", il suo amore.

Vivere così è "una potenza che non viene da noi". E allora persino i nostri sensi - occhi e mani - (Matteo 5, 27-32) non ci saranno più di inciampo, per desiderare e possedere, ma per ammirare e donare.
Benedetto il mio "vaso di creta"!
Reso tale dal "tesoro" di cui è stato colmato, fino all'orlo. Che presto tracimi, e pure dalle "crepe" fuoriesca!


=====================
 
2Corinti 3,4-11 e Matteo 5, 17-19.
"... ma la nostra capacità viene da Dio";
"... non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento... "


Come pesano le responsabilità alle quali non vogliamo né possiamo sottrarci!
E "la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo", che a queste ci ha chiamati, ci sorregge.

Il bene che facciamo non lo riteniamo "qualcosa come proveniente da noi", ma è lo Spirito che agisce e "dà vita.
Umiltà e non scoraggiamento, e grati, per accogliere questa... "nostra capacità che viene da Dio".

Il "pieno compimento" del bene non esige che "aboliamo" noi stessi. Siamo quello che siamo. Certamente, nessun spazio a presunzione o superbia!
Facciamo pure il "minimo"che ci è consentito e Dio lo farà "grande", poiché è lo Spirito, è l'Amore il "coefficente" che moltiplica il bene, tramuta l'acqua in vino buono! Fa' la tua parte, e Dio farà il resto, cioè... tutto!

La "pienezza" è fatta di particolari; a volte poco significativi o nascosti ai nostri occhi o mera esecuzione di doveri.
Ma "abbonda di gloria il ministero dello Spirito", ha un "peso enorme d'amore" ogni gesto che è mosso dallo Spirito e "porta alla giustizia", al "compimento" del mondo secondo il cuore di Dio.

Oggi voglio essere quel "trattino" che la vita mi chiede per darle pienezza e bellezza.

=======================

Ieri Festa della SS.Trinità, "oceano" d'amore in cui vivo "immerso", dalla cui "profondità" vengo, alla cui "infinita pienezza" vado.
Oggi, ancora il riflesso di tanta luce, come ogni giorno : "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".


"Nel nome", cioè "nell'Amore" di Dio Padre, Colui che ama, io vivo con fiducia e abbandono.
"Nel nome", cioè "nell'Amore" di Dio Figlio, Colui che è amato, io vivo con gratitudine e lode.
"Nel nome", cioè "nell'Amore" di Dio Spirito Santo, Colui che è, appunto, l'Amore, io vivo come dono e con gioia ogni mia quotidiana responsabilità.

Fiducia, gratitudine, impegno d'amore : ecco la mia umanità, a gloria della Trinità!

E così sono entrato, nella "consolazione" (2Corinti 1, 1-7) di questo giorno; "in ogni tribolazione" o fatica per "consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione", che poi è o è accentuata dal non conoscere di essere amati, e quindi mai abbandonati e soli.

Chi è "consolato" nelle sue vicissitudini è "beato" (Matteo 5, 1-12) non per un triste e malinteso autolesionismo, ma perché, "amato", gode della compagnia di Gesù che non toglie la sofferenza o l'afflizione ma la vive con te... per un progetto più grande. Questa vicinanza e solidarietà sono l'amore, la "consolazione" che possiamo darci tra noi.

venerdì 9 giugno 2017

BRICIOLE di PAROLA

Tobia 1,3; 2,1-8 e Marco 12, 1-12.
"Non ha più paura... ".
Una incomprensione, anzi, una derisione, diventa una testimonianza a favore, e un incoraggiamento.
A volte è stato detto di noi : "È un irresponsabile, un incosciente, non sa quello che fa o a che cosa va incontro... ". Parole che possono essere motivo di scoraggiamento e di abbandono.
Ma se in me vive la Parola del Signore "seguendo le vie della verità e della giustizia ", resterò saldo e fedele.
Saldo al suo proposito e fedele al suo progetto è "il padrone della vigna" che arriva a mandare Chi gli è più caro presso
i servi, veri beneficiari della vigna stessa. "Avranno rispetto per mio figlio".
Questo "Padre" è pure fiducioso e un po'... ingenuo, tanta tanta è la sua bontà.
Ma questo "Figlio" amato "lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna". Che tristezza!
Certo ne subiranno le conseguenze del male fatto, o meglio, del bene rifiutato.
Ma non per questa ottusa, superba, invidiosa "ostilità" verrà meno il dono del Padre, come pure non viene meno la volontà di Tobi di seguire la via giusta del
Signore.
Insuccessi e rifiuti amari, superficialità e durezza di cuore.... non voglio inducano a sfiducia e abbandono. Il Signore è la mia forza!

 Tobia 2,9-14 e Marco 13, 13-17.
"... quello che è di Dio, renderemo a Dio".
Questa è "la via di Dio secondo verità".
È l'onestà giustizia, la volontà di non dar nulla contro la volontà di Dio, "il Santo timor di Dio"... che Tobi mistra ed "esige" anche dalla moglie.... non compreso, ma deriso!
La fedeltà alla Legge, ma ancor più la fedeltà alle cose del Padre come insegna Gesù... questa è la via.
La ricompensa non ne sempre come ci si aspetta. Essa è già... nella fedeltà stessa che persevera.
Ne può anche venire male assai poco comprensibile o ingiusto, qualche poco simpatico "grattacapo" alla nostra bontà, ma il cuore non cede a scoraggiamento. Rimane saldo e fedele, sapendo che "la via dei giusti" non andrà in rovina.
Fiorira' nel bene!

Tobia 3, 1-17.
"Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare".
La preghiera, il lamento, il desiderio e la supplica di morte, ci sono familiari quando la tragedia o l'insistente crudele sofferenza ci tormentano; quando al nostro dolore si unisce l'incomprensione e la derisione altrui, la piena solitudine...
Ma il volto del Signore non è per darmi la morte. In esso c'è uno sguardo di tenerezza e benevolenza immense, di solidarietà e partecipazione affettuosa, incoraggiamento caro e benedizione...
Così Tobia, così Sara : entrambi chiedono la morte, entrambi vedranno il soccorso di Dio. Così anche per me!
Il nostro Dio non è il Dio della tristezza, rassegnazione, sconforto, "non è il Dio dei morti, ma dei viventi" (Marco 12, 27).
Anch'io, come Sarà, "stendo le mani" perché so che Qualcuno le afferra e mi salva; mi dà il suo abbraccio e, come per Toni, mi medichera', mi guarirà dalla mia "cecità", mi libererà dall'insulto; come per Sarà, mi toglierà dalla solitudine, mi darà l'amore che mi sembra negato, e non solo a me ma anche a coloro che mi sono affidati o che incontro.
Per loro, per questi "ciechi" e soli, io oggi "stendo le mie mani a te, o Dio della vita".
"Benedetto sei tu, Dio misericordioso e benedetto è il tuo nome nei secoli".

Tobia 6,10-11; 7,1. 9-17; 8, 4-9
È commovente, di grandissimo affetto, l'incontro familiare, le nozze tra il timore, l'augurio, la speranza...
"Il Signore del cielo vi assista questa notte... e vi conceda la sua misericordia e la sua pace". L' augurio "forte" del padre!
E lacrime "asciugate", nel saluto della madre : "Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore". Coraggio, figlia".
Forse inimmaginabile la delicatezza bella della prima notte di preghiera grata e di amore degli sposi.
"... alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza....'Degnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia'. E dissero insieme:Amen, amen". Benedetto l'abbraccio degli sposi! E il loro sonno!
Sì, "amare con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza". .. Dio e il prossimo... e il regno di Dio non è lontano. È nella casa, nella famiglia, nella camera nuziale...